CONFCOMMERCIO SU SCIOPERO DELLA SPESA: CONSUMATORI E IMPRESE SONO SULLA STESSA BARCA
CONFCOMMERCIO SU SCIOPERO DELLA SPESA: CONSUMATORI E IMPRESE SONO SULLA STESSA BARCA
44/2002 Roma, 5 luglio '02
CONFCOMMERCIO SU SCIOPERO DELLA SPESA: CONSUMATORI E IMPRESE SONO SULLA STESSA BARCA
L’unico prezzo veramente salato è quello che le imprese e i consumatori stanno pagando per la mancata riduzione della pressione fiscale e per gli aumenti delle tariffe. Risulta, quindi, quantomeno inopportuno lo sciopero della spesa per due motivi: introduce elementi di micro conflittualità tra consumatore ed esercente ed accresce il senso di confusione e smarrimento del consumatore. Questo il commento di Confcommercio alla giornata di protesta indetta da alcune associazioni di consumatori.
La mancata o parziale liberalizzazione di alcuni settori strategici, le tariffe ed i prezzi di beni e servizi non regolati da un mercato realmente concorrenziale - prosegue la nota -incidono infatti non solo sui bilanci delle famiglie ma anche su quelli delle imprese.
L’andamento dei consumi, ormai fermi al’1%, non lascia certo margini alle imprese di aumentare i prezzi se non in quei casi in cui hanno dovuto sopportare dei costi non comprimibili. La dinamica dei prezzi registrata da Confcommercio e da Faid (grande distribuzione) dopo il periodo di doppia circolazione coinciso con leggeri aumenti dei listini, evidenzia incrementi limitati ad alcune tipologie di prodotti e compensati da altrettanti decrementi di prezzo su altre tipologie di merce.
In particolare si sottolineano incrementi dovuti all’aumento della materia prima per l’olio extravergine (+3% al consumo a fronte del +10% della materia prima proveniente da paesi non comunitari; la pasta (+3%, per il costo del grano), biscotti (0,5%, per variazioni nei listini a monte); zucchero (+1,1, per effetto della legge sul sottocosto), succhi di frutta (+1,2% per innalzamento del prezzo della frutta).
I prodotti che hanno registrato diminuzioni di prezzo sono: caffè (-3%), latte UTH (-1,2%), carta (-5%), prodotti per l’igiene personale (-2%), accessori per la casa e la persona (-0,5%).
Infine, conclude la nota, anche i consumatori dovrebbero fare attenzione agli arrotondamenti: moltiplicando il valore in euro per 2.000, come si è portati a fare, la percezione del prezzo reale viene alterata, specialmente per importi superiori ai 10 euro.