Manovra: “Bene su Irpef e tagli del cuneo, ma serve un intervento più strutturale. E nel 2024 bisogna attuare il Pnnr”

Manovra: “Bene su Irpef e tagli del cuneo, ma serve un intervento più strutturale. E nel 2024 bisogna attuare il Pnnr”

Il presidente Sangalli al Corriere della Sera: “l'obiettivo è rinnovare il contratto del terziario”. ”Non serve una legge sul salario minimo, bisogna dare più forma alla contrattazione collettiva”.

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1 novembre 2023

Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che manovra è quella appena presentata dal governo?

«È una manovra in disavanzo per oltre 12,5 miliardi di euro. Ma è anche una legge di Bilancio che destina poco meno di 15 miliardi di euro alle misure di riduzione del cuneo fiscale e al ridisegno delle aliquote Irpef».

Quindi, come la definirebbe?

«Prudente. Si prende un po' di tempo rispetto al percorso programmato di riduzione del rapporto debito/Pil, ma lo fa considerando prioritario il sostegno alle famiglie e, in misura minore, alle imprese».

E rispetto al calo della pressione fiscale?

«La manovra si concentra sulla riduzione del cuneo contributivo e sul debutto di un sistema Irpef a tre aliquote. E lo apprezziamo. Ma oltre l'orizzonte del 2024 resta l'esigenza di una prospettiva più strutturale».

II Pil fermo su crescita zero nel terzo trimestre e l'inflazione che cala dal 5,3% di settembre all'1,8% di ottobre. Che dati sono?

«La stagnazione del prodotto lordo, largamente attesa, sembra dovuta all'insufficienza della domanda per consumi, condizionata dalla perdita di potere d'acquisto, a sua volta determinata dalle elevate dinamiche inflazionistiche dei mesi scorsi».

Si allontana l'obiettivo di una crescita dello 0,8% nell'anno in corso ipotizzata dalla Nadef (Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza)?

«Per raggiungerlo sarebbe necessaria una performance non scontata nell'ultimo quarto dell'anno in corso, non inferiore al +0,4% congiunturale. D'altra parte, il rapido rientro dell'inflazione potrebbe corroborare le dinamiche del potere d'acquisto dei redditi, già nei prossimi mesi».

Qualche effetto dovrebbero darlo anche le misure di riduzione del cuneo contributivo e il nuovo assetto Irpef?

«Secondo le stime del Tesoro, comporterebbero per il 2024 maggiori consumi per circa sei miliardi di euro».

Siete altrettanto ottimisti?

«L'inflazione sta incidendo sulla ricchezza finanziaria delle famiglie: stimiamo una riduzione di oltre 17 mila euro per nucleo familiare tra il 2021 e la prima parte del 2023. Per il 2024, prevediamo una crescita dei consumi dell'1% a fronte dell'1,3% della Nadef. E vi è poi il rischio di choc sul versante delle materie prime energetiche».

Al netto di tali choc, l'inflazione sta rallentando.

«È il risultato anche dell'impegno del modello italiano di pluralismo distributivo e dei suoi valori pro-concorrenziali. Ed è un impegno che si esprime anche nell'adesione all'iniziativa del "trimestre anti-inflazione"».

Come si rilancia il Pil?

«Per la conferma di una stima di crescita della nostra economia dell'1,25 nel 2024 è sempre più determinante la messa a terra delle riforme e degli investimenti del Pnrr. Servono poi la revisione strutturale della spesa pubblica, un monitoraggio dell'obiettivo di ricavi da privatizzazioni pari all'1% del Pil nel prossimo triennio ed un efficace contrasto e recupero di evasione ed elusione fiscale».

Cosa servirebbe più in particolare al terziario?

«Il potenziamento delle infrastrutture e maggiore efficienza dei servizi di trasporto, solo per fare un esempio».

A dicembre il terziario sciopera per il mancato rinnovo contrattuale.

«Il nostro obiettivo rimane quello di rinnovare quanto prima il contratto del terziario. Ai sindacati abbiamo chiesto di lavorare con un approccio innovativo: con la consapevolezza della necessità tanto di adeguati incrementi dei salari — e lo abbiamo dimostrato anche con le misure economiche dell'accordo straordinario di dicembre scorso —, quanto di interventi normativi che rafforzino la produttività».

Sul salario minimo siete contro una legge?

«Sì. Il punto centrale è dare più forza alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni d'imprese e dei sindacati più rappresentativi. Nei contratti stipulati da Confcommercio il salario minimo orario al livello più basso è già oltre i 9 euro. Inoltre, la contrattazione collettiva è anche un valore aggiunto perché contiene un sistema di welfare aziendale come, ad esempio, l'assistenza sanitaria integrativa e la previdenza complementare».

 

Antonella Baccaro

Dal Corriere della Sera del primo novembre 2023

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