Confcommercio su dati Istat: moderata crescita per inflazione, bene occupazione

Confcommercio su dati Istat: moderata crescita per inflazione, bene occupazione

77/2011
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Roma, 29.04.2011

 

 

 

CONFCOMMERCIO su dati istat:
moderata crescita per inflazione, bene occupazione

 

 

L’ulteriore accelerazione del processo inflazionistico, fenomeno diffuso in tutta l’eurozona, riflette le tensioni che da tempo si registrano sulle materie prime, in particolare nell’area dell’energia. Va evidenziato, però, in termini positivi, il fatto che le imprese stanno tentando di arginare la trasmissione di questi impulsi sui prezzi al consumo. Infatti, l’inflazione è oggi determinata quasi per intero dalle voci più direttamente impattate dalle quotazioni del petrolio, cioè “abitazione” e “trasporti”, le quali contribuiscono per quattro dei cinque decimi della variazione congiunturale dei prezzi in aprile rispetto a marzo. E’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio al dato sull’inflazione diffuso oggi dall’Istat.

 

Non si avverte, dunque, l’effetto di diffusione degli impulsi inflazionistici ai settori dei beni di largo consumo (è nulla la variazione congiunturale dei prezzi degli alimentari) e ai servizi di mercato, anche se non si può escludere che tale fenomeno si manifesti nei prossimi mesi, considerato che il trasferimento degli impulsi esterni si è già parzialmente manifestato su diversi prezzi alla produzione.

 

Per l’occupazione a marzo - continua la nota - siamo di fronte ad un dato positivo: l’incremento congiunturale di 111mila occupati porta il numero di persone che a qualsiasi titolo hanno un lavoro sui massimi da settembre 2009, in base ai dati destagionalizzati comunicati dall’Istat. L’aumento degli occupati è derivato in larga parte dalla componente femminile, uno dei segmenti più penalizzati dalla crisi e soggetto a fenomeni di scoraggiamento.

 

Infine, il dato sull’incremento del tasso di disoccupazione, il cui livello è sensibilmente inferiore a quelli registrati nei principali paesi dell’eurozona, non deve essere letto in termini negativi. Perché in una fase, seppur modesta,  di ripresa dell’economia torna a cercare un’occupazione parte dei soggetti usciti dalle forze di lavoro in quanto precedentemente scoraggiati. Questa situazione è, infatti, confermata dal calo degli inattivi.

 

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