Marzano: "il taglio alle tasse ci sarà"

Marzano: "il taglio alle tasse ci sarà"

Il ministro delle Attività produttive assicura che il Governo è determinato a ridurre le tasse sulle famiglie e sulle imprese: "lo faremo perché sta nel patto con gli italiani". "Sì alla concertazione, ma il dialogo deve essere costruttivo".

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1 luglio 2004
Marzano: “il taglio alle tasse ci sarà”

Marzano: “il taglio alle tasse ci sarà”

 

Il premier Silvio Berlusconi è determinato a ridurre le tasse sulle famiglie e sulle imprese e lo faremo perché sta nel patto con gli italiani. Sarà realizzata anche questa missione”. Nel suo intervento all’Assemblea Generale di Confcommercio il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, ha risposto così ad uno dei passi più “caldi” della relazione del presidente Billè, evidenziando che si tratta di una scelta politica di redistribuzione del reddito ai cittadini che punta “a ottenere i maggiori effetti sull’economia”.

Affrontando poi il capitolo degli incentivi, Marzano ha ricordato che “stiamo rivedendo e razionalizzando tutte le misure”, anche in modo da “renderle meno rigidamente settoriali” superando una situazione che nel passato ha visto “penalizzare il commercio”.  Per quanto riguarda il rapporto con le parti sociali, il ministro ha detto sì alla concertazione, ma il Governo deve attuare il suo programma senza “veti e interdizioni”. “Il dialogo sociale - ha sottolineato – deve essere costruttivo e non impedire la realizzazione del

programma di Governo, integrandolo e modificandolo con priorità diverse rispetto a tre anni fa”. Marzano ha ribadito di credere nella collaborazione tra le varie associazioni (Confindustria, Confcommercio, Banche, enti locali) ma ha fatto presente che “se non si riesce a collaborare tra tutti c’è il rischio che le diverse lobby si annullino a vicenda e paralizzino l’attività del Governo”.

Dopo aver messo al bando pessimismo e pessimisti (“non serve all’economia, ritarda la

ripresa”), il ministro ha concluso elencando una serie di dati macroeconomici positivi, dall’aumento dei redditi reali al calo della disoccupazione, in base ai quali “i consumi non possono che aumentare” e “la ripresa è già cominciata”.

 

 

 

 

 

 

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