Indicatore Consumi Confcommercio: insufficiente recupero nei mesi estivi
Indicatore Consumi Confcommercio: insufficiente recupero nei mesi estivi
Confermata la difficoltà per autovetture e trasporti aerei (-12,4%)
L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala ad agosto una riduzione del 2,7% in termini tendenziali ed una crescita dello 0,2% rispetto al mese precedente (tabb. 2 e 3) mostrando per il secondo mese consecutivo, una tenuta dei consumi. Un dato che evidenzia il tentativo delle famiglie di non comprimere, oltre una certa soglia, il consumo, soprattutto nei mesi estivi, dopo una prima parte dell’anno in cui hanno registrato una sensibile riduzione del proprio reddito disponibile, che si è tradotta in un netto calo della domanda. Tuttavia, il quadro attuale continua ad essere caratterizzato da elementi che non portano a ritenere possibile, nel breve periodo, un’inversione di tendenza rispetto al profilo declinante che l’economia italiana sta seguendo dal terzo trimestre del 2011.
Le modalità e la dimensione con cui questi impulsi si trasmetteranno al consumo, unitamente agli effetti negativi che potrebbero derivare dalle scadenze fiscali di fine anno sui comportamenti di spesa delle famiglie, rappresentano elementi che inducono a guardare con preoccupazione alla parte finale dell’anno.
Stando alle prime stime di Confindustria, a settembre la produzione industriale ha registrato una diminuzione dello 0,3% in termini congiunturali; in ridimensionamento sono risultati, nello stesso mese, gli ordinativi (-0,6%). La stabilizzazione dei consumi registrata a luglio ed agosto appare in linea con un sentiment delle famiglie che, pur attestato sui livelli minimi, evidenzia a settembre una tenuta. Nello stesso mese il clima di fiducia delle imprese ha registrato un deterioramento, determinato dal peggioramento delle aspettative degli imprenditori dei servizi, a segnalare come la crisi si sia ormai diffusa a tutti i settori.
Nei mesi estivi in presenza di una stabilizzazione del tasso di disoccupazione e del numero di disoccupati, si sono registrate rilevanti riduzioni degli occupati. In particolare, ad agosto le persone impiegate nel processo produttivo hanno registrato una flessione di 75 mila unità rispetto a luglio e di 80 mila su base annua.
Le ore autorizzate di CIG, pur registrando ad agosto un incremento meno significativo rispetto a quanto rilevato a luglio, segnalano nei primi otto mesi dell’anno, un aumento, rispetto all’analogo periodo del 2011, pari a circa il 10%, con punte del 45% per la ordinaria.
La dinamica tendenziale dell’ICC di agosto riflette una diminuzione dell’1,4% della domanda relativa ai servizi e del 3,3% della spesa per i beni.
In un contesto che ha visto per molti beni e servizi il permanere di una situazione di contrazione dei consumi rispetto all’analogo mese del 2011, a cui fanno eccezione solo i beni e servizi per le comunicazioni (+3,1%), le riduzioni più significative della domanda hanno interessato, come già accaduto nei mesi precedenti, la mobilità (-12,4%) e l’abbigliamento e le calzature (-4,3%).
LE DINAMICHE CONGIUNTURALI
I dati destagionalizzati mostrano ad agosto un aumento dello 0,2% rispetto a luglio (tab. 3). In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore conferma la moderata tendenza al recupero già evidenziata il mese precedente. Questa dinamica ha solo riportato l’indicatore sui livelli di maggio (fig. 2).
Nel mese di agosto il modesto aumento dei volumi acquistati dalle famiglie ha interessato nella stessa misura i beni ed i servizi. In un contesto di moderato recupero della spesa delle famiglie, valori negativi si registrano per la mobilità (-0,9%) ed i beni e servizi per le comunicazioni (-0,1%).
LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di ottobre 2012 si stima una variazione congiunturale nulla dell’indice dei prezzi al consumo, con un tasso di crescita tendenziale pari al 2,6% in deciso ridimensionamento dal 3,2% di settembre. Questo andamento che potrebbe riportare l’inflazione, dopo 13 mesi, al di sotto del 3%, risente in larga parte del confronto con un mese nel quale, lo scorso anno, si dispiegarono i principali effetti dell’innalzamento dell’IVA dal 20% al 21%.