Dpef, i tempi si allungano di nuovo

Dpef, i tempi si allungano di nuovo

Slitta alla prossima settimana l'incontro con le parti sociali. La bozza del documento indica per quest'anno economia ferma e rapporto deficit-Pil al 4,7%. Per rientrare si punta alle privatizzazioni ed alla riduzione di evasione ed elusione.

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6 luglio 2005
Dpef, i tempi si allungano

Dpef, i tempi si allungano di nuovo

 

Un anno a crescita zero. Sarà il Governo stesso a mettere nero su bianco nel Documento di programmazione economica e finanziaria, che sarà presentato nei prossimi giorni alle parti sociali, la conferma che nel 2005 l'economia italiana resterà perfettamente ferma.

Che il quadro sia ancora in fase di evoluzione e i problemi restino ancora in parte irrisolti lo indica però la decisione, comunicata ieri sera da Palazzo Chigi, di un nuovo slittamento di tempi per il Dpef. L'illustrazione delle misure a enti locali e parti sociali, inizialmente prevista per questa settimana (il 7 e l'8) è stata infatti rinviata di una settimana 813 e 14 luglio), all'indomani del Consiglio Ecofin in cui saranno sancite le raccomandazioni di Bruxelles all'Italia. Parallelamente alla crescita zero il Dpef mette in luce che il rapporto deficit-Pil quest'anno sforerà generosamente i tetti di Maastricht per attestarsi al 4,7% e il debito tornerà a salire fino al 108,2% dal 106% da cui era scesa lo scorso anno.

Il 2005 sarà quindi un anno di piena stagnazione e dai conti pubblici in grave difficoltà, anche se il Governo è pronto a intravedere segnali di ripresa da identificare principalmente in una sostanziale tenuta dei consumi. Forte di questa convinzione il Governo fisserà all'1,5% il tasso di crescita per il 2006.

Il punto della situazione è stato fatto a Palazzo Chigi direttamente da Silvio Berlusconi che ha ascoltato da Domenico Siniscalco le linee guida del prossimo Dpef, ancora in bozza, tengono a precisare al Tesoro, ma dal profilo sufficientemente delineato.

A fronte di questo quadro c'è da attendersi una manovra netta, si legge nel Dpef, da 10/11 miliardi pari quindi a uno 0,8% di Pil, in grado di far scendere al 3,8% nel 2006

il rapporto deficit-Pil. Altrettanto si dovrà fare l'anno successivo per riequilibrare ai parametri di Maastricht i conti pubblici: nei piani di Siniscalco il deficit-Pil nel 2007 dovrà tornare al 2,8%. Un quadro che viene giudicato assolutamente in linea con le richieste di Bruxelles, che invoca un rientro in due anni entro il patto di stabilità.

Tra le misure da adottare per mettere fine ad anni di misure una-tantum il Tesoro fa sapere di voler puntare con decisione a una riduzione dell'evasione fiscale e contributiva e di dare nuovo impulso a privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico. Nei piani

Molta attenzione sarà dedicata anche allo sviluppo e alla riduzione della pressione fiscale, incentrata essenzialmente su una progressiva riduzione dell'Irap attraverso l'esclusione del costo del lavoro dalla base imponibile. Altro capitolo importante sarà quello della tutela dei livelli di vita delle famiglie. Tra le misure previste spiccano il contenimento di voci quali affitti, energia, trasporti, banche e assicurazioni da affiancare

a un politica di controllo di tariffe pubbliche e servizi.

 

 

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