Anche quest'estate il turismo "arranca"

Anche quest'estate il turismo "arranca"

Secondo un'indagine della Fipe, la stagione estiva si chiuderà con una flessione delle presenze turistiche pari a poco più di 12 milioni di unità e una perdita di consumi di circa 865 milioni di euro.

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11 agosto 2003
La FIPE su Internet: www

Anche nell’estate 2003 il turismo “arranca”

 

L’estate 2003 si chiuderà, con tutta probabilità, con una flessione delle presenze turistiche pari in valore assoluto a poco più di 12 milioni di unità, di cui 7,8 milioni italiane e 4,4 milioni straniere, in grado di generare una perdita di consumi stimata in 865 milioni di euro.

Tra i turisti stranieri mancano principalmente americani, inglesi e, in misura minore, giapponesi. In crescita spagnoli, olandesi e russi. Buona la tenuta dei tedeschi nonostante le recenti polemiche che hanno sfiorato il turismo di quel Paese verso l’Italia.

Il sistema lacuale è quello maggiormente penalizzato dalla flessione del turismo (-4,1%), seguito dalle città d’arte (-3,6%). Anche le località marine mostrano segni di una certa sofferenza (-1,9%) contribuendo in modo decisiva alla performance negativa della stagione 2003. Tiene le posizioni dell’anno scorso la montagna, dove si registrerà una contrazione delle presenze di appena lo 0,4%.

A livello di singola destinazione vanno male, tra le località marine, l’alto Adriatico, la Versilia e la costiera ionica della Calabria, mentre in montagna soffrono la Valle d’Aosta e l’area del Sestriere.

Tra le città d’arte sensibile la flessione di Firenze e Napoli, mentre Roma sembra in grado di poter riassorbire il calo di stranieri fin qui registrato. In flessione anche le città d’arte minori.

Sono questi i principali risultati di un’indagine di Fipe-Confcommercio effettuata su un campione di 350 imprese tra ristoranti, discoteche, locali serali, gelaterie, stabilimenti balneari e rifugi alpini dislocati nelle più importanti destinazioni turistiche del Paese.

L’esistenza di un turismo parallelo, di dimensioni esorbitanti, che sfugge alle fonti ufficiali di rilevazione (sono oltre 600 milioni le presenze che, ogni anno, utilizzano case private di proprietà o in affitto) fa sì che soltanto una rete capillare, come quella dei pubblici esercizi in grado di prescindere dalla tipologia di alloggio scelta dai clienti/turisti, consenta il monitoraggio del trend reale del turismo.

La ristorazione tradizionale raccoglie il consenso dei turisti in città e in montagna, mentre al mare si preferiscono i più sbrigativi ed economici panini e snack.

In forte crescita nelle destinazioni turistiche balneari i consumi di gelati, di acqua minerale e di bibite. In montagna va su il consumo di alcolici e birra.

In città, al sensibile calo dei consumi di alcolici e superalcolici fa da contraltare la crescita dei cosiddetti ready to drink, ma anche di bibite ed acqua minerale.

Per colazioni, aperitivi, bibite, spuntini, pranzi e cene si spenderanno, durante l’estate, oltre 9 miliardi di euro, uno in più di quanto verrà utilizzato per l’alloggio.

Altra voce importante del budget del turista è quella dedicata ai servizi di intrattenimento (ballo, spettacoli e parchi tematici perlopiù), per i quali si spenderanno 3,4 miliardi di euro. Ai servizi di spiaggia andranno, infine, 1,4 miliardi di euro.

Secondo gli operatori l’estate 2003 risulta caratterizzata da quattro macro tendenze: più cucina tipica, più Italia, più qualità, più risparmio.

"Non siamo affatto stupiti – afferma Edi Sommariva, direttore generale di Fipe-Confcommercio – della dinamica del turismo italiano sia sotto il profilo dei flussi che delle tendenze. Ci sembra assolutamente in linea con lo stato della congiuntura  economica non soltanto italiana ma anche europea e mondiale. E’ evidente che occorrono misure anticicliche in grado di rilanciare i consumi, in particolare quelli turistici per gli effetti positivi che essi sono in grado di generare sulle economie locali e sull'occupazione. Il turismo, se adeguatamente sostenuto, può diventare il primo settore di attività economica del Mezzogiorno, ma sono anche necessari interventi finalizzati al contenimento dei costi d’impresa a cominciare dalla riduzione dell’Iva in grado di allineare la fiscalità indiretta delle imprese turistiche italiane a quella vigente in Paesi come Spagna e Grecia".

 

 

 

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