Assemblea Generale di Confcommercio: Billè, "serve un patto per le riforme"

Assemblea Generale di Confcommercio: Billè, "serve un patto per le riforme"

CIAMPI: "IMPORTANTE OCCASIONE DI CONFRONTO E DI DIALOGO". BERLUSCONI: "ANCHE A SCHUMACHER SERVE UNA MACCHINA CHE FUNZIONI"

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5 luglio 2002
Il presdiente di Confcommercio Sergio Billè, ha aperto i lavori dell’Assemblea Generale di Confcommercio con la sua relazione

Billè: “Serve un Patto per le riforme”

 

Il presidente di Confcommercio Sergio Billè ha aperto ieri i lavori dell’Assemblea Generale della Confederazione con la sua relazione introduttiva (vedi testo integrale allegato in fondo alla pagina N.d.R.), alla presenza del presidente del Consiglio Berlusconi, del vicepresidente del Consiglio Fini, dei presidenti di Camera e Senato Casini e Pera, dei ministri dell’esecutivo e dei rappresentanti del mondo politico, imprenditoriale e sociale. Billè in apertura del suo discorso, ha sottolineato come l’andamento del ciclo economico italiano nel primo semestre di quest’anno, “non solo è stato inferiore alle attese ma comincia ad avere le caratteristiche di quella che possiamo definire una fase di pre-stagnazione”.

“I dati che maggiormente preoccupano – ha sottolineato il presidente - sono il persistente ristagno dei consumi delle famiglie, la mancata crescita del prodotto interno lordo, il crollo degli investimenti e l'aumento dell'indebitamento della finanza pubblica.

“Per uscire da questo tunnel riteniamo – ha detto Billè - che la prima cosa da fare sia quella di ridurre la pressione fiscale ma di ridurla in modo più generalizzato e consistente di quanto sembra previsto, al momento attuale, dal documento di programmazione economica e finanziaria”. Il presidente, si è detto anche preoccupato per l’attuale clima di tensione sociale che “rischia di allontanare la ripresa e di renderne più modesta l’entità”. Billè ha anche ricordato come gli attuali problemi economici abbiano radici lontane, prima tra tutte la tragedia dell’11 settembre che ha costretto istituzioni internazionali, governi, strutture economiche e mercati finanziari a rivedere le loro strategie.

“La caduta dei consumi – ha detto Billè - è stata una delle più immediate e vistose conseguenze mentre il turismo, muro portante della nostra economia, ha subìto paurose oscillazioni”.

Il presidente di Confcommercio ha parlato anche dell’Europa e dei problemi che ancora sussistono tra i Paesi dell’Unione: “Bisogna fare di più per stemperare almeno la grande differenza che oggi esiste, all’interno dell’Unione europea, tra sistemi istituzionali, leggi e assetti amministrativi. Servono strutture europee che siano in grado di provvedere davvero alle necessità collettive, che sappiano tutelare la libera concorrenza e la trasparenza dei mercati e che operino in difesa dei diritti dell’impresa e di chi vi lavora”.

Billè ha poi dato un giudizio al primo anno di governo Berlusconi. “Un giudizio – ha detto Billè – che non può essere certamente negativo, perché esso ha almeno dimostrato di voler tentare di realizzare con forza, direi con caparbietà, quel radicale svecchiamento di un sistema che, così com’è oggi, non è certo in grado di fronteggiare le esigenze imposte dalla globalizzazione e dalla esasperata competitività dei mercati”.

Tuttavia il presidente di Confcommercio ha sottolineato che il “governo avrebbe dovuto fare di più e di meglio per almeno attenuare i contraccolpi di una crisi che, proprio perché andava a sovrapporsi ad una situazione già difficile, ha finito per consolidare la fase di stagnazione della nostra economia”. Billè ha poi affrontato i temi della riforma fiscale, chiedendo all’esecutivo un intervento non solo sull’Irpef ma anche sull’Irap, dell’abusivismo commerciale, del federalismo e della devolution, confermando le sue preoccupazioni per l’aumento delle tariffe e delle imposte locali. Poi il presidente ha affrontato il tema della riforma del mercato del lavoro.

Secondo Billè, “ha fatto bene il governo a metterla subito sul tavolo, perché è intervenendo anche in questo campo che si potranno risolvere, alla radice, i problemi di competitività di cui soffre oggi tutto il nostro sistema di imprese. E non vi è dubbio che il modello di riforma proposto dal Ministro del lavoro contiene, nel suo complesso, norme e correttivi che sembrano andare nella giusta direzione”.

“Anche il confronto tra Governo e parti sociali, pur proseguendo a corrente alternata, potrà forse produrre qualche buon risultato. Restiamo però pur sempre convinti – ha detto Billè - che l’avvio di questa riforma andasse accompagnata, anzi preceduta, da misure di carattere strutturale che consentissero di rilanciare l’occupazione e di rendere così socialmente sostenibile l’esigenza di una maggiore flessibilità”.

Sul “rovente” tema dell’articolo 18, Billè ha sottolineato come

“mettere subito sul piatto queste modifiche è stato un errore tattico che si sarebbe potuto evitare”. Billè ha comunque definito “giusta” la decisione del Governo di proseguire ad oltranza nella trattativa per cercare comunque di condurla in porto e ha rinnovato l’appello a Cofferati e a tutta la Cgil, perché riconsideri la propria posizione cercando di riaprire la porta al dialogo. Billè ha poi del problema dell’energia e soprattutto del nodo relativo alle fonti di approvvigionamento, della politica infrastrutturale e quella logistica che “costituiscono il nocciolo duro della società dei servizi di questo nuovo Millennio”. Riguardo al Mezzogiorno, il presidente ha ribadito la necessità di realizzare “una politica economica generale che assuma quella che fu la questione meridionale come occasione per fare di questo paese non un paese contenitore, ma un sistema paese”.

Billè ha concluso dicendo che per imboccare definitivamente la via di un effettivo sviluppo l’Italia ha bisogno di un Patto per le riforme. “E’ però essenziale che siano chiari i contenuti di questo Patto – ha aggiunto il presidente di Confcommercio - e ciò non sarà possibile se non verranno quantificate le risorse necessarie per una riduzione tanto dell'Irpef quanto dell’Irap”.

 

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