Cercando la "buona" informazione

Cercando la "buona" informazione

Confcommercio ha organizzato la "Giornata della Comunicazione" dedicata all'etica della comunicazione. Sangalli: "Costruire la mappa dell'etica e la bussola dell'informazione".

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24 ottobre 2024

La sede di Confcommercio a Roma ha ospitato la Giornata della Comunicazione che quest’anno aveva come titolo “L’etica della comunicazione: la responsabilità di ognuno di noi”. Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

Sangalli: " Costruire la mappa dell'etica e la bussola dell'informazione" 

 

"Pensando al tema di questa edizione - ha detto Sangalli - ho ripensato a quello che ci aveva detto lo scorso anno alla Conferenza di Sistema il professore Luciano Floridi, cioè che la morale ti dice che cosa devi fare mentre l'etica ti aiuta a scegliere quando non sai cosa fare". "Quindi - ha detto Sangalli - l'etica è uno strumento dirompente in un mondo come quella attuale dove il problema non è la mancanza di scelta ma il fatto di averne troppa perché la tecnologia ha letteralmente esploso le opzioni che abbiamo a disposizione e l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui le aggreghiamo e persino come le generiamo. Cosi, senza la mappa umana dell'etica, in questo mare di scelta rischiamo di andare alla deriva e lasciare la scialuppa di salvataggio in mano a un computer". 

"Un tempo si diceva che informazione e potere. Sicuramente l'informazione rimane anche oggi un vantaggio competitivo però in un mondo dove l'accesso di informazioni e sempre più ampio e meno verificabile io mi permetto di dirvi che il potere non nell'informazione ma nella formazione. Chi si informa sa ma chi studia e chi si forma conosce. E se condividere un informazione spesso ti fa perdere potere, condividere la conoscenza la fa diventare ancor più grande, la arricchisce e ti fa diventare ancora più importante per gli altri. Con questa prospettiva cambia tutto nell'impegno sociale e civile della rappresentanza e anche nella comunicazione. Ecco perché queste giornate di formazione nella comunicazione sono cosi importanti perché ci aiutano a ricostruire la mappa dell'etica e la bussola della responsabilità sempre più utili oggi, sempre più indispensabili per il nostro domani".   

Poi ha preso la parola il direttore della Comunicazione Sergio De Luca che ha ricordato la necessità di una chiamata di correità rispetto alla disinformazione. “Abbiamo un problema –ha detto De Luca – ed è quello di cercare la verità. Perché oggi, dopo la pandemia, la disinformazione è aumentata del 500%. Siamo arrivati al punto che sui social si può mentire senza neanche temere smentite”. De Luca ha poi sottolineato le le storture dello storytelling che "trasforma le storie in merce". Il direttore ha poi osservato la necessità di una collaborazione tra chi comunica e il mondo dell’informazione. “La cattiva informazione – ha concluso De Luca- non è colpa dei social. La crisi dell’informazione e della responsabilità dei comunicatori”.

 


La giornata è proseguita con l’intervento di Annamaria Testa, saggista e docente, che ha raccontato brevemente il lungo percorso evolutivo della comunicazione, dalla conquista del linguaggio, prima parlato e poi scritto, fino ad arrivare alla cultura condivisa grazie all’avvento di internet e dei social. Testa ha poi spiegato come la nostra epoca sia caratterizzata da un sovraccarico informativo e cognitivo spaventoso che si è intensificato negli ultimi 15 anni. Dal 2010 al 2025, infatti, la produzione di dati si è centuplicata (dati Statista). "La nostra attenzione è costantemente bombardata da migliaia di stimoli in competizione tra loro e nella maggior parte dei casi a prevalere sono i contenuti che suscitano emozioni forti come rabbia, paura e disgusto”.

 

 


L’intervento di Giovanni Grasso, Consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione, è stato dedicato alla comunicazione istituzionale nell’era dei social. “Quando arrivai al Quirinale non c’erano social attivi e abbiamo scelto di iniziare da Twitter, oggi X, perché sembrava quello dal profilo più politico ed istituzionale. Il problema dei social non è esserci è come restarci dentro comunicando in modo efficace e attuale. Ci siamo affidati a giovani trentenni per avere un panorama più obiettivo e consapevole di quel mondo. “Come Quirinale - ha detto Grasso - noi dobbiamo essere su tutti i canali per comunicare con tutte le fasce di età, perché il Presidente della Repubblica rappresenta tutti i cittadini”.

 


Intervistato da Francesco Specchia di Libero, Giovanni Minoli ha raccontato la sua esperienza professionale attraverso tanti anni di lavoro nella televisione. “La televisione generalista – ha detto Minoli – è ormai un prodotto maturo. L’ultima vera invenzione è stato il grande Fratello, un programma che all’epoca era già nato per essere fruibile su più piattaforme”. Parlando di nuovi strumenti di comunicazione, Minoli ha osservato "che il solo fatto che un argomento venga riprodotto e diffuso via social o su determinate piattaforme streaming lo rende molto più attraente indipendentemente dal contenuto”.  Parlando poi dell’abbassamento della soglia del livello di attenzione che oggi nei giovani sta toccando livelli record, Minoli ha detto che “Mixer per esempio fu una risposta all’avvento telecomando che incideva drasticamente sulla possibilità dei telespettatori di cambiare canale. Facemmo un programma che appunto era un misto di servizi e interviste per rendere più movimentata la trasmissione e non annoiare lo spettatore”.  

 


A chiudere la giornata è stato Aldo Cazzullo, che ha ripercorso la storia dell’identità italiana dai Romani all’avvento del cristianesimo, da Dante al Rinascimento fino al Risorgimento.

 

 

a cura di 

Ugo Da Milano

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