Finanziaria, maggioranza divisa sulle rendite
Finanziaria, maggioranza divisa sulle rendite
Finanziaria, maggioranza divisa sulle rendite
An rilancia la possibilità di tassare le rendite finanziarie, Bot e Cct esclusi, e all'interno
della maggioranza si scatena un nuovo scontro sulla legge Finanziaria. Se l'Udc si dice sostanzialmente d'accordo, la Lega innalza le barricate. "Su questo punto la nostra
posizione è quella del premier - fa sapere il ministro del Welfare, Roberto Maroni - nessun intervento sulle rendite". La proposta di Alleanza nazionale, illustrata nelle sue
linee portanti dal ministro Gianni Alemanno prevederebbe un sostanziale allineamento alle medie europee passando così dall'attuale 12,5% al 27%. Dall'operazione, che
dovrebbe comunque tutelare piccoli risparmiatori e investitori, An calcola di recuperare tra i 3 e i 4 miliardi, più o meno quanto serve per coprire i promessi sgravi Irap. "Bisogna dare un segnale forte per rafforzare il reddito da lavoro e il sistema produttivo e industriale", spiega Alemanno secondo cui, più in generale, la prossima manovra deve evitare "misure elettoralistiche e assalti alla diligenza".
Al fianco di An si schiera l'Udc. Spiega il sottosegretario all'Economia Michele Vietti: "l'idea di riportare la tassazione sulle rendite ad un valore medio del 23% con una franchigia per i piccoli imprenditori non è in contraddizione con l'impegno elettorale di non aumentare le tasse. E quindi non può essere scartata a priori". Vietti conferma anche che la prossima manovra oscillerà intorno ai 21-22 miliardi e che i problemi grossi
riguardano la ricerca di copertura ai promessi sgravi. "Una parte delle risorse potrà venire da tagli di spesa e da una revisione del meccanismo del tetto del 2% alla spesa pubblica".
La partita della Finanziaria appare ancora all'inizio malgrado manchino poco più di quindici giorni alla data di presentazione in Parlamento. E su di essa sta per arrivare il nuovo avvertimento del Fondo monetario che ancora una volta chiederà al Governo italiano riforme forti in settori chiave come servizi, commercio e lavoro, dopo la buona strada imboccata con la riforma delle pensioni.
Alla vicenda della Finanziaria si affianca in queste ore il capitolo della riforma del Tfr che sta faticosamente cercando di raggiungere un punto di sintesi. Ieri Confindustria è tornata a mostrare un atteggiamento di disponibilità. La riforma va nella giusta direzione, ha osservato la Giunta degli industriali, che ha però dato mandato al presidente Luca di Montezemolo di approfondire una serie di questioni. In particolare Confindustria chiede che vengano sciolti tre nodi fondamentali che riguardano la creazione di fondi di garanzia per le imprese una compensazione sul costo del lavoro e un miglior accesso al credito.