Aggiornati i dati dell’osservatorio economico di Asseprim. Bellini: “liquidità tornata ai livelli pre-Covid, le imprese riescono a far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Pesa però l’incertezza della guerra”.

Nei primi mesi del 2022 il clima di fiducia nel settore dei servizi professionali sulla economica del Paese  è sceso da quota 46 a 43, mentre è in lieve aumento il sentiment sull’andamento della propria attività economica e dei ricavi. In entrambi i casi i dati sono attesi al ribasso nei prossimi mesi, con il Nord Italia e le imprese attive nei servizi finanziari e di marketing che comunque tengono e terranno meglio della media. È quanto emerge dai dati d’aggiornamento dell’Asseprim Focus, l’osservatorio economico di Asseprim, la Federazione nazionale dei servizi professionali alle imprese aderente a Confcommercio, realizzato insieme a Format Research.

“La situazione è in miglioramento anche dal punto di vista della liquidità, tornata ai livelli pre-Covid. Questo significa che le imprese del comparto stanno tenendo sul fronte della capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, ma è innegabile che pesi l’incertezza legata alla guerra in Ucraina, poiché il 47% delle imprese dei servizi professionali si mostra riluttante ad operare nel medio-lungo termine, sospendendo qualsiasi investimento futuro”, commenta Umberto Bellini, presidente di Asseprim.

Sono tre su dieci, infatti, le imprese secondo le quali nell’immediato futuro i ricavi diminuiranno, mentre sei su dieci ritengono che l’impatto economico del conflitto sarà uguale, se non peggiore, a quello della pandemia. “Il primo auspicio resta dunque il termine delle ostilità, per fare in modo che la realizzazione del PNRR torni a essere la priorità assoluta del Paese”, conclude Bellini.