Finanziamenti bancari, industria "pigliatutto"
Finanziamenti bancari, industria "pigliatutto"
Banche: nei finanziamenti l’industria “doppia” il commercio
In Italia la quota maggiore dei finanziamenti da parte del sistema creditizio è destinata a
industria e servizi industriali (44,6%); seguono commercio e alberghiero (19,7%), edilizia (11,6%), artigianato (7,5%) e agricoltura (4,1%). E’ quanto emerge dal primo rapporto dell’Osservatorio permanente sui rapporti fra banche ed imprese, costituito da Abi, Casartigiani, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Coordinamento nazionale Confidi.
Dal Rapporto emerge che il 46% dei finanziamenti delle banche italiane viene destinato alle piccole e medie imprese, mentre il restante 54% è rivolto alle grandi imprese. Quanto alla composizione percentuale dei finanziamenti bancari per ciascuna
macro-area geografica, la quota dei finanziamenti destinati all’industria sul totale
delle singole macro-aree geografiche, è pari a circa il 40% nel Nord e al 30% circa nel Centro e nel Mezzogiorno. Nell’ultimo quinquennio, si legge sempre nel Rapporto, la
dinamica dei prestiti delle banche italiane si è posizionata quasi sempre al di sopra di quella media degli altri Paesi dell’area euro, segnando un differenziale medio del
periodo di circa 2 punti percentuale. In Italia è prevalente la quota sul totale dei finanziamenti (famiglie ed imprese non finanziarie) concessi alle imprese rispetto a quella destinata alle famiglie, diversamente a quanto evidenziato nella media europea: in particolare, la quota degli impieghi alle imprese non finanziarie sul totale risulta a maggio 2004 pari al 64,2% in Italia, un valore notevolmente superiore alla media dell’area euro (46,1%).
Per quanto riguarda infine le sofferenze lorde del sistema bancario italiano, a fine 2003 il 40,1% è stato riscontrato nel Nord Italia, il 33,2% nel Mezzogiorno ed il 26,6% nel Centro. Fra i settori di attività economica la maggior parte delle sofferenze, il 35%, è stato “in capo alle imprese industriali e dei servizi industriali, il 22,8% al commercio ed alberghiero, il 21,7% all’edilizia, il 10% all’artigianato ed il 7% all’agricoltura”.