EUROGRUPPO: VIA LIBERA AL PIANO UE, NO AL TAGLIO DELL'IVA

EUROGRUPPO: VIA LIBERA AL PIANO UE, NO AL TAGLIO DELL'IVA

I ministri finanziari di Eurolandia approvano il piano anticrisi da 200 miliardi. Ok agli investimenti e agli stabilizzatori automatici. Atteso un deciso taglio dei tassi dalla Bce.

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2 dicembre 2008
Eurogruppo: via libera al Piano Ue ma no al taglio dell’Iva

Eurogruppo: via libera al Piano Ue ma no al taglio dell’Iva

 

No al taglio dell'aliquota ordinaria dell’Iva che non produrrebbe gli effetti sperati in termini di ripresa della crescita. Sì agli investimenti, volano importante per il rilancio economico. Questa la conclusione dell’Eurogruppo, la riunione dei ministri finanziari della moneta unica che hanno approvato il piano Barroso da 200 miliardi e si sono trovati d'accordo anche sul ricorso agli stabilizzatori automatici. Oggi un aggiornamento della situazione economica nel Vecchio Continente e della crisi in atto verrà svolto dall'Ecofin, la riunione dei 27 Ministri finanziari della Ue. “Va  nella giusta direzione”, ha detto al termine della riunione il  presidente Jean-Claude Juncker. Ma sulla cifra con cui ogni  Paese dovrà contribuire, tutto è rimandato a quando si avrà  un quadro completo dei pacchetti anticrisi nazionali. “Quello che conta prima di tutto - ha detto  Juncker – è la qualità. Gli elementi qualitativi del piano sono piu' importanti di quelli quantitativi. Siamo dunque  d'accordo - ha aggiunto - di aspettare il momento in cui tutti  piani nazionali saranno presentati, e poi fare un bilancio del  loro impatto''. Per Juncker, quindi, “le cifre non sono troppo  importanti, ma l'importante e' che tutti concordino con le linee  della Commissione”. L’Italia e' uno dei Paesi che ha già varato un pacchetto di misure anticrisi, per ben 6,3 miliardi,  lo 0,3% del Pil. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lo ha messo sul  tavolo dei colleghi europei, ribadendo come l'Italia non ha  alcuna intenzione di sforare la soglia del 3% del deficit. Non  se lo puo' permettere, nonostante il piano dell'esecutivo  europeo consenta, visto le circostanze eccezionali, lo  sforamento di qualche decimale e in via temporanea; sempre  concordando con Bruxelles il percorso di rientro. Anche il commissario Ue agli affari economici e monetari,  Joaquin Almunia, non fornisce cifre sul piano Ue. Si limita solo  a dire che l'obiettivo e' quello di “una crescita aggiuntiva  del Pil europeo del 2% in due anni”, da qui al 2010. Questo per  far fronte ad uno scenario davvero cupo. “Le previsioni  economiche che abbiamo presentato lo scorso 3 novembre - ha  ammesso Almunia - sono oramai obsolete”. Dunque, il prossimo 19  gennaio saranno quasi certamente riviste al ribasso: “Valuteremo le nuove stime anche sulla base dei programmi di  stabilità che i vari Paesi ci invieranno entro la fine  dell'anno, con dentro i piani anticrisi”. Sul fronte dell'Iva, poi, l'Eurogruppo ha deciso di non  seguire Londra, che ha fatto del taglio dell'aliquota  dell'imposta sul valore aggiunto perno centrale di un piano  tutto teso a rilanciare i consumi. “La riduzione dell'aliquota  normale dell' Iva - ha detto Juncker - e' una decisione che  spetta ad ogni Stato membro. Il Regno Unito l'ha già fatto e forse qualche altro Paese seguirà questo esempio. Ma non i  Paesi dell'Eurogruppo”. L'Eurogruppo ha quindi rinnovato l'appello alla Bce contenuto  nel testo del piano d'azione di Bruxelles. “La banca centrale -  ha detto Juncker - ha margini di  manovra per abbassare ulteriormente i tassi. E penso che li  utilizzerà con saggezza”. Anche perche' l'inflazione a  novembre è precipitata al 2,1%, tornando molto vicino al valore di riferimento della stessa Bce (2%). Dopo che in luglio e  agosto aveva toccato il valore record del 4%. Jean-Claude  Trichet ha già ampiamente anticipato che giovedi' 4 dicembre si  deciderà il terzo taglio consecutivo. Ma in molti sperano si  tratti di un maxi-taglio, dall'attuale 3,25% al 2,5%. Sarebbe una notevole boccata d'ossigeno per l'economia.

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