DPEF: "C'E' UNA NUOVA CORNICE, MA IL QUADRO DOV'E'?"

DPEF: "C'E' UNA NUOVA CORNICE, MA IL QUADRO DOV'E'?"

Intervenendo all'incontro a Palazzo Chigi tra parti sociali e Governo sul Dpef, il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, ha sottolineato che le linee guida "non sono convincenti" e che per ora è impossibile "alcun giudizio di merito" sulla manovra.

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27 luglio 2004
Dpef: “c’è una nuova cornice ma il quadro dov’è

Dpef: “c’è una nuova cornice ma il quadro dov’è?”

 

“E’ chiaro che le linee guida del Documento di programmazione economica e finanziaria che ci sono state ora esposte e che presuppongono un rastrellamento delle risorse di entità gigantesche non possono essere per ora, in nessun modo convincenti”. Intervenendo all’incontro a Palazzo Chigi tra le parti sociali e il Governo sul Dpef, il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, ha sottolineato che “c’è una nuova cornice, ma manca ancora il quadro e fino a quando non lo conosceremo non potremo esprimere alcun giudizio di merito su questa manovra”.

“Ha fatto bene, anzi benissimo, il Governo a mettere sul tavolo i conti veri di una finanza

pubblica che appare sulla soglia del collasso – ha rimarcato il presidente di Confcommercio - come è importante che esso, per fronteggiare una situazione che ormai rischia di soffocare ogni possibilità di sviluppo della nostra economia, abbia deciso, nel medesimo tempo, di ripristinare forme più attive di dialogo e di confronto con le parti

sociali”. Ma, secondo Billè, restano ancora senza risposta almeno “tre fondamentali interrogativi”. “Il primo è chi pagherà davvero il conto di questa ritrovata politica di austerità. Perché se questo conto lo dovessero pagare per intero o in gran parte,

proprio le imprese o le famiglie, allora il risultato davvero disastroso sarebbe quello di un Paese destinato ad una fase di stagnazione assai prolungata, quasi infinita. Il che -

ha aggiunto Billè - alla fine renderebbe impossibile anche lo stesso risanamento strutturale dei conti dello Stato. Se la manovra non prenderà questa sciagurata rotta, avrà tutto il nostro appoggio. Se invece, proprio questa fosse alla fine la vera rotta, allora non ci resterebbe che una cosa, e una cosa soltanto: salire sulle barricate e combattere il peggio con il peggio”.

Il secondo interrogativo avanzato da Billè riguarda il taglio delle tasse: “in questo Dpef – l’accenno ad ogni ipotesi di riduzione fiscale sia sul versante dell’Irpef che su quello dell’Irap appare assai sfumato e scritto con la matita a margine; occorrono invece, su questa fondamentale questione, conferme precise e scritte con inchiostro indelebile”. Il terzo quesito “è che il Governo non ci ha ancora detto nulla di nulla, né su come potranno realizzarsi, grazie alle dismissioni e alle cartolarizzazioni, 100 miliardi di euro di

nuove entrate, né più in generale, quali misure strutturali verranno adottate, nel solo 2005, per recuperare risorse per 17 miliardi di euro, più 7 di una tantum”.

 

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