Credito e liquidità, a Bergamo migliorano le condizioni ma restano le criticità
Credito e liquidità, a Bergamo migliorano le condizioni ma restano le criticità
Osservatorio su Credito e Liquidità Confcommercio Bergamo-Format Research: con i primi tagli ai tassi migliora il giudizio sui costi, ma resta un irrigidimento del sistema di finanziamento.
I dati dell’ultimo Osservatorio su Credito e Liquidità Confcommercio Bergamo-Format Research mostrano un lieve miglioramento rispetto al precedente, ma permangono criticità nel rapporto banca-impresa. In particolare si conferma l’irrigidimento del sistema di finanziamento, anche se migliora il giudizio sul costo di credito. In ripresa l’indice relativo al costo del finanziamento, che resta comunque più basso sia rispetto al periodo pre-Covid sia al periodo successivo, caratterizzato dalla garanzia dello Stato. Al contrario, l'indice del costo dei servizi è in forte calo, con una percezione diffusa di un continuo aumento delle condizioni economiche, che perdura dalla primavera del 2020. Gli indici relativi alla durata dei prestiti e alle garanzie richieste rimangono stabili.
Rispetto al quadro nazionale, la ricerca fotografa una perdita significativa del vantaggio competitivo che finora aveva sempre contraddistinto il rapporto tra banca e impresa in una provincia produttiva e di grandi risparmiatori. In alcuni casi, gli indicatori risultano peggiori che nel resto d’Italia. A Bergamo, storicamente caratterizzata da un forte legame tra banche e imprese, questo rapporto si è notevolmente indebolito. Il mercato del credito penalizza ancora le micro e piccole imprese, concedendo finanziamenti a condizioni peggiori rispetto ai semestri precedenti, oltre che meno favorevoli rispetto a quelle offerte alle imprese più strutturate.
I risultati della ricerca
Fabbisogno finanziario
Rallenta il recupero della liquidità delle imprese del terziario orobico che continua a rappresentare la criticità principale dallo scoppio della pandemia nel 2020. Secondo il giudizio degli imprenditori l’indicatore della capacità di far fronte al fabbisogno finanziario, rispetto al semestre precedente, è statico a 42 e in prospettiva crescerà di solo un punto nei primi sei mesi del 2025.
L’indice è migliore di quello conseguente alla grave crisi energetica del 2022, sebbene il fabbisogno delle imprese sia nettamente più alto a quello registrato nel periodo pre Covid. L’indice attuale a 42 è molto lontano rispetto a quello del II° semestre 2019 quando era a 59. Il dato è fortemente condizionato dai numeri ancora difficili del settore turismo, con indice a 37, mentre il commercio (45) e i servizi (46) sono leggermente più in salute. A soffrire sono le micro e piccole imprese fino a 5 addetti, nettamente sotto la media rispetto alle imprese più strutturate il cui fabbisogno è minore. L’indice delle imprese bergamasche è più alto del dato nazionale di 2 punti (40 e atteso in crescita in primavera a 42 sempre più basso di quello di Bergamo).
Domanda di credito
Stabile la percentuale di imprese che ha chiesto un finanziamento negli ultimi sei mesi: impercettibile la crescita negli ultimi sei mesi, dal 24,5% al 24,7%. Tra le imprese che hanno chiesto finanziamento, il 48,1% ha ottenuto il credito richiesto, il 29,1% ha visto accolta la propria richiesta ma con ammontare inferiore al necessario. Ancora alta la percentuale di domande non accolte o in attesa, pari rispettivamente all’11,5 % e all’11,3 %. Rispetto al dato nazionale le imprese bergamasche che hanno chiesto un finanziamento sono di più, il 24,7% contro il 18%. A Bergamo è minore la percentuale delle istanze andate a buon fine, il 48,1% contro il 57% nazionale, mentre è più bassa la percentuale delle pratiche respinte :11,5% contro il 13,0%. Allo stesso tempo a Bergamo è più alta l’erogazione parziale 29,1% contro il 19% nazionale; allineata la percentuale delle imprese in attesa dell’esito dell’istruttoria ( 11,3% a Bergamo, 11% in Italia).
Rispetto al semestre precedente è leggermente aumentata da 47,8% a 48,1% la percentuale delle pratiche accolte; in lieve crescita - dal 28,2% al 29,1%- il numero delle pratiche accolte con importo inferiore. Diminuiscono le istanze in sospeso dall’ 11,9% all’11,3% mentre diminuiscono di poco quelle respinte passate da 11,9% a 11,5%.
Al netto di coloro che, respinti nella richiesta, ritenteranno nel prossimo trimestre, il 6,1% delle imprese, le imprese che non ottengono credito dalle banche a fronte di un bisogno sono in leggero diminuzione dal 17,6% al 16,7%.
Costo del finanziamento
Migliora il sentiment riguardo al costo del finanziamento. L’indice, precipitato in primavera a 33 con il rialzo dei tassi, è risalito a 42 con i primi tagli all’Euribor da parte della BCE. Il valore è comunque migliore di 2 punti rispetto al dato nazionale (40), dove è risalito in maniera significativa (era infatti a 18 a marzo).
Costo dell’istruttoria
Migliora anche il costo dell’istruttoria rispetto al semestre precedente. L’indice è salito da 34 a 36 (a livello nazionale il miglioramento è più deciso nell’ultimo semestre, con un balzo da 29 a 35).
Durata dei prestiti
Stabile è l’indice della durata temporale del credito che si mantiene a 38 rispetto a marzo 2024. La situazione bergamasca è leggermente più negativa rispetto a quella nazionale il cui indice è sceso a 39, perdendo 1 punto rispetto all’ultimo semestre.
Garanzie richieste
L’indice delle garanzie richieste passa da 31 a 32 guadagnando un punto. Il dato è allineato, con un punto in meno, a quello nazionale dove ha guadagnato 2 punti.
Costo dei servizi bancari
In leggero calo l’indice relativo al costo dei servizi bancari registrato presso le imprese di Bergamo che perde un punto, scendendo da 30 a 29. L’indice è ben peggiore di quello nazionale che si attesta a 35, guadagnando 5 punti.
Tempi di pagamento
L'80% delle imprese del terziario di Bergamo riporta una stabilità nei tempi di pagamento. Tuttavia, il valore registrato dall'indicatore suggerisce un leggero peggioramento rispetto al semestre precedente, da 44 a 42, allineato al dato nazionale. Le prospettive per i prossimi sei mesi indicano sostanziale stabilità.
Il 62,5% dei commercianti rileva un aumento dei canoni
Quasi sei negozi e attività del terziario su dieci sono in affitto. Tra questi, il 62,% ha registrato un aumento del canone di locazione rispetto al 2023, per la maggior parte compreso tra il 5 e il 10%, il 18,2% ha avuto difficoltà a sostenere la spesa per l’affitto e l’8,8% delle imprese non nasconde che, a fronte di un nuovo aumento, valuterà un cambio di sede. Sono alcuni dei principali risultati dell’ultimo osservatorio congiunturale Confcommercio Bergamo-Format Research, con il primo focus sugli affitti degli immobili commerciali e sul contesto in cui si trova ad operare un campione rappresentativo di imprenditori del terziario bergamaschi. Dall’indagine emerge il problema crescente dei locali sfitti, fenomeno aggravato negli ultimi due anni per oltre il 45% degli imprenditori, che rilevano più saracinesche abbassate nella zona in cui hanno sede (l’11,5% evidenzia un preoccupante peggioramento). L’impatto dei locali sfitti ha evidenti conseguenze negative per le altre attività che operano nell’area, dalla riduzione dei ricavi al peggioramento dell’immagine dell’impresa. Nel complesso però il 64,7% degli imprenditori bergamaschi esprime soddisfazione per il decoro urbano nella sua zona. Di contro, tra le principali criticità preoccupano il dissesto delle strade o delle ciclabili, la scarsa presenza di polizia locale, la sporcizia delle strade, oltre a illuminazione insufficiente, microcriminalità e baby gang. L’aumento dei livelli di sicurezza, la promozione di eventi, il miglioramento della viabilità e dell’arredo urbano, oltre alla riduzione dei costi dei parcheggi a pagamento, sono le azioni ritenute necessarie dagli imprenditori di Bergamo per potenziare l’attrattività del territorio.
Da parte sua Confcommercio Bergamo avanza due proposte:
- riportare la centralità dei canoni sostenibili nelle agende dei Comuni e la salvaguardia della rete dei negozi nei centri storici attraverso politiche attente di accessibilità e parcheggi;
- ridurre - dove possibile - gli eventi nella giornata del sabato, che vanno ad ostacolare la viabilità e fruizione dei centri storici in una giornata irrinunciabile per lo shopping.