Da un anno consumi costantemente "sotto zero". Resistono tempo libero, comunicazioni e Ict domestico

Da un anno consumi costantemente "sotto zero". Resistono tempo libero, comunicazioni e Ict domestico

82/2011

                                                                 

 

 

 

82/11

Roma, 5.5.2011

 

Da un anno consumi costantemente “sotto zero”. Resistono tempo libero, comunicazioni e Ict domestico

 

INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO:

GIU’ A MARZO PER IL CROLLO DELLE AUTO

 

 

L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a marzo 2011 una diminuzione del 2,5% in termini tendenziali, dato che ha determinato una flessione nei primi tre mesi dell’anno dell’1,9% (tab. 2) e che, per il dodicesimo mese consecutivo, tiene “incollati” i consumi sotto lo zero. Ma sul dato del primo trimestre pesa molto l’andamento della domanda di autovetture tanto che, al netto di questa componente, la variazione dell’Indicatore risulterebbe, infatti, positiva e pari a +0,5%. In termini congiunturali l’ICC (al lordo della vendita di automobili) mostra, invece, un contenuto incremento (+0,1%), dato che ha determinato una stabilità nei primi tre mesi del 2011 (fig. 2). Il quadro congiunturale generale continua, tuttavia, ad essere caratterizzato da una ripresa economica dai toni non particolarmente sostenuti, connotata da molti elementi di incertezza, tra i quali l’aumento dei prezzi delle materie prime. Questo contesto è confermato dall’ulteriore regresso registrato ad aprile dal clima di fiducia delle famiglie, le quali ritengono possibile il permanere di difficoltà anche nei prossimi mesi. Anche il clima di fiducia delle imprese mostra un andamento incerto. I livelli della produzione industriale, seppure in crescita, risultano infatti privi di quello slancio necessario a ridare tono alla nostra economia. Secondo l’indagine rapida di Confindustria, la produzione industriale registra ad aprile un contenuto miglioramento (+0,3 rispetto a marzo), tendenza che, stando agli ordini (+1,3% congiunturale), dovrebbe proseguire a ritmi non particolarmente sostenuti anche nei prossimi mesi. E’ invece positiva la dinamica dell’occupazione nel mese di marzo, anche se la ripresa non si traduce ancora in maggiori redditi e maggiori consumi.

 


Fig. 1

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

 

 

La dinamica tendenziale dell’ICC di marzo riflette, in linea con quanto registrato nei mesi precedenti, una netta contrazione dei volumi acquistati dalle famiglie per i beni (-4,0%) ed un aumento della domanda di servizi (+1,9%).

I prezzi dei beni e dei servizi che compongono l’ICC hanno evidenziato un’accelerazione determinata dal permanere di tensioni nel comparto della mobilità, soprattutto carburanti, dell’alimentare e dal rinnovo dei listini dell’abbigliamento e calzature (tab. 3).

 

Fig. 2


 


Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

 

 

La domanda per beni e servizi ricreativi ha mostrato, rispetto a marzo dello scorso anno, un incremento dell’1,7% a cui ha contribuito, in larga parte, il permanere di un trend espansivo per la componente relativa alle spese per giochi, lotterie e scommesse.

La spesa per i servizi di ristorazione e d’alloggio ha evidenziato una crescita in termini reali dello 0,3%.

I consumi per beni e servizi per la mobilità hanno mostrato una netta diminuzione in termini tendenziali (-21,3%). Il dato, seppure largamente influenzato dalla decisa contrazione della domanda di autovetture da parte dei privati, risente di andamenti non particolarmente brillanti delle altre voci che compongono l’aggregato (con la sola eccezione dei trasporti aerei). Per quanto concerne le autovetture, i primi dati relativi ad aprile lasciano intravedere la prosecuzione delle difficoltà attraversate dal mercato.

Nel mese di marzo la domanda di beni e servizi per le comunicazioni e per l’ICT domestico ha registrato, rispetto all’analogo mese del 2010, una crescita consistente (+5,1), andamento determinato dalla componente relativa ai beni.

I volumi acquistati dalle famiglie per beni e servizi per la cura della persona hanno mostrato un incremento dello 0,2%.

Gli acquisti di articoli di abbigliamento e calzature hanno mostrato una riduzione del 3,3%, sottolineando come i dati dei primi due mesi dell’anno fossero da collegarsi ai saldi e all’affermarsi di una tendenza che vede concentrarsi sempre di più gli acquisti delle famiglie in alcuni periodi dell’anno.

La domanda di beni e servizi per la casa ha mostrato, a marzo, una flessione dello 0,1%, confermando il momento non particolarmente brillante dei consumi, soprattutto per i beni che compongono l’aggregato.

Infine, per quanto concerne la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari, le bevande e i tabacchi, la stima per marzo segnala un ulteriore e deciso ridimensionamento in termini reali (-1,6%). Il dato potrebbe aver risentito dell’effetto Pasqua che lo scorso anno era caduta nei primissimi giorni di aprile movimentando gli acquisti già nella seconda parte di marzo.

 

TAB. 1 - DINAMICA DELL’ICC IN VALORE - VARIAZIONI TENDENZIALI


 


Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

 

 

TAB. 2 - DINAMICA DELL’ICC IN QUANTITA’ - VARIAZIONI TENDENZIALI


 


Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

 

 


TAB. 3 - DINAMICA DEI PREZZI ICC - VARIAZIONI TENDENZIALI

 


Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

 

 

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

 

 

I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano a marzo un aumento dell’ICC rispetto a febbraio dello 0,1%. Nell’ultimo trimestre a media mobile l’indicatore segnala, al lordo della componente relativa alle autovetture, una sostanziale stazionarietà. Lievemente più favorevole risulta la dinamica dell’indicatore al netto delle auto, dato che non modifica il quadro d’insieme che continua a caratterizzarsi per una situazione di accentuata debolezza dei consumi (fig. 2).

Il contenuto miglioramento di marzo è sintesi di una modesta crescita (+0,1%) sia della domanda di beni che di servizi (tab. 4). 

Tra i diversi aggregati che compongono l’indicatore, solo per i beni e servizi per le comunicazioni (+1,9) ed i ricreativi (+0,9%) si registra un apprezzabile miglioramento.

Per gli altri beni e servizi il quadro continua ad essere caratterizzato da una tendenza alla stazionarietà della domanda con riduzioni di un certo rilievo nel settore dei beni e servizi per la mobilità (-2,8%) e l’abbigliamento e le calzature (-0,5%).

 

 

 

TAB. 4 - ICC IN QUANTITA’ - VARIAZIONI CONGIUNTURALI


(DATI DESTAGIONALIZZATI)

 


Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

 

 


 

PRODOTTI E SERVIZI CONSIDERATI

 

Beni e servizi ricreativi

Servizi postali

Cinema, sport e altri spettacoli

Servizi per le comunicazioni

Concorsi e pronostici

Beni e servizi per la cura della persona

Cartoleria, libri, giornali e riviste

Sanità

Compact disk, supporti magnetici audio, video e

Prodotti farmaceutici e terapeutici

strumenti musicali

Prodotti di profumeria e cura della persona

Giochi, giocattoli, articoli per lo sport ed il campeggio

Abbigliamento e calzature

Altri prodotti

Abbigliamento, pellicce e pelli per pellicceria

Alberghi, pasti e consumazioni fuori casa

Calzature, articoli in pelle e da viaggio

Alberghi

Beni e servizi per la casa

Pubblici esercizi

Affitti

Beni e servizi per la mobilità

Energia elettrica

Motocicli

Mobili, articoli tessili, arredamento per la casa

Automobili

Elettrodomestici, radio, tv, registratori

Carburanti

Generi casalinghi durevoli e non durevoli

Pedaggi

Utensileria per la casa e ferramenta

Trasporti aerei

Alimentari, bevande e tabacchi

Beni e servizi per la comunicazione

Alimentari e bevande

Telecomunicazioni, telefonia e dotazioni per l’informatica

Tabacchi

Foto-ottica e pellicole

 

 

CONSUMI & PREZZI è uno strumento di analisi congiunturale che Confcommercio mette a disposizione dei propri associati e di tutti coloro che sono interessati alla dinamica di breve periodo della spesa reale delle famiglie e dei prezzi delle principali voci di consumo.

 

Per raggiungere tali obiettivi si utilizzano informazioni mensili fornite da istituti ed organizzazioni pubbliche e private e dati provenienti dalle diverse indagini congiunturali condotte dall’ISTAT.

 

I gruppi di prodotti e di servizi osservati sono attualmente 30 pari, nell’anno 2010, al 58,2% del valore dei consumi effettuati sul territorio. Escludendo le spese relative ai fitti imputati la rappresentatività sale, sempre nel 2010 al 67,1%. Per i servizi l’incidenza è del 34,0%, dato che sale al 46,0% escludendo i fitti figurativi dal totale dei servizi di Contabilità Nazionale. Per i beni l’incidenza è dell’83,5%.

 

Tra il 2000 e il 2010 la variazione in quantità registrata dal paniere di beni e servizi utilizzati in CONSUMI & PREZZI è del 6,5% a fronte del 3,2% rilevato sulla base dei consumi sul territorio di Contabilità nazionale. Nell’ultimo biennio le variazioni sono risultate pari rispettivamente a –0,6% ed a –1,0%.

 

La banca dati utilizzata si basa su serie mensili (primo dato gennaio 2000) dei livelli di spesa in valore ed in quantità da cui si desumono gli indici di prezzo. Nel caso di informazioni trimestrali si è proceduto all’interpolazione dei dati mancanti.

 

La base per i livelli in volume è rappresentata dall’anno 2000. Come indici di prezzo delle serie elementari si è utilizzato il relativo NIC riportato a base 2000. Per l’abbigliamento e le calzature le serie elementari sono deflazionate con l’IPCA riportato a base 2000.

 

Le serie sono destagionalizzate con la procedura TRAMO-SEATS.

 

Per ulteriori informazioni sulla metodologia si rimanda alla nota pubblicata il 28 marzo 2011.

 

PROSSIMA USCITA: 7 giugno 2011

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