Fisco: concordato preventivo triennale al decollo

Fisco: concordato preventivo triennale al decollo

Il decreto, dopo un giro di confronto con le categorie, sarà varato a settembre. Confcommercio: "potenzialità positive per un nuovo sistema di rapporti tra fisco e contribuenti, ma non rinnegare i principi che hanno dato vita agli studi di settore".

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14 agosto 2003
Fisco: concordato preventivo triennale al decollo

Fisco: concordato preventivo triennale al decollo

 

Concordato preventivo triennale in rampa di lancio: circa 2 milioni di contribuenti potranno concordare con il fisco le imposte da pagare già da quest'anno, mentre a regime saranno 4 milioni i contribuenti interessati. Ad annunciare l’accelerazione nell’attuazione della delega fiscale è Giuseppe Vitaletti, consigliere economico del ministro Tremonti e presidente della Sose, la società per gli studi di settore. Vitaletti ha spiegato che il decreto, dopo un ultimo giro di confronto con le categorie interessate, sarà varato a settembre.

Per i contribuenti si tratta di programmare imponibili un po’ maggiorati in cambio della tranquillità fiscale. Ma vi sarà anche il vantaggio di applicare da subito le nuova aliquote Irpef della riforma per gli incrementi di imponibile.

“Ci sono tutte le potenzialità positive per varare un nuovo sistema di rapporti tra fisco e contribuenti”, a condizione che “non vengano rinnegati i principi che hanno dato vita agli studi di settore'”. E’ la replica di Confcommercio, affidata al responsabile area legislazione di impresa Alessandro Vecchietti. Tuttavia, “per dare un giudizio definitivo occorre prima conoscere tutti i dettagli, ma siamo certi - sottolinea Vecchietti - che il concordato sarà finalizzato più a razionalizzare il sistema che a reperire risorse aggiuntive”. In ogni caso, può diventare un elemento positivo a precise condizioni: “anzitutto, il nuovo sistema deve essere coerente con gli studi settore. Poi deve servire a semplificare i rapporti tra amministrazione e contribuenti e dare, di conseguenza, tranquillità alle imprese permettendo loro anche di essere sul mercato a condizioni più favorevoli”. Insomma, per Vecchietti il concordato “deve avere un forte aggancio con la realtà e servire a razionalizzare il sistema e non penalizzare né premiare i contribuenti”.

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