IL TESTO INTEGRALE DEL SONDAGGIO

IL TESTO INTEGRALE DEL SONDAGGIO

d:7-5-2004 p:03 t:I giovani italiani credono nell'Europa, ma chiedono più attenzione

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7 maggio 2004


 

 

 

 

 


“Quali imprese per l’Italia di domani”

 

I° Forum Nazionale Giovani Imprenditori Confcommercio

 

 

 

 

Sondaggio

“I giovani e l’Europa”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lecco, 7 e 8 Maggio 2004


I giovani e l’imprenditoria

-          L’idea di intraprendere un’attività imprenditoriale è “venuta in mente” a quasi 4 giovani su 10. Questa inclinazione è però decisamente più marcata presso i maschi (quasi la metà: 47%) rispetto alle femmine (29%).

-          Giovani e giovani imprenditori (un terzo di ciascuno dei due gruppi) concordano nell’identificare con gli elevati costi per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie come i maggiori ostacoli ad un’attività imprenditoriale giovanile. Secondo i giovani imprenditori, seguono, in ordine di importanza, l’elevata pressione fiscale (32%) e poi la burocrazia (23%). I giovani invece si concentrano sulle difficoltà di accesso al credito stesso (30%).

 

I giovani e il lavoro

-          L’attesa per il “primo lavoro”. Senza considerare quel “quarto” di giovani che dichiara di essere ancora studente, circa il 50% degli altri dice di aver dovuto attendere meno di 6 mesi prima di trovare un lavoro. La percentuale sale al 70% se si considera il target dei giovani imprenditori. Tra questi però, poco meno del 20%, dichiara però di aver impiegato più di 2 anni a trovare il lavoro. E tra i giovani, esclusi quelli che dichiarano di essere ancora studenti, circa il 16% dice di non aver ancora trovato lavoro.

-          Per circa 2/3 dei giovani e un po’ più del 50% dei giovani imprenditori, di coloro che hanno trovato lavoro dopo gli studi, l’attività lavorativa trovata risponde (“molto” o “abbastanza”) alle proprie aspettative e al tipo di formazione ricevuta.

-          Lavoro attuale e lavoro “desiderato”: comparando i dati relativi al tipo di lavoro attuale e al tipo di lavoro “desiderato” emerge che il tipo di occupazione più ambito è quello autonomo: infatti se “solo” il 22% del campione dice di svolgere un’attività di tipo autonomo, tale genere di occupazione è desiderata dal oltre il 50% del campione stesso. Meno amato il regime di “dipendenza” in una piccola azienda: è il tipo di lavoro svolto da circa il 30% dei giovani, ma è desiderato da solo il 13% del campione. Sostanzialmente stabili i dati sulla “grande azienda”, che occupa circa 1/3 dei giovani intervistati e che è desiderata da circa la stessa quota di persone (poco meno: 29%).

-          Formazione scolastica e lavoro: per quasi il 50% dei giovani e per oltre il 40% dei giovani imprenditori, la formazione ricevuta nel periodo scolastico o universitario è risultata adeguata (“molto” o “abbastanza”).

 

I giovani e l’Europa:

-          Oltre il 70% dei giovani imprenditori ritiene importante il fatto di far parte dell’Unione Europea.

-          Risulta piuttosto diffusa la convinzione che l’UE non abbia fatto abbastanza per i giovani. Infatti meno del 40% dei giovani e circa il 30% dei giovani imprenditori ritiene che l’Unione Europea si sia data “abbastanza da fare” per i giovani europei.

-          Ma il 54% dei giovani e quasi il 60% dei giovani imprenditori esprime fiducia nella capacità dell’UE di immaginare e di disegnare un futuro per i giovani.

-          Il sentimento largamente prevalente nei confronti dell’UE è la speranza, sia per i giovani (54%) che per i giovani imprenditori (58%). Seguono però alcuni euroscettici, che esprimono scetticismo (14%) o delusione (circa il 10%).

-          Circa 2/3 dei giovani e il 70% dei giovani imprenditori crede (“molto” o “abbastanza”) nell’Unione Europea.

-          Il giudizio complessivo sull’UE è dunque positivo sia per i giovani imprenditori (presso i quali i positivi vs UE sono oltre 2,5 volte i negativi) che, soprattutto per i giovani (i positivi sono quasi 3 volte i negativi).

-          Il futuro geopolitico dell’UE è visto dai giovani fondamentalmente nella stessa forma che l’UE ha attualmente (quasi il 40%) mentre quasi 1/3 vede un possibile sviluppo verso il modello federale come gli USA. I giovani imprenditori invece denotano una visione speculare, ovvero vedono più probabile il modello federale tipo USA (40%) rispetto al proseguimento dell’attuale formula politica (33%).

 

L’Italia e gli altri Paesi Europei

-          Circa il 50% dei giovani imprenditori è convinto che gli altri stati dell’Unione Europea (magari solo alcuni) sostengano l’imprenditoria giovanile più di quanto faccia l’Italia.

-          “Tecnologia” soprattutto ma anche “innovazione” e “qualità della vita” sono i tre aspetti che, per entrambi i target, costituiscono un vantaggio per un giovane italiano rispetto ai giovani degli altri Paesi Europei.

-          In generale però i giovani imprenditori sono più negativi dei giovani: secondo i giovani imprenditori infatti, solo in 3 (quelli sopra citati) dei 10 aspetti rilevati, costituiscono un vantaggio per i giovani italiani sui giovani europei.

-          I giovani invece considerano positivamente anche l’aspetto della formazione professionale. Sembrano non costituire né un punto di vantaggio né uno svantaggio la “possibilità di carriera” e “il sistema di tutela per i lavoratori”.

-          Per entrambi i target gli aspetti che sono vissuti come svantaggiosi per i giovani italiani rispetto agli europei sono: “facilità di accesso al mondo del lavoro”, ma soprattutto il “livello delle remunerazioni”. I giovani imprenditori si focalizzano anche sui problemi di “accesso al credito”, problemi che secondo 2 giovani imprenditori su 3 costituiscono uno svantaggio.

-          Nessun altro Paese Europeo emerge in modo “netto” come Paese che ha il Governo più vicino ai giovani. Ma un terzo dei rispondenti indica Francia, Gran Bretagna o Germania.

 

I Giovani, il sistema economico-bancario e la classe politica italiana

-          Il giudizio circa l’andamento del sistema economico bancario italiano degli ultimi anni è certamente negativo, soprattutto secondo i giovani imprenditori, per oltre la metà dei quali il sistema ha perso in competitività. La percentuale scende a 1/3 degli intervistati fra i giovani.

-          Le principali ragioni emerse (tra coloro che hanno dichiarato che l’Italia ha perso competitività) sono legate all’eccessivo costo del lavoro, alla mancanza di un’adeguata riforma del mercato del lavoro, e a non adeguati investimenti in ricerca e sviluppo (con percentuali tra il 14% e il 20%). Molti intervistati però non sono in grado di individuare con precisione le motivazioni di tale dinamica negativa.

-          I giovani esprimono opinioni fortemente negative nei confronti della classe politica italiana. Infatti solo 1/6 circa degli intervistati, sia giovani che giovani imprenditori, fornisce giudizi positivi sulla nostra classe politica.

-          Alla domanda “se avesse la bacchetta magica, cosa cambierebbe prima di ogni altra cosa nel sistema Italia?”, la risposta più frequente è stata la “classe politica” (43% dei giovani imprenditori e i 35% dei giovani). L’item “burocrazia” catalizza 1/4 delle risposte dei giovani imprenditori e 1/5 di quelle dei giovani; ma curiosamente 1/5 dei due target indica anche la “testa degli italiani”. I giovani imprenditori si soffermano anche su “sindacati” e su “Governo” (circa 1/6 del campione), mentre i giovani indicano, oltre al “Governo” (25%), anche il desiderio di cambiare il sistema scolastico (16%).

 

I giovani e l’opportunità di “nascere un’altra volta”

-          Avendo la possibilità di rinascere, più di 1/3 dei giovani imprenditori e circa 1/4 dei giovani, sceglierebbe di nascere un’altra volta in Italia. Tra gli altri Paesi non emerge nessuno in particolare: Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e Francia collezionano circa, ciascuno, circa il 10% delle preferenze.

 

Legge Biagi e Riforma Moratti

-          Legge Biagi: meno di un terzo di entrambi i campioni conosce i contenuti della Legge Biagi (giovani 29% e giovani imprenditori 31%). Simile tra i due target anche il gradimento espresso per tale legge, con un dato leggermente più positivo da parte dei giovani imprenditori (il cui 68% dichiara di gradire la Legge “abbastanza” o “molto”) rispetto al 62% dei giovani. In parole più semplici: meno di un terzo di entrambi i target conosce i contenuti della legge, che è però gradita da circa 2/3 di chi la conosce (con una leggera prevalenza positiva per i giovani imprenditori).

-          Riforma Moratti: il 60% dei giovani dichiara di conoscerne i contenuti, ma solo 1/4 di questi la gradisce (“molto” o “abbastanza”). Valutazioni migliori da parte dei giovani imprenditori, tra i quali 1 su 2 di coloro che la conoscono (che sono la metà degli intervistati), asserisce di gradirla.

-          La Riforma Moratti appare quindi più controversa: decisamente più conosciuta rispetto alla Legge Biagi, ma gradita in modo significativamente più contenuto: solo 1/4 dei giovani e “solo” la metà dei giovani imprenditori.  

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