BILLÈ: "SERVE UN RIPENSAMENTO COMPLESSIVO DELLE POLITICHE TURISTICHE"

BILLÈ: "SERVE UN RIPENSAMENTO COMPLESSIVO DELLE POLITICHE TURISTICHE"

D:27-9-2005 P:03 T:Turismo: le discoteche chiedono spazio

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27 settembre 2005
Una analisi seria e approfondita delle difficoltà che sta attraversando l'economia turistica del Paese non può prescindere dal

Billè: "serve un ripensamento complessivo delle politiche turistiche"

 

Il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, è intervenuto in videoconferenza al Congresso Silb di Merano. Ecco il testo del suo discorso.

 

E' di ieri la notizia di un'indagine effettuata da una nota società di consulenza sulla soddisfazione dei clienti in relazione a tutta una serie di servizi, sia pubblici che privati.

Il campo d'indagine spaziava dai servizi finanziari a quelli di telecomunicazione, dal turismo ai trasporti, dalle utilities ai media. Sapete quali sono i primi due comparti a cui i consumatori riconoscono maggiore sensibilità verso le proprie esigenze? Il turismo e le aziende di elettronica/informatica.

Quest'abbinamento tra due comparti così diversi sollecita alcune considerazioni.

Da un lato il turismo, un settore che certamente nuovo non è, che nella relazione con il cliente ha la ragione del proprio essere. Dall'altro, un comparto della new economy che si qualifica sempre di più per la immaterialità del prodotto, per l'accesso più che per la proprietà. Due settori, uno vecchio e uno nuovo, che producono entrambi beni intangibili. Bene, i consumatori dicono che questi due comparti sono avanti anni luce rispetto, solo per fare un confronto, a banche, assicurazioni e servizi di trasporto.

I primi, nei riguardi dei clienti, si pongono in una posizione di servizio, le seconde di dominio. Questo buon risultato non deve, tuttavia, nascondere il deludente stato in cui si trova oggi la nostra economia turistica. Veniamo da un triennio di costante declino che deve rappresentare l'occasione per un ripensamento complessivo delle nostre politiche.

Qualità, prezzi, servizi devono essere i tre assi su cui riprogettare l'offerta italiana.

Perché nel turismo non basta più avere un posto e un modo per raggiungere quel posto. Ci vogliono i servizi, ossia tutto ciò che rende un luogo visitabile e, per certi aspetti, unica e irripetibile la vacanza.

Ecco, allora, che anche la discoteca assume un ruolo pieno all'interno dell'offerta turistica della destinazione. Sono contento che il Silb abbia iniziato a lavorare su questo tema e io sono fiducioso di poter contribuire a dare alle discoteche italiane quel diritto di cittadinanza che esse meritano di avere nel nostro sistema-turismo. Qui ci troviamo dinanzi ad un vecchio paradosso della politica e delle istituzioni italiane. Il mercato apprezza e riconosce ciò che esse non apprezzano e riconoscono.

L'indagine che oggi presentate in occasione del "XXVI Congresso Nazionale" è piuttosto chiara al riguardo: dobbiamo intervenire con urgenza su almeno 3 emergenze.

La prima riguarda la necessità di un piano di investimenti per la manutenzione del territorio, la riqualificazione delle città e del patrimonio artistico, l'infrastrutturazione viaria, idrica, di depurazione delle acque, aeroportuale e portuale. Dunque un programma di ampio respiro capace di valorizzare l'intero Paese. La seconda punta al lancio di un grande programma di qualità a favore dell'offerta turistica nazionale, sull'esempio di quanto ha fatto e sta facendo la Spagna. Qualità che non vuol dire soltanto eccellenza, ma uno standard di servizio teso a trovare equilibrio tra costi e prezzi in relazione alle numerose domande in cui si articola oggi il grande mercato turistico del nostro Paese.

La terza è che occorre procedere con speditezza verso una vera razionalizzazione del nostro sistema di promozione turistica. In un mercato globale ci si confronta per sistemi, saltando senza esasperare i localismi. Le risorse vanno allocate sui progetti, sull'integrazione dell'offerta, non in depliant che spesso nessuno legge.  Da qui può ripartire una seria politica del turismo in grado di andare oltre le scorciatoie dell'improvvisazione, oggi sempre più inadeguate a vincere la competizione globale.

Una politica che possiamo così sintetizzare: più impresa, più marca, più prodotti distintivi della nostra offerta turistica, più qualità.

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