FIPE:"ASPETTIAMO L'ISTAT PRIMA DI DARE GIUDIZI"

FIPE:"ASPETTIAMO L'ISTAT PRIMA DI DARE GIUDIZI"

P:03 d:22-8-2003 t:aD AGOSTO INFLAZIONE AL 2,8 PER CENTO

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22 agosto 2003
Inflazione, la Fipe: “Aspettiamo l’Istat prima di dare giudizi”

Inflazione, la Fipe: “Aspettiamo l’Istat prima di dare giudizi”

 

“Andiamoci piano con i giudizi affrettati sul rincaro prezzi in bar e ristoranti. Aspettiamo che l’Istat elabori i dati sulle anticipazioni delle città campione e ci consenta di meglio interpretare i fenomeni”. Questa la sollecitazione di Fipe-Confcommercio all’indomani dei dati sull’inflazione di agosto. “La voce alberghi e pubblici esercizi - continua la nota della Fipe - è una voce composita che include consumazioni al bar e nei ristoranti, spese di alloggio per alberghi, campeggi e agriturismi. E proprio queste ultime tre sottovoci sembrano aver spinto gli indici con valori che raggiungono, su base mensile, rispettivamente + 0,8%, + 15,8% e + 9,1%, soprattutto nelle città più calde (come Milano, Trieste, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Ferrara) dove l’indice complessivo supera il + 0,4%”.  “Va comunque detto – aggiunge la Fipe -che il livello medio dei prezzi nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda la ristorazione, è in linea con quello di altri paesi europei, nonostante le nostre strutture sopportino pesanti inefficienze strutturali, che tutti conosciamo, e imposte locali di gran lunga superiori e che continuano a lievitare”. “Prova ne siano – prosegue la nota - i forti aumenti subiti in corso d’anno sia per la raccolta dei rifiuti solidi urbani (con punte superiori al +50%), sia per i canoni di utilizzo del suolo pubblico (+10-15%) che per l'introduzione ex novo o l'incremento dell’Irpef comunale”. La Fipe conclude sottolineando che “un forte e urgente impegno governativo, sarà senz'altro determinante per avviare la soluzione del problema se s’interverrà almeno su tre versanti: quello del contenimento delle tariffe e delle imposte locali, quello più strettamente fiscale (un’IVA ridotta a tutto il turismo ridarebbe slancio competitivo anche internazionale al settore e migliorerebbe il potere di acquisto dei consumatori), nonché quello di una precisa politica destagionalizzante del turismo che consentirebbe alle imprese di assumere, anche sul versante dei prezzi, comportamenti più sereni e strutturali”.

 

 

 

 

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