Cosa prevede il Patto

Cosa prevede il Patto

P:01 D:5-7-2002 T: Patto per l'Italia: raggiunto l'accordo

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5 luglio 2002
Cosa dice il Patto per l’Italia

Cosa dice il Patto per l’Italia

 

Tre le novità nella nuova formulazione dell’articolo della delega sul lavoro relativo all’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. In primo luogo, le “eventuali ulteriori iniziative legislative” conseguenti alla  sperimentazione “saranno definite sulla base di un necessario avviso comune tra le parti sociali”.  Inoltre, la misura del non computo nel numero dei dipendenti occupati delle nuove assunzioni è “inapplicabile ai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, già rientranti, al momento dell’entrata in vigore della presenta legge, nel campo di applicazione dell’articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n.300, e successive modificazioni, in quanto abbiano occupato mediamente nei dodici mesi precedenti, un numero di dipendenti corrispondente alle soglie dimensionali indicate dallo stesso articolo 18”.

“La norma - spiega ancora l’allegato - non è riconducibile al concetto di nuova assunzione delle ipotesi di subentro di un’impresa ad un’altra nell’esecuzione di un appalto, là dove presente una disposizione di legge o una clausola contrattuale a tutela del passaggio del personale alle dipendenze dell’impresa subentrante”.

Il testo precisa infine che "la norma proposta non trova  logica applicazione al pubblico impiego". Per quanto riguarda il Fisco, nel Patto si legge che “il governo s’impegna a ricavare nell’ambito della prossima manovra finanziaria per il 2003 almeno 5,5 miliardi di euro da destinare ad un primo importante avvio di riforma della tassazione personale, concentrato sui redditi compresi tra 0 e 25 mila euro”. L’esecutivo s’impegna inoltre a

reperire “le risorse per consentire dal 2003 una riduzione pari ad almeno due punti di aliquota dell’imposta sulle persone giuridiche e disponibilità finanziarie pari a 500 milioni di euro per avviare sin dal 2003, nel presupposto del necessario accordo con le Regioni per evitare effetti di duplicazione, la riforma dell’Irap, iniziando dalla riduzione nella base imponibile della componente delle retribuzioni”. Il governo si è impegnato anche a tenere in considerazione la condizione familiare del contribuente attraverso un aumento delle deduzioni, nonché la loro modulazione sulla base della numerosità dei carichi di famiglia. Il governo inoltre si è impegnata a garantire “l’invarianza dell’attuale carico fiscale per il settore agricolo in tema di Iva e di Irap”. Sul capitolo ammortizzatori sociali, l’impegno finanziario prevede che saranno destinati alla riforma degli ammortizzatori non meno di 700 milioni di euro l’anno. L’indennità di disoccupazione avrà durata di 12 mesi (ora è di sei) e non potrà superare i 24 mesi nel quinquennio (30 nel sud). Sarà pari al 60% della retribuzione nei primi 6 mesi, al 40% nei successivi 3, al 30% negli ultimi 3. Chi avrà l'indennità dovrà frequentare programmi formativi, se rifiuta perde l'indennità. Sul Mezzogiorno, per quanto riguarda l’importo finanziario, sarà mantenuto in una percentuale di Pil adeguata a quella media degli ultimi anni. La quota di risorse per gli investimenti al sud non deve essere inferiore al 30% del totale della spesa pubblica: la Tremonti bis sarà cumulabile con il credito d’imposta per chi assume.

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