Bonus ristrutturazioni, l'incentivo fiscale per i lavori edilizi

Bonus ristrutturazioni, l'incentivo fiscale per i lavori edilizi

Informazioni utili sul bonus ristrutturazioni, l'incentivo del governo che prevede aiuti e facilitazioni per chi si appresta ad eseguire lavori di efficientamento sull'involucro edilizio.

DateFormat

15 maggio 2023

Il governo ha messo in campo una serie di agevolazioni fiscali tra cui il bonus ristrutturazioni, che include una serie di incentivi economici per chi si appresta a realizzare lavori e interventi tecnici per il miglioramento edilizio.

Indice


Che cos'è

Il bonus ristrutturazioni prevede la possibilità di usufruire di un 50% di detrazione fino a un massimo di spesa di 96mila euro per immobili ad uso abitativo (sia per singole abitazioni, sia per condomini), da suddividere in dieci rate annuali di pari importo. La detrazione può essere richiesta per lavori effettuati sulle singole unità immobiliari ed è possibile far rientrare negli interventi dedicati alla ristrutturazione edilizia, anche quelli relativi alla demolizione e alla ricostruzione. Con un emendamento del decreto Aiuti (D.L. n.50/2022), approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, le banche potranno cedere il credito a tutti i soggetti diversi da consumatori o utenti, quindi non saranno più vincolate ai soli clienti professionali o privati. La modifica è stata introdotta per cercare di sbloccare i crediti legati ai bonus edilizi. Resto ancora da sciogliere il nodo delle responsabilità dei cessionari. 

Inoltre, tra le varie proroghe previste dalla Legge di Bilancio 2022 è incluso anche il bonus ristrutturazioni, per cui continua ad essere prevista una detrazione del 50% con limite di spesa a 96mila euro, delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024.

Leggi l'approfondimento sul bonus casa per restare sempre aggiornato sulle agevolazioni fiscali dedicate all'acquisto di mobili ed elettrodomestici, interventi antisismici, ristrutturazioni di facciate, sistemazioni a verde e incentivi per il risparmio dell'acqua.


Decreto Antifrode: le novità

Nel caso del bonus ristrutturazioni, così come anche per altri bonus è possibile usufruire dell'agevolazione tramite la tradizionale detrazione fiscale ripartita in dieci anni ma anche con lo sconto in fattura sul corrispettivo dovuto e la cessione del credito. 

Se si sceglie di optare, però, per queste ultime due soluzioni è bene sapere che dal 12 novembre 2021 sono subentrate importanti novità, sia per i contribuenti che per i tecnici abilitati, grazie al Decreto Antifrode. Modifiche che, oltre al bonus ristrutturazioni, hanno subìto anche il bonus barriere architettoniche, il bonus colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, bonus fotovoltaico, bonus facciate, sismabonus ed ecobonus.

In sintesi i tecnici abilitati dovranno asseverare la congruità delle spese sostenute, mentre i contribuenti dovranno richiedere il visto di conformità dei dati riguardanti la documentazione che attesta la sussistenza o meno delle condizioni per accedere alla detrazione. Possono essere detratte anche le spese eseguite per il rilascio del visto di conformità.

Restano esclusi dalla misura antifrode i seguenti lavori:

  • interventi effettuati su unità immobiliari (singole) o su parti condominiali che non superano i 10mila euro (ad eccezione di lavori attinenti al bonus facciate);
  • lavori che rientrano nella classificazione di "attività di edilizia libera".
     

Chi può usufruire del bonus

Il bonus casa, nonché le detrazioni per lavori di ristrutturazione edilizia, spetta a tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato.

L’agevolazione, infatti, è accessibile non soltanto ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese:

  • proprietari o nudi proprietari;
  • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • locatari o comodatari;
  • soci di cooperative divise e indivise;
  • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;
  • soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali;
  • condomino, nel caso di interventi su parti comuni degli edifici.

La detrazione, inoltre, è fruibile anche da conviventi o coniugi purché sostengano le spese di ristrutturazione e siano intestatari di bonifici e fatture. Incentivo valido anche nel caso in cui il proprietario dell'immobile abbia le abilitazioni comunali a suo nome.

In sintesi ha diritto al bonus casa anche:

  • il familiare convivente del possessore o di chi detiene l’immobile su cui va eseguito l'intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) e il componente dell’unione civile. La condizione di convivente o comodatario, però, deve essere tale nel momento in cui si procede alla richiesta dei lavori;
  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

Nella circolare numero 13 del 9 maggio 2023, l'Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti. Ad esempio in caso di un inquilino, con regolare contratto d'affitto, che è venuto a mancare, il convivente può subentrare nella fruizione del bonus? La risposta è sì, ma nel rispetto di determinate condizioni. Per prima cosa il convivente deve essere un erede del beneficiario deceduto. Inoltre il convivente deve subentrare nella titolarità del contratto di locazione (l'affitto per intenderci). Nel testo si legge: "L’art. 16-bis, comma 1, del TUIR ammette la detrazione dall’IRPEF per interventi di recupero del patrimonio edilizio in relazione alle spese documentate, sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi".


Come funziona per chi esegue lavori in proprio

Non sono esclusi dal bonus casa 110 neanche coloro che intendono eseguire lavori in proprio. In questo caso, però, hanno diritto al rimborso solo per quanto riguarda l'acquisto dei materiali utili alla ristrutturazione.


Gli interventi ammessi

Chi ha diritto al bonus casa può accedere a diverse agevolazioni su interventi inerenti a forme di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, demolizione e ristrutturazione edilizia ma anche lavori di restauro. Sono ammessi anche gli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi.

Da non tralasciare, poi, i lavori finalizzati:

  • all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi come oggetto ascensori e montacarichi (per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione);
  • alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con disabilità gravi, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge n. 104/1992.

Il bonus casa può essere richiesto anche per:

  • interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi;
  • interventi finalizzati alla cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
  • interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici;
  • interventi per l’adozione di misure antisismiche;
  • interventi di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici.

Relativamente ai lavori sulle parti comuni degli edifici residenziali sono fiscalmente agevolabili solo i seguenti:

  • manutenzione ordinaria;
  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservati;
  • ristrutturazione edilizia.

Per quanto riguarda le singole unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale rientrano nel bonus ristrutturazioni gli interventi di:

  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia.


Elenco degli interventi ammissibili

Gli interventi edilizi e tecnologici che comportano risparmio energetico e/o utilizzo di fonti rinnovabili di energia sono:

  • caldaia;
  • condizionatori;
  • infissi;
  • camino;
  • fotovoltaico;
  • finestre;
  • facciate;
  • infissi;
  • impianto elettrico;
  • pavimenti;
  • persiane;
  • risparmio energetico;
  • tende da sole.

Occorre ricordare che, dal 2018, sussiste l’obbligo di trasmettere all’ENEA le informazioni sui lavori effettuati, proprio come già avviene per la riqualificazione energetica degli edifici. Una comunicazione che si rende indispensabile per una miglior valutazione e il monitoraggio degli obiettivi raggiunti in ambito energetico a seguito della ristrutturazione edilizia.

Una volta terminati i lavori e aver eseguito il collaudo, si hanno 90 giorni di tempo per inviare la documentazione all'ENEA, attraverso il portale dedicato.


Quali sono gli interventi soggetti a comunicazione ENEA?

Gli interventi che devono essere comunicati ad ENEA attraverso l'invio di specifica documentazione sono diversi a seconda della tipologia. Di seguito l'elenco completo dei lavori da comunicare.

Strutture edilizie

  • riduzione della trasmittanza delle pareti verticali che delimitano gli ambienti riscaldati dall'esterno, dai vani freddi e dal terreno;
  • riduzione delle trasmittanze delle strutture opache orizzontali e inclinate (coperture) che delimitano gli ambienti riscaldati dall'esterno e dai vani freddi;
  • riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti che delimitano gli ambienti riscaldati dall'esterno, dai vani freddi e dal terreno.

Infissi

  • riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi che delimitano gli ambienti riscaldati dall'esterno e dai vani freddi.

Impianti tecnologici

  • installazione di collettori solari (solare termico) per la produzione di acqua calda sanitaria e/o il riscaldamento degli ambienti;
  • sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per il riscaldamento degli ambienti (con o senza produzione di acqua calda sanitaria) o per la sola produzione di acqua calda per una pluralità di utenze ed eventuale adeguamento dell'impianto;
  • sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell'impianto;
  • pompe di calore per climatizzazione degli ambienti ed eventuale adeguamento dell'impianto;
  • sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) ed eventuale adeguamento dell'impianto;
  • microgeneratori (Pe<50kWe);
  • scaldacqua a pompa di calore;
  • generatori di calore a biomassa;
  • installazione di sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati per una pluralità di utenze;
  • installazione di sistemi di termoregolazione e building automation;
  • installazione di impianti fotovoltaici.


Bonifico "parlante" per i pagamenti

Oltre agli obblighi già indicati, la normativa prevede che per accedere al bonus casa i pagamenti necessari a sostenere le spese degli interventi siano effettuati tramite bonifico "parlante". Questa tipologia di pagamento si differenzia dal più comune bonifico perché oltre ai dati verso cui è indirizzato (nome, cognome, indirizzo), l'Iban e la causale del versamento, indica anche il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o numero di partita Iva di chi ha eseguito gli interventi.


Bonus ristrutturazioni con sconto in fattura

La cessione del credito, introdotta dal Decreto Rilancio per il Superbonus, ora è valida anche per tutti quei lavori di ristrutturazione edilizia, Sismabonus ed Ecobonus, che non accedono al 110%. È dunque possibile sostituire la detrazione con uno sconto in fattura dello stesso importo, che viene applicato dal fornitore. Lo sconto può essere uguale all'importo dovuto.

Questa possibilità può essere adottata anche per le rate rimanenti, ancora non godute, delle detrazioni sulle spese sostenute.


Il limite di spesa

I crediti di imposta e i contributi soggetti ad un limite di compensabilità di 700.000 euro (elevato a 1 milione di euro per il solo anno 2020) e i crediti di imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi pongono il limite a 250.000 euro, non vengono applicati. Decade, poi, il divieto di utilizzare i crediti in compensazione quando si è in presenza di debiti iscritti a ruolo per importi superiori a 1.500 euro.


Come fare la cessione del credito

Il fornitore può utilizzare la detrazione ottenuta sotto forma di credito d’imposta oppure cederla a sua volta anche a intermediari finanziari o istituti di credito, come ad esempio le banche. Il contribuente, per procedere alla scelta dell'opzione a lui più consona, deve eseguire gli adempimenti previsti per richiedere le detrazioni, oltre ad acquisire la seguente documentazione:

  • il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione. Il visto è rilasciato dagli intermediari abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali e consulenti del lavoro) e dai CAF;
  • l’asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico. Tale documentazione è importante per certificare che i requisiti tecnici necessari ai fini delle agevolazioni fiscali e la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati, siano stati rispettati.

Nel Decreto Bollette del 27 aprile 2022 (n. 34 di conversione del DL 17/2022) sono state introdotte nuove modifiche per evitare il blocco della cessione del credito in caso di esaurimento del tetto massimo da parte delle banche. In particolare nell'articolo 29-bis viene data alle banche che hanno esaurito il numero possibili di cessioni un'ulteriore possibilità per i soggetti con i quali hanno stipulato un contratto di conto corrente. Quindi sarà prevista: un prima cessione libera, una seconda e terza per intero, ma solo ai soggetti qualificati, ed infine una quarta cessione del credito delle banche per i propri correntisti. 

Le novità saranno applicate dalla prima cessione del credito o dello sconto in fattura inviate all'Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca