Intervista Billè su Avvenire

Intervista Billè su Avvenire

DateFormat

1 ottobre 2001

INTERVISTA Il presidente della Confcommercio punta su modifiche in Parlamento. «Va tenuto conto della straordinarietà del momento»

Billé perplesso: la manovra è da ritoccare

«La famiglia media è rimasta a secco, i consumi rischiano di crollare»

«Bisogna creare il consenso necessario per condurre in porto le riforme»

Francesco Riccardi

«La famiglia media è stata lasciata completamente a secco. E questo può avere gravi ripercussioni sui consumi, l'occupazione e i conti del Paese. Spero che questa Finanziaria sia provvisoria e si possa correggerla una volta in Parlamento. Ne serve una che tenga maggiormente conto della situazione straordinaria nella quale ci troviamo». Il presidente della Confcommercio Sergio Billé non nasconde le perplessità: «Comprendo le difficoltà dell'esecutivo che si è trovato prima un "buco" di 25mila miliardi nel bilancio e poi a dover fronteggiare il problema del terrorismo. Ma si poteva e si può a ncora fare di più: la Finanziaria va aggiustata, ritarata».

Cos'è che non funziona di questa manovra?

Non sembra tener conto della grave stagnazione in cui sono caduti i consumi, si è lasciato questo problema a «bagno maria» senza affrontarlo. Gli aiuti in più previsti per le famiglie e i pensionati riguardano livelli di pura sopravviven za. Non penserà certo il governo che alzando le pensioni minime a un milione per una parte degli anziani si possa risollevare l'economia nazionale... La famiglia media non solo usufruirà solo in parte dell'incremento della detrazione per i figli, ma perderà i benefici preventivati con il calo delle aliquote Irpef del 2002. Nel contempo si trova a dover affrontare il calo delle sue rendite finanziarie per la discesa dei mercati azionari e soprattutto una serie di aumenti delle tariffe che rappresentano vere e proprie bastonate: elettricità +3,1%, gas +6,5%, treni +3,7%, tasse universitarie +5, libri di testo +6%. In una parola: le famiglie italiane vedranno decisamente ridotto il loro potere d'acquisto.

Il governo punta sullo sviluppo, cercando di tagliare e razionalizzare la spesa pubblica.

Sì, ma bisogna fare attenzione. Giusto contenere le spese della Pubblica amministrazione, sarebbe un errore però comprimere oltremodo gli stipendi dei dipendenti pubblici, come mi sembra si voglia fare. Altrimenti ci ritroveremo con ulteriori risorse drenate alle famiglie. È la «macchina» statale che va ristrutturata, i bilanci di Ferrovie e Alitalia che vanno riportati in ordine.

Ma il fine di una legge finanziaria non può essere quella di «pompare» i consumi...

Il rischio è che si crei un circolo vizioso. Se il mercato interno perderà altri colpi rispetto alla stagnazione attuale, i cali occupazionali sarebbero inevitabili. Con conseguenze negative per tutti, comprese le casse dello Stato. Sarebbe come affrontare un Gran premio sotto la pioggia con le gomme da asciut to... Non stiamo chiedendo la luna, ma che siano prese in esame altre priorità rispetto a quelle fin qui fissate. Arrivo a dire che la legge Tremonti-bis andrebbe ripensata. Era uno strumento pensato per sv olgere una certa funzione in una congiuntura positiva. Ora rischia di avere altri effetti nella straordinarietà del momento.

Non si rischia di dover ricominciare tutto daccapo?

No, bisogna però creare nel Paese il consenso necessario a condurre in porto, senza traumi, le riforme strutturali necessarie. E non si può pensare di farlo mentre si chiede alle famiglie di stringere la cinghia... Bisogna arrestare, prima che crolli, la caduta del senso di fiducia dei cittadini-consumatori.

Il governo sembra voler procedere comunque in tempi stretti sulle riforme di previdenza, mercato del lavoro e fisco. Attraverso lo strumento delle leggi-delega, una specie di pistola alla tempia delle parti sociali.

Non sarei così drastico. Lo strumento della legge delega è un pallonetto lanciato in alto per smarcare. Ma guai se, su queste materie, il governo non intendesse coinvolgere le parti sociali e avesse già in tasca i testi scritti. Per noi poi sarebbe impensabile tenere disgiunte le riforme del fisco e del Welfare, che invece devono camminare insieme.

Finora, però, il governo non ha brillato quanto a volontà di concertazione. Sulla Finanziaria le parti sociali si sono incontrate con l'esecutivo appena qualche ora...

Sì, il rapporto poteva essere migliore. ma in questo momento non ci sono grandi differenze tra sindacati e imprenditori: tutti chiedono un sostegno ai consumi . Perciò dico che la Finanziaria è provvisoria e va ritoccata.

Il ministro Tremonti non pare particolarmente ansioso di riaprire il confronto. Dove si fanno le correzioni: in Parlamento?

Certo. Il presidente del Consiglio mi pare abbia già dato una disponibilità in questo senso. In ogni caso, la vicenda del voto sulle rogatorie ha dato un segnale inequivocabile e il governo non potrà non tenerne conto.

 

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca