Confitarma-AssArmatori: la grande sfida tra i giganti del mare

Confitarma-AssArmatori: la grande sfida tra i giganti del mare

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1 febbraio 2018

Per mesi i più grandi gruppi armatoriali italiani (e non solo) si sono studiati, posizionati e riposizionati, preparandosi alla sfida. Quella vera, da giocarsi nel mare aperto della rappresentanza, all'ombra di Confindustria e Confcommercio. E mentre riecheggia ancora la furibonda polemica sugli sgravi fiscali per il settore, tra Vincenzo Onorato (Moby e Tirrenia) e Manuel Grimaldi (vicepresidente mondiale della Camera dello shipping e patron dell'omonima compagnia partenopea), ecco che le flotte muovono le prime mosse ufficiali. Stefano Messina, genovese, 50 anni, che appena dodici mesi fa sembrava sul punto di prendere il posto dello stesso Grimaldi alla testa di Confitarma — orbitante attorno alla galassia di viale dell'Astronomia — dal 15 gennaio è stato chiamato a guidare la neonata AssArmatori (entrata nell'universo Confcommercio). Una sfida nella sfida per il timoniere di Ignazio Messina e C, che di Confitarma — alla cui testa c'è oggi l'imprenditore napoletano Mario Mattioli (Cafima) — è stato leader dei giovani e due volte vicepresidente. «Ho frequentato l'associazione per un quarto di secolo — spiega Messina — e c'è stato un momento in cui tutti sembravano felici di una mia possibile presidenza (che peraltro avrebbe confermato una norma non scritta ma poche volte disattesa: l'alternanza della leadership tra Napoli e Genova, ndr.). Poi, chissà... La democrazia ha le sue regole e io le rispetto, eppure umanamente questa vicenda mi ha segnato». In molti pensano che la sua stella nell'associazione abbia cominciato a spegnersi allorché ha posto le basi dell'alleanza con la Msc dell'imprenditore svizzero-sorrentino Gianluigi Aponte. "Magari qualcuno dirà: hai perso, fattene una ragione. E sarebbe anche giusto, se io e altri avessimo percepito ancora che Confitarma potesse restare la casa comune degli armatori. Evidentemente non ci è parso così e abbiamo deciso di creare una start-up". Alla quale, "per ora", hanno aderito anche Grandi Navi Veloci, Italia Marittima, Finaval, Moby lines e Tirrena (attraverso Fedarlinea, che porta in dote Snav, Delcomar, Maddalena lines, Toremar e Caremar). Ma l'obiettivo dichiarato di AssArmatori è di aprirsi alle holding internazionali. A partire da Msc e da Msc Crociere. "Mattioli è un ottimo imprenditore e un bravo leader associativo, però oggi è davvero lui il vero azionista di maggioranza di Confitarma?". Poi la chiosa: "Siamo pronti a collaborare, ma non ci sentiamo secondi a nessuno: rappresentiamo 600 navi e 70.000 addetti". Pronta la replica di Mattioli, 54 anni, che è anche vicepresidente di Confindustria Napoli: "Messina è un amico, siamo cresciuti insieme in Confitarma e non comprendo perché sia andato via. Fermo restando che se ci sono più associazioni può essere un bene, ritengo che il programma di cui sento parlare altro non è che quello da sempre portato avanti dall'associazione che mi onoro di guidare". Sigla che "riunisce il 46% delle navi della flotta nazionale, a fronte di un 44% che non fa capo ad alcuna organizzazione. Da noi ci sono oltre 1.3o soci, tra cui Grimaldi, Costa e Rimorchiatori riuniti di Genova. Siamo a tutti gli effetti la vera casa degli industriali del mare. Altrove, invece, mi sembra che a contare per davvero siano uno o due. Comunque sia, siamo pronti al dialogo. Partendo da un presupposto: la tutela degli armatori e dei lavoratori italiani". 

tratto da "Il Corriere della Sera"

di Paolo Grassi

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