Sangalli su manovra: no aumento IVA

Sangalli su manovra: no aumento IVA

162/2011
99/10

 

 

 

162/11

Roma, 14.8.11

 

 

SANGALLI SU MANOVRA: NO AUMENTO IVA

 

 

“Con il varo della manovra aggiuntiva da 45 miliardi di euro, si conferma l'obiettivo del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013. E' un obiettivo giusto e necessario. Ma, ai fini del rafforzamento della fiducia nei confronti dell'Italia, e' altrettanto necessario che questo obiettivo sia perseguito facendo leva su processi di riordino strutturale e di riduzione della spesa pubblica, sull'avanzamento dell'azione di contrasto e recupero dell'evasione e dell'elusione fiscale, e sul rafforzamento della crescita": è quanto ha dichiarato il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

 

"Sul versante del riordino della spesa pubblica – aggiunge Sangalli - il limite principale della manovra consiste nel non avere affrontato il nodo della revisione dei requisiti anagrafici per il pensionamento. Interventi sul regime delle pensioni di anzianita' avrebbero tra l'altro consentito di temperare almeno il ricorso al contributo di solidarieta', che davvero appare una soluzione emergenziale e certamente non in grado di chiedere di piu' a chi effettivamente ha di piu'. Sarebbero state inoltre importanti scelte di dismissione del patrimonio immobiliare e mobiliare pubblico. Il contributo di solidarieta' aggrava il prelievo a carico dei contribuenti in regola. Anche le riduzioni di trasferimenti a Regioni ed Enti locali rischiano di tradursi in un ulteriore inasprimento del prelievo fiscale per via di addizionali e di anticipazioni di federalismo fiscale. E resta aperta la possibilita', nel caso del mancato conseguimento dei risparmi attesi dalla attuazione della delega in materia di spesa assistenziale, di riduzioni lineari del sistema delle vigenti agevolazioni fiscali e di rimodulazione al rialzo delle aliquote Iva. Ipotesi, quest'ultima, rispetto alla quale confermiamo tutta la nostra contrarieta'. Perche' colpirebbe i consumi ed i redditi medio-bassi. Perche' indurrebbe inflazione. Perche', in definitiva,indebolirebbe la crescita. Quanto alle politiche per la crescita  liberalizzazioni delle professioni e liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi locali dovranno rapidamente e concretamente avanzare”.

 

“Intanto – conclude il Presidente di Confcommercio - la debuttante sperimentazione, nelle zone turistiche, della liberalizzazione degli orari e delle aperture dei negozi viene estesa all'intero territorio nazionale. Si conferma, cosi', e si aggrava una scelta erronea. Erronea per il metodo, perche' maturata senza confronto con il mondo delle imprese e del lavoro. Erronea per il merito, perche' invasiva delle competenze delle Regioni in materia di disciplina del commercio e perche' non riconosce i gia' elevati livelli di servizio assicurati dal modello italiano di pluralismo distributivo. Competera', poi, alla responsabilita' del confronto tra le parti sociali la valorizzazione della contrattazione aziendale e territoriale, anche a modifica della regolamentazione del diritto del lavoro".

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