Elettricità, perché le nostre bollette sono le più care d'Europa?

Elettricità, perché le nostre bollette sono le più care d'Europa?

Ora arriva più puntuale e corredata da informazioni assai più dettagliate in modo che ogni tipo di utente possa meglio rendersi di quanto consuma e perché. Ma questa è l'unica vera novità introdotta fino ad ora nella bolletta per il consumo...

DateFormat

13 marzo 2003
Il punto quotidiano

… di energia elettrica che famiglie e aziende ricevono ogni bimestre, bolletta che resta la più cara d’Europa: 44% più cara di quella francese, 38% in più di quella tedesca Germania, 45% in più di quella inglese. Ma siccome non dispone di notizie che gli permettano di fare questo tipo di confronto, l’utente medio soffre un po’ ma poi inghiotte questa amara pillola senza protestare. Quando, invece, su ogni bolletta arrivata a domicilio, dovrebbe accendersi un falò di proteste. Ieri abbiamo parlato dell’assurdità che l’utente italiano sia costretto a pagare su ogni litro di gasolio per riscaldamento più del doppio delle imposte (Iva+accisa) pagate dagli altri utenti europei (64% invece del 30%) il che vuol dire che otto milioni e mezzo di famiglie, per non stare al freddo, sono costrette a sborsare 3 miliardi di euro l’anno, 6 mila miliardi delle vecchie lire. Ma almeno, per il riscaldamento, c’è l’alternativa del metano (difatti la maggioranza delle famiglie lo utilizza) che costa assai meno. Sull’elettricità, invece, non ci sono alternative cioè c’è un salasso per tutti. Si sono fatte, in questi anni, innumerevoli polemiche sull’esosità di questo costo che è tra i servizi di base che eroga lo Stato, ma soluzioni all’orizzonte non sembrano essercene. Abbiamo un parco troppo vecchio di centrali, si sostiene, e, fino a quando non sarà rinnovato e ampliato, sarà difficile ridurre i prezzi al consumo. E poi non si è proceduto alla necessaria liberalizzazione per cui, dovendo ricorrere sempre alle stesse fonti, il prezzo imposto è quello del cartello (vedi Enel, ente di Stato) che gestisce una grossa fetta del mercato. E poi ancora ci sono ancora troppe centrali termoelettriche che, dovendo marciare a metano e petrolio, hanno costi di approvvigionamento che crescono di continuo. Tutte ragioni che possono forse essere anche considerate pregiudizialmente valide. Ma proprio per questo non si capisce perché, in tutti questi anni, non si è fatto nulla per modificare questo assetto in modo da renderlo più produttivo e soprattutto meno costoso. E non si comprende nemmeno perché lo Stato, in attesa di realizzare questa riforma che, investendo impianti, strategie e logistiche di mercato, richiederà certo del tempo (è appena stata avviata e sarà difficile condurla in porto prima di dieci anni), non interviene almeno con misure di defiscalizzazione che consentano di alleggerire il peso della bolletta. La verità è che siamo alle solite: lo Stato, per reperire i soldi necessari al mantenimento della macchina pubblica con i suoi annessi e connessi, supertassa petrolio e tabacchi, la fonte di reddito che dà, ogni anno, gettiti sicuri e automatici. Cioè, per dirla tutta, è sempre il povero utente a pagare di tasca propria gli errori, i ritardi, le scombinate programmazioni di questo nostro Stato che di moderno ha solo la vernice e, certe volte, nemmeno questa.  

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca