Confcommercio su vendite al dettaglio: i consumi di beni non ripartono

Confcommercio su vendite al dettaglio: i consumi di beni non ripartono

Il dato sulle vendite di marzo consolida la tendenza, in atto ormai da alcuni mesi, che vede le famiglie molto prudenti in materia di consumi di beni. I miglioramenti dal lato della domanda appaiono ormai quasi esclusivamente affidati alla componente relativa ai servizi.

È utile sottolineare, ancora una volta, che le variazioni su base annua a valore per le diverse merceologie e format distributivi sono fortemente influenzate dalle dinamiche inflazionistiche. Nel primo trimestre del 2023 per gli alimentari la variazione dei prezzi era del 13,0%, dato che sottintende una decisa contrazione dei volumi acquistati non solo presso le piccole superfici, ma anche presso le imprese di maggiori dimensioni.

Estrema prudenza va tenuta anche nel valutare gli andamenti di alcuni segmenti di consumo, come l’abbigliamento e le calzature, per i quali i valori delle vendite erano particolarmente bassi anche nei primi mesi del 2022 e che mostrano nel confronto annuo variazioni apprezzabili.

In ogni caso, la variazione tendenziale a volume del complesso delle vendite al dettaglio è pari, nel primo quarto dell’anno in corso, a -3%. Il che non lascia del tutto tranquilli sulle prospettive a breve dell’economia italiana, sebbene al rallentamento del 2023 il sistema arrivi complessivamente in buona salute e, comunque, meglio di quanto poteva prevedersi qualche mese fa. Lo scrive l’Ufficio Studi Confcommercio in una nota a commento dei dati Istat di oggi.

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