Il mondo dell'export si è ritrovato a Milano
Il mondo dell'export si è ritrovato a Milano
FieraMilanoCity ha ospitato la fiera dei servizi per l’export, Go International, organizzata da Aice con Trade Events. Il presidente Garosci: “Un evento per offrire un nuovo modello di internazionalizzazione del sistema Italia".
L'11 e il 12 ottobre l’Allianz MICO-FieraMilanoCity ha ospitato la fiera dei servizi per l’export Go International. Le imprese e gli operatori del commercio estero hanno avuto la possibilità di incontrare più di 110 espositori (da istituzioni pubbliche come ICE, Simest, Agenzia delle Dogane, a player del digital export come Alibaba.com, piattaforma mondiale del B2B; ad aziende della logistica, studi legali, istituti finanziari, società di marketing internazionale, temporary export manager) e partecipare ad oltre 50 workshop tematici. Inoltre, grazie all’accordo siglato con Aice, Alibaba.com ha offerto a tutti i visitatori della fiera i propri servizi a condizioni favorevoli.
L'evento si è aperto con il convegno dal titolo “Un nuovo modello per l’internazionalizzazione del Sistema Italia” dove, con il presidente Aice Riccardo Garosci, sono intervenuti il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli; i parlamentari europei Carlo Fidanza e Paolo De Castro; Stefania Trenti, Direzione Studi di Intesa Sanpaolo; Mario Boselli, presidente di ICCF – Italy China Council Foundation; Maria Preiti, direttrice territoriale Lombardia di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia e Giovanni Castino di Alibaba.com. A moderare il dibattito il professor Carlo Secchi, vicepresidente ISPI e rettore dell’Università Bocconi.
Garosci: "Le parole chiave sono diversificazione e regionalizzazione dei mercati"
Partecipando al convegno il presidente Riccardo Garosci ha fatto il punto sulle strategie di promozione del Made in Italy: “Ci attendiamo una politica più chiara da parte del Governo in tema di sostegno all’internazionalizzazione del sistema economico italiano, un terzo del PIL italiano, con oltre 620 miliardi di euro di esportazioni".
"Da una parte – ha proseguito Garosci – sono urgenti politiche di sostegno e formazione per favorire l’accesso delle pmi nei mercati internazionali, ma al contempo istituzioni e associazioni imprenditoriali devono lavorare intensamente con l’obiettivo di creare le condizioni affinché i fatturati esteri crescano in modo significativo. Sono due le parole chiave per rimanere competitivi: diversificazione e regionalizzazione dei mercati. In questi ultimi anni di difficoltà con la pandemia prima e il conflitto Russia-Ucraina poi, il Made in Italy ha trovato nei mercati tradizionali un rifugio. Il proseguimento dell’incertezza internazionale impone di accelerare la diversificazione dei mercati di sbocco per mantenere il livello competitivo delle nostre eccellenze".
L’andamento dell’export per le imprese italiane
Durante il convegno sono stati presentati gli ultimi dati del commercio estero, elaborati dall’Istat, numeri che secondo Aice destano molta preoccupazione per il futuro del settore. Nei primi sette mesi del 2023 l’export ha registrato una crescita tendenziale del 2,3%, che si è purtroppo interrotta nel mese di luglio, con una frenata su base annua del 7,7% in termini monetari e dell’11,6% in volume. Il calo riguarda sia l’area UE (- 8,7%), sia quella extra UE (-6,7%%). Su base annua preoccupano fortemente la riduzione delle vendite verso la Germania (-5,8%), principale mercato italiano, e il calo a due cifre delle esportazioni in Cina (-14,5%) e negli Usa (-14%). Le esportazioni italiane crescono solo verso i Paesi Opec (+20,1%) e la Turchia (+11,3%). Positiva la vendita dei macchinari (+5,8%) e degli autoveicoli (+ 31,1%) da parte del sistema commerciale.
Ma i segnali di allarme non finiscono qui: secondo i dati dell’Istat la percentuale dell’export italiano sul totale mondiale è scesa dal 2,79% del 2021 al 2,65% del 2022. Un calo che se confermato anche nei prossimi anni porterebbe ad un’importante perdita di competitività del Sistema Italia. E ancora: il numero stazionario delle imprese esportatrici e i fatturati esteri ridotti. Senza considerare il periodo particolare dell’emergenza Covid, il numero di imprese italiane di export è rimasto stabile fra le 130-140 mila. Tra queste però oltre 100 mila hanno un fatturato estero inferiore ai 750mila euro. “Sono tutti elementi – ha proseguito Garosci - che devono portare ad un’attenta riflessione e a favorire ancora di più il dialogo tra istituzioni e rappresentanze di imprese per individuare soluzioni basate sui principi di collaborazione, sostenibilità e sussidiarietà”.