Natale 2004: come andranno i consumi

Natale 2004: come andranno i consumi

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2 dicembre 2004

 

 

 

Natale 2004:

come andranno i consumi

 

 

Roma, 2 Dicembre 2004

 

 


NATALE 2004: COME ANDRANNO I CONSUMI

 

Il quadro congiunturale delle famiglie

 

Gli acquisti nel prossimo periodo natalizio si manterranno in linea con il profilo di domanda, piuttosto contenuta, che sta caratterizzando la dinamica dei consumi dei primi anni duemila. È un'indicazione che si può desumere sia dall'andamento delle retribuzioni pro-capite, appena superiori all'inflazione, sia dal ridimensionamento della componente dei redditi da capitale a causa delle fluttuazioni negative dei mercati finanziari.

 

Le Componenti Del Reddito Disponibile Che Determinano L'Andamento Dei Consumi – (Consistenze In Milioni Di Euro Dove Non Specificato)

 

 

2000

2001

2002

2003

2004 (a)

Retribuzioni lorde per dipendente (var. %)

2,2

2,6

2,3

2,1

2,7

Inflazione (var. %)

2,5

2,7

2,5

2,7

2,2

Quote di fondi comuni presso banche

303.625

338.723

260.770

236.234

235.399

BOT in custodia presso banche

66.182

76.450

84.070

83.716

100.690

Rendimento medio lordo sui BOT (tasso %)

4,5

4,1

3,3

2,2

2,1

Tassi di interesse bancari sui depositi in c/c

1,7

1,9

1,4

0,7

0,6

Per Memoria:

 

Consumi delle famiglie (var. % in quantità)

3,1

0,7

0,1

1,0

1,7

 - Beni

2,5

-0,1

-0,4

0,8

2,0

 - Servizi

4,0

1,6

0,6

1,3

1,3

 

(a) Primo semestre per consumi, retribuzioni; agosto per quote di fondi comuni e BOT; settembre per rendimenti lordi e tassi bancari, gennaio-novembre per inflazione.

Fonte: Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati ISTAT e Banca d'Italia.

 

Anche la componente del reddito delle famiglie derivante dalla ricchezza finanziaria ha subito un arretramento, come dimostra il disinvestimento crescente nelle quote dei fondi comuni d'investimento ed il loro deprezzamento per le forti oscillazioni negative dei mercati azionari e obbligazionari, nonché la progressiva riduzione dei rendimenti lordi sui titoli di Stato e dei tassi di interesse bancari sui depositi, scesi questi ultimi, in media, ben al di sotto dell'1%.

Altri elementi concorrono ad evidenziare l'atteggiamento prudenziale delle famiglie. Il clima di fiducia, che non sembra riprendersi dalla caduta del 2002 e che converge a ritroso verso il livello minimo dell'anno-base. Il giudizio sulla convenienza all'acquisto immediato di beni durevoli, favorevole solo per il 7% delle famiglie intervistate – metà circa di quelle del 2000 – e sfavorevole per il 57% delle famiglie, il livello più elevato dal 2000. La propensione all'acquisto di beni durevoli nei 12 mesi successivi all'indagine, favorevole solo per il 34% delle famiglie intervistate, mentre il 65% non procederà ad alcun acquisto, anche in questo caso la percentuale peggiore dal 2000.

 

Clima Di Fiducia, Intenzioni Di Spesa E Indebitamento Delle Famiglie

Milioni Di Euro Dove Non Specificato

 

2000

2001

2002

2003

2004

Clima di fiducia (1980=100)

119,4

122,7

115,8

106,2

101,3

 

Convenienza all'acquisto di beni durevoli

Momento favorevole (b)

13%

13%

7%

6%

7%

Momento sfavorevole (b)

39%

41%

49%

55%

57%

 

Beni durevoli: intenzioni di spesa nei successivi 12 mesi

Acquisterà (b)

36%

47%

41%

34%

34%

Non acquisterà (b)

61%

52%

58%

63%

65%

 

Prestiti alle famiglie residenti da parte di banche per:

Credito al consumo fino a 1 anno (c)

5.281

5.715

1.325

931

1.145

Credito al consumo oltre 1 anno (c)

14.719

18.146

27.118

31.981

35.716

Acquisto di abitazioni (oltre 5 anni) (c)

94.194

99.702

121.634

149.406

170.872

 

Tassi di interesse bancari sui prestiti per:

Credito al consumo fino a 1 anno

n.d.

n.d.

n.d.

8,4%

8,2%

Credito al consumo oltre 1 anno

n.d.

n.d.

n.d.

8,0%

7,7%

Acquisto di abitazioni (oltre 5 anni)

n.d.

n.d.

n.d.

5,0%

4,5%

 

(a) Periodo relativo all'ultimo dato di: ottobre per clima di fiducia e intenzioni di acquisto indagine ISAE; settembre per ammontare dei prestiti e tassi di interesse sui prestiti alle famiglie.

(b) Percentuale di famiglie che partecipano all'inchiesta congiunturale

(c) Milioni di euro a prezzi correnti

Fonte: Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati ISAE e Banca d'Italia.

 

Preoccupante è anche il crescente livello di indebitamento delle famiglie. Nell'anno in corso, il credito al consumo da 1 a 5 anni e oltre i 5 anni, sta crescendo ad un tasso che sfiora il 12%, così come i prestiti per l'acquisto di un immobile, in aumento di oltre il 14% rispetto al 2003. Nel settore delle abitazioni si tratta di investimenti sostitutivi di quelli sui mercati finanziari, perché ritenuti più affidabili nel garantire una rendita futura.

 

Il maggior reddito disponibile nel periodo natalizio

 

Il mese di dicembre presenta sempre, sotto il profilo degli acquisti, una stagionalità positiva molto elevata, determinata dalla maggiore disponibilità di reddito, per un gran numero di famiglie, connessa alle tredicesime.

Sono poco più di 17 milioni, su un totale di oltre 22 milioni e 600 mila, le famiglie italiane con un capofamiglia lavoratore dipendente o ritirato dal lavoro – cioè pensionato - che, quest'anno, incasseranno sotto forma di tredicesima per redditi di lavoro dipendente e di pensione circa 44,6 miliardi di euro. Non tutti i quasi 45 miliardi aggiuntivi verranno destinati al consumo di beni o servizi, in quanto è fisiologico che una parte venga risparmiata e solo una parte di essi si tradurrà in acquisti di beni veri e propri. Una stima delle spese natalizie presso negozi, grandi superfici di vendita e centri commerciali, basata sull'indagine Istat delle vendite del commercio al dettaglio, indica in circa 13,7 miliardi di euro i maggiori consumi di beni, alimentari e non, che le famiglie effettueranno nel mese di dicembre, rispetto alla media degli altri mesi dell'anno.


 

Come È Cambiato L'«Effetto Natale» Per Una Famiglia Media
(euro a prezzi correnti)

 

 

Spesa media

«Effetto Natale»

Spesa totale in

 

mensile (a)

(b)

dicembre (c)=(a)+(b)

1990

653

365

1.018

1991

771

363

1.134

1992

882

351

1.233

1993

966

450

1.416

1994

1.077

511

1.588

1995

1.119

422

1.541

1996

1.166

530

1.696

1997

1.195

546

1.741

1998

1.245

569

1.814

1999

1.355

652

2.007

2000

1.362

805

2.168

2001

1.317

580

1.897

2002

1.327

593

1.921

2003

1.351

616

1.968

2004

1.344

605

1.949

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) L'importo incorpora il maggior reddito disponibile derivante oltre che dalle «tredicesime» anche dalla restituzione fiscale.

FONTE: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT.

 

L'importo del 2004 è imputabile per circa 10,3 miliardi di euro alle famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati e per i rimanenti 3,4 miliardi di euro alle famiglie di lavoratori autonomi e liberi professionisti che, pur non beneficiando di tredicesima mensilità, contribuiscono con una maggiore propensione al consumo legata alla tradizione delle festività natalizie.

I 13,7 miliardi di euro dell'«effetto Natale» 2004 risultano inferiori di circa 100 milioni di euro rispetto ai 13,8 miliardi del 2003.

La spesa natalizia dell'anno in corso registra, dunque, un arretramento rispetto ai livelli dell'anno precedente, in quanto la lieve flessione (-0,7%) riflette il trend decrescente che sta caratterizzando le vendite al dettaglio del 2004, in linea con un atteggiamento maggiormente prudenziale delle famiglie nelle decisioni di acquisto. Rapportando tutto al numero di famiglie, ogni famiglia italiana (ovviamente si tratta di dati medi, con tutte le cautele che ciò comporta) spenderà nel mese di dicembre 2004 quasi 1.950 euro per l'acquisto di soli beni presso la rete distributiva, con  una maggiore disponibilità di oltre 600 euro rispetto alla sua spesa media in qualunque altro mese dell'anno.

Nell'attuale fase, tutti gli indicatori congiunturali evidenziano una situazione di sostanziale debolezza dell'economia, che sembra aver assunto caratteristiche strutturali di modesta crescita, consumi stagnanti e aspettative delle famiglie ispirate a comportamenti di spesa decisamente prudenziali. Non bisogna dimenticare le incognite legate al rinnovo di molti contratti, alle situazioni di crisi di alcune aziende e di disagio economico per alcune fasce di cittadini (pensionati, disoccupati, immigrati). Un ulteriore elemento di freno, nelle decisioni di acquisto, potrebbe derivare dall'incertezza sull'effetto netto della riforma fiscale, che nelle ultime settimane ha visto un susseguirsi di annunci e smentite riguardo sia all'entità dei tagli alle entrate, sia alla struttura delle aliquote, sia al numero dei beneficiari ed alla ripartizione tra di essi del "dividendo". Probabilmente, quindi, sulle intenzioni di spesa peseranno in modo determinante le politiche di prezzo delle imprese commerciali, che dovranno in qualche modo stimolare e rivitalizzare una domanda in torpore. Da non trascurare, infine, che una quota crescente delle tredicesime potrebbe essere destinata al pagamento degli onerosi tassi bancari, riportati nella seconda tabella, sui prestiti per credito al consumo superiori ad 1 anno e sui prestiti a medio/lungo termine per l'acquisto di abitazioni.

 

Come si ripartirà la spesa delle famiglie nel Natale 2004

 

La «stagionalità natalizia» incide in modo diverso sui differenti gruppi di prodotti, a seconda di come si concentri, in misura maggiore o minore, la spesa di dicembre rispetto alla media mensile. Di fatto, si ha un'indicazione indiretta di quali siano le preferenze dei consumatori nell'acquisto dei beni che meglio rispondono alle esigenze connesse con la tradizione del dono natalizio, sebbene in termini di incidenza sulla spesa complessiva una quota prossima al 40% sia destinata all'acquisto di prodotti alimentari ed il rimanente 60% ai prodotti non alimentari.

«Tecnologia» e «cultura» sembrano gli atout vincenti per il natale 2004.

Ai primi tre posti si riconfermano, infatti, gli audiovisivi e l'elettronica di consumo (informatica, TV, videoregistratori, CD e DVD player, console per videogiochi), nonché i piccoli elettrodomestici (robot da cucina, condizionatori, etc.), tutti comparti che migliorano rispetto al 2003 il proprio "picco" di fatturato collegato al Natale. Il settore dei libri e giornali si colloca al quinto posto, e dovrebbe registrare una maggiore concentrazione del fatturato in dicembre rispetto al 2003 di quasi il 2%. I giocattoli occupano una posizione mediana, seppur in arretramento rispetto al 2003. 

 

I Prodotti Che Beneficiano Dell'«Effetto Natale»

 Concentrazione Del Fatturato In Dicembre Rispetto Alla Media Mensile

 

 

GRUPPO DI PRODOTTI

2004

Var.  sul 2003

1

compact disc, supporti magnetici audio-video, strumenti musicali

71,5%

1,6%

2

radio, televisori, registratori e dotazioni per la informatica

67,0%

0,3%

3

Elettrodomestici

64,2%

0,3%

4

prodotti di profumeria e cura della persona

60,7%

-5,4%

5

cartoleria, libri, giornali e riviste

58,7%

1,8%

6

abbigliamento, pellicce e pelli per pellicceria

57,0%

-6,5%

7

giochi, giocattoli, articoli per lo sport ed il campeggio

53,3%

-2,2%

8

mobili, articoli tessili, arredamento per la casa

52,8%

-0,8%

9

calzature, articoli in pelle e da viaggio

47,5%

-7,1%

10

Alimentari

44,5%

-6,6%

11

generi casalinghi durevoli e non durevoli

44,0%

0,2%

12

altri prodotti

42,0%

-0,1%

13

prodotti farmaceutici e terapeutici

39,7%

-2,0%

14

Utensileria per la casa e ferramenta

31,3%

0,9%

15

foto-ottica e pellicole

28,9%

0,2%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati ISTAT.

 

I consumatori sembrerebbero, invece, assai meno interessati ai cosiddetti beni primari (alimentari, abbigliamento e calzature), che registrano un preoccupante peggioramento dei rispettivi picchi di fatturato del periodo natalizio.

La spesa alimentare, infatti, che per ovvi motivi ha una distribuzione più regolare nell'arco dell'intero anno, figura solo al decimo posto, pur presentando un picco ragguardevole in dicembre, minore comunque di oltre il 6% rispetto al 2003.

 

La spiegazione di questo fenomeno potrebbe essere duplice:

§          da un lato, maggiori acquisti di prodotti freschi presso strutture di vendite come mercati rionali e ambulanti, che non rientrano nell'indagine sulle vendite al dettaglio in sede fissa, cioè negozi tradizionali e grande distribuzione;

§          dall'altro, acquisti di prodotti cosiddetti di "primo prezzo", cioè di livello qualitativo inferiore, o di "marca commerciale" presso le grandi superfici di vendite o formule come gli hard discount, che pur non riducendo le quantità, rendono più basso il valore del fatturato in quanto risulta inferiore il livello del prezzo unitario per quei prodotti.

 

Abbigliamento e calzature, sembrano, a loro volta, evidenziare un minore appeal nelle preferenze dei consumatori riguardo alle spese natalizie, con un probabile ridimensionamento dei maggiori acquisti rispetto alla media mensile, traducibile in una flessione del picco di fatturato oscillante tra il 6,5 ed il 7% nei confronti del 2003. Anche in questo caso sembra confermarsi una tendenza in atto negli ultimi anni a spostare quasi esclusivamente nel periodo dei saldi gli acquisti di questi tipi di beni, o ad accrescere la quota di spesa in abbigliamento e calzature presso le strutture ambulanti.

 

Le tendenze per gruppi di prodotti

 

L'Alimentare

Rispetto alle festività del 2003 il consumo di prodotti alimentari da ricorrenza rimarrà nel complesso invariato anche se all'interno della categoria si registreranno per i vari tipi di prodotti andamenti differenziati.

Per garantire al consumatore un buon rapporto prezzo-qualità saranno molteplici le iniziative nei diversi punti vendita finalizzate ad una politica di contenimento dei prezzi mettendo a disposizione dei clienti un ampio assortimento di prodotti in promozione compresi i prodotti tipici natalizi.

Riguardo ai dolci si prevede un calo (-3%) per i torroni mentre tendono ad acquisire sempre più importanza gli acquisti di cioccolato (+12%); stabile il consumo di panettone ma sarà privilegiato il prodotto artigianale e meno quello dei più noti marchi industriali.

Anche per quest'anno è atteso un deciso ridimensionamento del consumo di caviale e salmone da parte delle famiglie a cui si accompagnerà anche un contenimento delle vendite dello zampone del cotechino, alimenti quest'ultimi che incontrano un minore gradimento da parte dei giovani.

Per le bevande alcoliche rimarranno stabili le vendite di spumante grazie ai prezzi interessanti a fronte di un calo dello champagne; in crescita la vendita di vini rossi di buona qualità che si potranno trovare ad un prezzo compreso tra i 5 e i 10 euro a bottiglia.

 

Il Non Alimentare

 

Giocattoli: nonostante il giocattolo rappresenti tradizionalmente una forma di regalo diffusa, i negozianti si attendono un calo delle vendite significativo (-10%). La pubblicità, specie quella televisiva, non costituisce più una spinta all'acquisto come succedeva nel passato avendo davanti  bambini ormai assuefatti e interessati ad altre forme di intrattenimento. Il fenomeno è di dimensione europea.

Dal punto di vista dei prezzi dei prodotti, prosegue da cinque anni un allineamento verso il basso.

 

Elettrodomestici, Hi-Fi, TV: è previsto un incremento delle vendite ma con volumi molto contenuti. L'attenzione dei consumatori sarà rivolta, grazie anche ai prezzi competitivi, soprattutto alla telefonia di ultima generazione, macchine fotografiche digitali, schermi al plasma, Lcd nella fascia dei 26 pollici, dvd. Si prevede un interessamento maggiore verso i pc portatili e come novità di quest'anno un'attenzione ai navigatori satellitari. Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici si prevede una riduzione delle vendite tra il 5 e il 10%. Il periodo delle festività natalizie, infatti, non rappresenta più come una volta per le famiglie italiane il momento privilegiato per fare acquisti importanti grazie alla tredicesima, potendo attualmente usufruire di forme di finanziamento nel corso di tutto l'anno. L'acquisto come regalo è diretto più verso piccoli elettrodomestici dal valore unitario non molto elevato.

 

Gioielli: per le prossime festività l'acquisto di gioielli e altri oggetti preziosi sarà sempre un dono a cui ricorrere, ma le vendita non dovrebbe registrare un decremento attestandosi sui livelli dello scorso anno. Da parte del consumatore, che potrà contare più che in passato sulla possibilità di acquisti tramite il credito al consumo, si rafforza la tendenza all'acquisto del gioiello personalizzato mentre da parte delle aziende  vi è stato un sforzo in termini di comunicazione tale da attendersi una risposta comunque positiva in termini di vendite.

 

Viaggi: sono diversi i fattori che condizioneranno i viaggi degli italiani nel periodo delle festività natalizie che nel complesso potranno registrare un rallentamento rispetto allo scorso anno.

L'esigenza di contenere i bilanci familiari e la paura, pur minore rispetto al passato, di attentati terroristici costituiranno un freno ai viaggi all'estero, anche se l'euro forte potrà rappresentare per molti un'occasione per un viaggio verso i paesi dell'area dollaro.

Le richieste per chi andrà all'estero riguardano soprattutto alcune mete come Oceano Indiano, Caraibi e Sud Est Asiatico potendo usufruire di numerosissime offerte, dagli sconti su prenotazioni con largo anticipo, al last-minute, al last-second con risparmi molto consistenti.

Offerte vantaggiose non mancano anche per i pacchetti di Capodanno nelle capitali europee, che tradizionalmente costituiscono una meta richiesta soprattutto dai giovani.

Molte delle famiglie italiane che decideranno di partire preferiranno mete interne (montagna e città d'arte), ma si tratterà di viaggi con soggiorni non molto prolungati.

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