Tremonti: "evitiamo l'effetto di Edipo"

Tremonti: "evitiamo l'effetto di Edipo"

Intervenendo al Forum di Confcommercio, il ministro dell'Economia ha risposto all'allarme lanciato ieri dal presidente Billè sulla stagnazione dell'economia e dei consumi. "E' opportuno evitare l'effetto di Edipo".

DateFormat

27 marzo 2004
ECONOMIA: evitiamo l’effetto di Edipo

Tremonti: “evitiamo l’effetto di Edipo”

 

Intervenendo al Forum di Confcommercio in corso a Cernobbio, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha risposto all’allarme lanciato ieri dal presidente di Confcommercio Sergio Billè sulla stagnazione dell’economia e dei consumi. “E’ opportuno evitare l'effetto di Edipo – ha spiegato il ministro - che conosce le profezie catastrofiche e determina di conseguenza la realtà. Evitiamo la negatività, è un consiglio professionale”. “Non trovo accettabile – ha detto poi Tremonti - che forze che considerano positivo il percorso fatto per l'integrazione economica e monetaria europea considerino rilevante solo il sistema italiano, a prescindere dal quadro continentale”. “L’analisi Italia su Italia della sinistra – ha aggiunto Tremonti - che ha sempre detto di aver incentrato la sua politica nell'ingresso nella moneta unica europea, e' un modo scorretto di rappresentare i problemi del Paese, una piccola, banale polemica politica”. “La verità – ha proseguito il ministro – è che nel 2001 quando abbiamo assunto la guida del Paese, non potevamo immaginare quella serie di sconvolgimenti politici, economici e sociali che si sono succeduti in modo impressionante”. Poi, il ministro ha polemizzato con il presidente della Commissione Europea Prodi, sottolineando che “sull'adozione dell’euro è assolutamente falso quello che dice il presidente della Commissione europea che parla di un qualche tipo di nostra impreparazione nella fase di cambio dalla lira all'euro. Lui stesso ha presieduto una commissione che arriva ad altre conclusioni – ha aggiunto Tremonti - se leggesse le carte eviterebbe di dire quelle cose”. “L’impatto drammatico che ha avuto il cambio dalla lira all'euro – ha proseguito il ministro - non ha provocato tanto un riflesso sull'inflazione, ma soprattutto uno scalino dei prezzi; ogni Paese ha registrato fenomeni diversi e gli italiani hanno sofferto soprattutto del fatto di non essere abituati a trattare con monete metalliche di alto valore”. “La verità è che non stiamo gestendo un normale ciclo economico ma un ciclo storico. Fino al 1989, l’economia occidentale era come chiusa in una serra e il Pil si distribuiva su un area molto limitata”. Il problema comunque secondo Tremonti è che in questo momento i Paesi europei sono in una fase di transizione: “non abbiamo più i poteri degli stati nazione ma non abbiamo ancora un governo europeo. Stiamo caricando le nostre imprese di una serie di regolamenti e quindi di costi eccessivi, mentre ci apriamo al resto del mondo senza controlli”. Tremonti ha analizzato successivamente le differenze tra l’economia americana e quella europea: “rispetto agli Usa – ha detto Tremonti – abbiamo due deficit e due eccessi”. “Negli Stati Uniti si lavora di più e ci sono più investimenti in capitale umano e l’Europa soffre di un eccesso di regolamentazione e di tasse”. Infine, il ministro ha fatto un affondo nei confronti delle banche, colpevoli “di non applicare regole che ci sono come la tutela del risparmio e di applicare quelle che ancora non ci sono, come Basilea 2”.               

 

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca