Confcommercio su inflazione: dati in linea con l'Europa
Confcommercio su inflazione: dati in linea con l'Europa
Prezzi degli alimentari fermi da gennaio. Da evitare dannosi e inutili allarmismi su eventuali speculazioni 151/2010
151/10
Roma, 16.11.2010
Prezzi degli alimentari fermi da gennaio.
Da evitare dannosi e inutili allarmismi su eventuali speculazioni
CONFCOMMERCIO SU INFLAZIONE:
DATI IN LINEA CON L’EUROPA
Con un’inflazione al 2% in Italia e dell’1,9% nell’area euro il nostro Paese è in linea con le dinamiche registrate in Europa e nel confronto internazionale, guardando alla dinamica dei prezzi degli alimentari, lo 0,5% tendenziale di ottobre è ben al di sotto dell’incremento del 2,6% osservato in Germania. E questo non è certo un dato episodico dal momento che nella media del periodo gennaioâ€"ottobre 2010 i prezzi alimentari sono rimasti fermi in Italia mentre in Germania sono cresciuti dell’1,1%; inoltre, anche dati di fonte Nielsen confermano che il prezzo medio degli acquisti per prodotti di largo consumo (alimentari, cura della persona e chimico casa) presso le diverse tipologie commerciali è in diminuzione (circa l’1,0% nei primi dieci mesi dell’anno), con accentuazioni negative per i discount e per i piccoli negozi tradizionali: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat.
E’, quindi, opportuno ricordare ad alcune associazioni dei consumatori â€" prosegue la nota - che le loro preoccupazioni su presunti patologici fenomeni inflazionistici sono prive di qualsiasi fondamento scientifico. Infatti, nel paniere Istat riferito ai consumi “ad alta frequenza d’acquistoâ€� (i cui prezzi sono cresciuti a ottobre del 2,1% contro l’1,7% dell’indice generale), erroneamente definito “carrello della spesaâ€�, sono inclusi, tra l’altro, i tabacchi (+4,9%), i servizi per la casa (+2,3%), i trasporti urbani (+3,2%), gli affitti reali (+1,5%), gli alimentari (+0,5%). Come si vede, all’interno del paniere, i prodotti che possono realmente entrare in un carrello o in una busta della spesa sono di gran lunga i meno inflazionistici.
La ricerca di fenomeni patologici â€" conclude l’Ufficio Studi - dovrebbe, dunque, indirizzarsi fuori dal perimetro della distribuzione dove, quotidianamente, decine di milioni di consumatori possono trovare - come una lettura attenta dei dati ufficiali conferma al di là di ogni ragionevole dubbio - il miglior rapporto prezzo-qualità su ogni prodotto. Insomma, sono proprio loro che generano un effetto calmieratore perché esercitano un costante e implacabile controllo sulle dinamiche dei prezzi di vendita.