EUROGRUPPO: VIA LIBERA AL PIANO UE, NO AL TAGLIO DELL'IVA
EUROGRUPPO: VIA LIBERA AL PIANO UE, NO AL TAGLIO DELL'IVA
Eurogruppo: via libera al Piano Ue ma no al taglio dell’Iva
No al taglio dell'aliquota ordinaria dell’Iva che non produrrebbe gli effetti sperati in termini di ripresa della crescita. Sì agli investimenti, volano importante per il rilancio economico. Questa la conclusione dell’Eurogruppo, la riunione dei ministri finanziari della moneta unica che hanno approvato il piano Barroso da 200 miliardi e si sono trovati d'accordo anche sul ricorso agli stabilizzatori automatici. Oggi un aggiornamento della situazione economica nel Vecchio Continente e della crisi in atto verrà svolto dall'Ecofin, la riunione dei 27 Ministri finanziari della Ue. “Va nella giusta direzione”, ha detto al termine della riunione il presidente Jean-Claude Juncker. Ma sulla cifra con cui ogni Paese dovrà contribuire, tutto è rimandato a quando si avrà un quadro completo dei pacchetti anticrisi nazionali. “Quello che conta prima di tutto - ha detto Juncker – è la qualità. Gli elementi qualitativi del piano sono piu' importanti di quelli quantitativi. Siamo dunque d'accordo - ha aggiunto - di aspettare il momento in cui tutti piani nazionali saranno presentati, e poi fare un bilancio del loro impatto''. Per Juncker, quindi, “le cifre non sono troppo importanti, ma l'importante e' che tutti concordino con le linee della Commissione”. L’Italia e' uno dei Paesi che ha già varato un pacchetto di misure anticrisi, per ben 6,3 miliardi, lo 0,3% del Pil. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, lo ha messo sul tavolo dei colleghi europei, ribadendo come l'Italia non ha alcuna intenzione di sforare la soglia del 3% del deficit. Non se lo puo' permettere, nonostante il piano dell'esecutivo europeo consenta, visto le circostanze eccezionali, lo sforamento di qualche decimale e in via temporanea; sempre concordando con Bruxelles il percorso di rientro. Anche il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, non fornisce cifre sul piano Ue. Si limita solo a dire che l'obiettivo e' quello di “una crescita aggiuntiva del Pil europeo del 2% in due anni”, da qui al 2010. Questo per far fronte ad uno scenario davvero cupo. “Le previsioni economiche che abbiamo presentato lo scorso 3 novembre - ha ammesso Almunia - sono oramai obsolete”. Dunque, il prossimo 19 gennaio saranno quasi certamente riviste al ribasso: “Valuteremo le nuove stime anche sulla base dei programmi di stabilità che i vari Paesi ci invieranno entro la fine dell'anno, con dentro i piani anticrisi”. Sul fronte dell'Iva, poi, l'Eurogruppo ha deciso di non seguire Londra, che ha fatto del taglio dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto perno centrale di un piano tutto teso a rilanciare i consumi. “La riduzione dell'aliquota normale dell' Iva - ha detto Juncker - e' una decisione che spetta ad ogni Stato membro. Il Regno Unito l'ha già fatto e forse qualche altro Paese seguirà questo esempio. Ma non i Paesi dell'Eurogruppo”. L'Eurogruppo ha quindi rinnovato l'appello alla Bce contenuto nel testo del piano d'azione di Bruxelles. “La banca centrale - ha detto Juncker - ha margini di manovra per abbassare ulteriormente i tassi. E penso che li utilizzerà con saggezza”. Anche perche' l'inflazione a novembre è precipitata al 2,1%, tornando molto vicino al valore di riferimento della stessa Bce (2%). Dopo che in luglio e agosto aveva toccato il valore record del 4%. Jean-Claude Trichet ha già ampiamente anticipato che giovedi' 4 dicembre si deciderà il terzo taglio consecutivo. Ma in molti sperano si tratti di un maxi-taglio, dall'attuale 3,25% al 2,5%. Sarebbe una notevole boccata d'ossigeno per l'economia.