Inflazione: dato prevedibile

Inflazione: dato prevedibile

Necessario aspettare l'autunno

Un dato prevedibile che rinvia a settembre le preoccupazioni ma non allontana lo spettro di un aumento dell'inflazione: questo il commento del Centro Studi di Confcommercio sui dati delle città campione.

Il dato che sembrerebbe indicare un modesto rallentamento dell’inflazione italiana dal 2,7% di giugno al 2,6% del mese in corso, non può essere considerato come sintomo della fine del processo di ripresa dell’inflazione.

Infatti, tra gli elementi che portano ad una certa cautela c'è da considerare:

  • i fattori stagionali (i mesi di giugno, luglio e agosto presentano da sempre una certa fluttuazione);
  • l’accentuarsi della ripresa nelle diverse aree economiche che potrebbe portare a fine agosto-settembre ad una ripresa dei costi delle materie prime anche petrolifere confermando come il rallentamento di giugno e luglio sia solo un fatto episodico;
  • la perdurante debolezza dell’euro sui mercati che potrebbe amplificare le spinte inflazionistiche di origine importata.

Con queste premesse, conclude il Centro Studi di Confcommercio, è evidente che  non può essere allentata l’attenzione su un problema così importante, che se non prontamente risolto potrebbe  frenare la tendenza alla modesta ripresa dei consumi e più in generale del sistema economico.

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