Pil, nel secondo trimestre diminuzione maggiore delle stime
Pil, nel secondo trimestre diminuzione maggiore delle stime
I dati definitivi dell’Istat indicano un calo congiunturale dello 0,4%, mentre su base annua c’è un aumento dello 0,4. La Ue taglia le stime di crescita per il 2023 e 2024.
Nel secondo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. È la stima definitiva dell’Istat (link ai dati completi in pdf), che rivede così leggermente al ribasso il dato reso noto nella stima preliminare (-0,3%). Rivisto in peggio anche la variazione tendenziale: +0,4% rispetto a +0,6%.
A determinare la flessione del Pil è stata soprattutto la domanda interna, incluse le scorte, mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, nullo anche l'apporto dei consumi privati, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche che quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte (-0,3%).
Primo trimestre 2011–secondo trimestre 2023, dati concatenati, destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario (anno di riferimento 2015), valori in miliardi di euro
La crescita acquisita per il 2023, ovvero quella che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno, è pari a +0,7%.
Altre notizie e approfondimenti sono disponibili nel nostro focus dedicato ai dati Istat. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.
La Ue taglia le stime di crescita per l’Italia
La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell'Italia: secondo le ultime cifre pubblicate da Bruxelles, quest'anno il Pil dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento. Nelle stime precedenti, che risalgono al 15 maggio scorso, l'esecutivo comunitario indicava una crescita all'1,2% quest'anno, mentre per il 2024 indicava un +1,1%. Nel secondo trimestre del 2023 il Pil italiano ha segnato un calo dello 0,4% su base annua, trainato dal calo della domanda interna e in particolare dagli investimenti sulle costruzioni. "Il venir meno degli incentivi straordinari e temporanei per l'edilizia decisi durante la pandemia , che hanno spinto l'attività delle costruzioni energicamente negli ultimi due anni, ha contribuito a questo sviluppo", rileva la Commissione nel capitolo sull'Italia inserito nelle sue ultime previsioni. "Alcuni indicatori di breve termine, inclusa la produzione industriale, che sono peggiorati per molti mesi si sono stabilizzati durante l'estate, suggerendo un marginale rimbalzo nella seconda metà dell'anno", aggiunge Bruxelles.
Eurozona, anche la Bce taglia le stime
Gli esperti della Bce "hanno rivisto significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, che si porterebbe nell'area dell'euro allo 0,7% nel 2023, all'1% nel 2024 e all'1,5% nel 2025". "Le condizioni di finanziamento si sono inasprite ulteriormente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l'inflazione all'obiettivo", dicono da Bruxelles. Le previsioni sono così tagliate "alla luce del maggiore impatto di tale inasprimento sulla domanda interna e dell'indebolimento del contesto del commercio internazionale".
Anche l’Ocse taglia le stime di crescita per l’Italia
Anche l'Ocse ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell'Italia e dell'Eurozona: ora per la Penisola stima una espansione del Pil dello 0,8% sia per quest'anno che per il prossimo, ovvero rispettivamente 0,4 punti percentuali in meno sul 2023, rispetto alle previsioni di giugno, e 0,2 punti in meno sul 2024. Per l'area euro, invece, pronostica una crescita 2023 dello 0,6% dell'1,1 nel 2024, rispettivamente 0,3 e 0,4 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni precedenti.