Inflazione sotto controllo ma ora preoccupa la crisi dei mercati asiatici e le sue ripercussioni

Inflazione sotto controllo ma ora preoccupa la crisi dei mercati asiatici e le sue ripercussioni

La conferma che a dicembre i prezzi al consumo sono stati sostanzialmente bloccati facendo registrare nella media dell'anno un'inflazione pari all'1,7%, il valore più basso registrato dal 1968, non può far dimenticare le preoccupazioni avanzate da più parti sulle prospettive dell'economia nel breve periodo. E' quanto afferma, in una nota, Confcommercio.

Al di là del timore di una possibile lieve ripresa dei prezzi nei prossimi mesi, conseguenza di una dilazione degli incrementi delle aliquote IVA, ciò che più preoccupa - precisa Confcommercio - è il rischio che, nonostante la riduzione del TUS effettuata dalla Banca d'Italia a fine dicembre, la nostra economia si avviti in una spirale nella quale non crescono i prezzi, ma neanche l'economia, gli investimenti e l'occupazione.

Gli eventi degli ultimi mesi che hanno portato alla crisi dei mercati asiatici stanno, d'altra parte, facendo sorgere preoccupazioni in questo senso in quasi tutti i paesi industrializzati, invertendo, in modo preoccupante, le previsioni effettuate per tutto il '97 circa l'evoluzione attesa dell'economia a livello mondiale.

Nel '98 potrebbero, infatti, confermarsi negli Stati Uniti ed allargarsi anche ad altre economie i primi segnali di deflazione, situazione nella quale i prezzi sono sì contenuti, ma non vi sono stimoli alla crescita degli investimenti con la conseguenza che il minore sviluppo dell'economia porti ad un netto incremento della disoccupazione.

Se queste prospettive pessimistiche venissero confermate gli effetti per il nostro sistema economico sarebbero decisamente negativi.

La congiuntura negativa andrebbe, infatti, a sovrapporsi - conclude la nota Confcommercio - ad una situazione strutturale che vede ormai da tempo gli investimenti crescere in misura molto modesta, con il rischio di rendere ancora più pesante una situazione occupazionale che è tra le più preoccupanti registrate dalle economie avanzate.

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