Conftrasporto: "Il governo vuole lo sviluppo ma blocca le infrastrutture"
Conftrasporto: "Il governo vuole lo sviluppo ma blocca le infrastrutture"
"Sembra quasi che la mano destra non conosca ciò che fa la sinistra. Il Governo e le forze politiche giustamente individuano la necessità di favorire lo sviluppo e la competitività del sistema Paese e dall'altro consentono che, attraverso la ratifica del protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, si mettano freni alla possibile realizzazione di interventi infrastrutturali, se realizzati nell'arco alpino o nel sistema di adduzione all'arco alpino". Così il presidente Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè, commenta il dibattito avvenuto martedì in Commissione Esteri del Senato sulla ratifica del protocollo trasporti - convenzione Alpi. "Una scelta - prosegue Uggè - che risponde solo ad una cultura del divieto, e ad un falso ambientalismo che il Governo precedente ed il Parlamento avevano impedito ratificando la convenzione della Alpi ad eccezione del Protocollo trasporti che appunto impedisce la realizzazione di quei interventi di infrastrutturali considerati necessari allo sviluppo dell'economia di un Paese come l'Italia, che ha la necessità di favorire invece al massimo la permeabilità del sistema alpino". "Dal dibattito in Commissione Esteri del Senato - osserva Uggè - dove la questione della ratifica del Protocollo Trasporti è tornata all'esame a distanza di alcuni mesi da quando era stata stralciata si evince come questo delicato e strategico aspetto non sia stato preso in considerazione e la questione sia stata derubricata come una necessità per il trasporto su gomma. Chi sostiene tale tesi non conosce il protocollo trasporti, né tanto meno è consapevole del fatto che è l'economia del Paese a pagarne le conseguenze. Il trasporto su gomma o su ferro (gli ostacoli a realizzare quanto è necessario nelle infrastrutture riguarda anche il trasporto su ferro) consente alle merci prodotte o trasformate in Italia di essere competitive e giungere in tempo utile sui mercati europei. Ecco perché il potenziamento delle reti infrastrutturali è decisivo". "Forse sarebbe il caso - conclude Uggè - che il ministro dello Sviluppo economico intervenga onde evitare di mettere a repentaglio il sistema produttivo nazionale vanificando gli sforzi che lo stesso Esecutivo compie per rendere competitiva l'economia italiana".