A Bergamo canoni di locazione al limite della sostenibilità
A Bergamo canoni di locazione al limite della sostenibilità
Indagine Format Research-Confcommercio: un’impresa su due faticare a sostenere le spese di affitto. Canone aumentato nell’ultimo anno per il 59% del campione.
Aumentano le spese per l'affitto dei locali commerciali e si spengono più vetrine. È questo il quadro amaro che emerge da un recente focus sul tema affidato a Format Research da Ascom Confcommercio Bergamo. Il canone di locazione è una voce di spesa particolarmente sensibile per le imprese del terziario bergamasco e per i loro bilanci: il 61,1% è infatti in affitto e quasi sei imprese su dieci (il 59%) hanno registrato nell’ultimo anno un aumento del canone. La conseguenza è che una su due dichiara di faticare a sostenere le spese di affitto e una su tre dichiara di valutare il trasferimento in caso di ulteriori aumenti.
Non è un caso, dunque, che gli ultimi due anni, il 2022 e 2023, sono stati negativi per il numero di cessazioni di attività. Il fenomeno dei locali sfitti non impatta solo sul decoro dei centri urbani e sulle tasche dei proprietari immobiliari, ma anche sulle imprese: più di una su cinque registra un danno economico e un altro 20% almeno un danno di immagine. I nuovi contratti con canoni diminuiti sono pochi rispetto alle decine di migliaia di affitti in corso, che invece continuano a crescere per effetto dell’adeguamento Istat. Tra le categorie più colpite rientrano le merceologie tradizionali (abbigliamento calzature e accessori) che costituiscono la spina dorsale del commercio dei centri urbani, ma il problema si sta estendendo anche ai negozi del commercio alimentare che vedono la spesa delle famiglie contrarsi. Ma vediamo in dettaglio i dati della ricerca.
Il peso dei canoni di affitto: in aumento per il 59%
Il 61,1% delle imprese del terziario bergamasco è in affitto, percentuale nettamente superiore a chi ha investito nell'immobile (il 38,9%). Tra queste imprese, il 59% ha registrato l’aumento del canone. Il 48% ha subito un aumento tra il 5 e il 15%, l'11% ha subito un aumento oltre il 15%. Il 48,6% di coloro che sono in affitto ha avuto difficoltà nel sostenere il canone (il 21,6% molto, il 27,0% abbastanza, il 32,6% poco); solo il 18,8% non ha avuto impatto negativo dagli incrementi. Nel caso di ulteriori aumenti del canone, il 28,6% delle imprese valuta l'ipotesi di trasferire la propria sede.
Aggravamento del fenomeno dei locali sfitti
Il 46,1% delle imprese ritiene che il fenomeno dei locali sfitti si sia aggravato nell’ultimo anno (per il 42,4% poco, per il 38,5% abbastanza, per il 7,6% molto); solo l’11,5% non rileva alcun peggioramento. Rispetto al periodo pre Covid il 63,1% delle imprese ritiene che il fenomeno si sia aggravato (il 39,6% abbastanza, il 26,5% poco, il 23,5% molto); nessun peggioramento o variazione per il 10,4% .
Il fenomeno dei locali sfitti ha effetto anche sulle imprese esistenti
I negozi sfitti non rappresentano un danno solo per i proprietari e per i commercianti della zona, ma anche per tutti i cittadini perché la desertificazione incide negativamente sull’attrattività complessiva dell’area. Il 22,2% dichiara un peggioramento dell’immagine dell’impresa e una riduzione dei ricavi; il 17,3% dichiara un peggioramento della sola immagine dell’impresa.