IL PRESTITO BANCARIO NON E' UGUALE PER TUTTI
IL PRESTITO BANCARIO NON E' UGUALE PER TUTTI
Per le Pmi più difficile ottenere prestiti dalle banche
Secondo una ricerca condotta da George S.May International, società americana di consulenza per piccole e medie imprese, su un campione di 300 aziende italiane il 90% delle piccole e medie aziende italiane che hanno un debito con le banche, deve coprire il prestito con garanzie reali per un valore superiore del 200 o anche del 300%.Dall’indagine emerge che le difficoltà ad ottenere prestiti costringono le Pmi a ricorrere a più banche per ottenere, da ognuna di queste, esigue quantità di denaro con costi molto alti. “La resistenza al prestito verso le aziende piccole e medie – si sottolinea nella ricerca – è spesso giustificata dal fatto che queste appaiono sottocapitalizzate nei loro bilanci, ovvero con un’alta percentuale di debito rispetto al fatturato, e quindi non garantiscono sufficienti sicurezze per gli Istituti di credito”. In realtà la situazione è ben diversa. “Infatti - si legge nella ricerca- molto spesso sia nelle Snc, dove per definizione l’imprenditore risponde in proprio dei debiti aziendali, sia nelle Srl e in alcune Spa, il titolare avvalla con fideiussioni personali i prestiti della sua azienda, ponendo a garanzia proprietà che in molti casi coprono il doppio o più del prestito richiesto. Ma queste fideiussioni personali non compaiono nei bilanci, e così il debito sembra molto più alto rispetto al fatturato”. “In sostanza – ha detto Andrea Bertoni, consulente della George S. May International - possiamo dire che le Pmi sono, in realtà, capitalizzate ma non “ufficialmente” e il bilancio delle piccole e medie aziende non è tenuto nella giusta considerazione dalla comunità finanziaria per rilasciare o meno un prestito”. “Al contrario le grandi società dedicano grande attenzione alla gestione del bilancio e in particolare si avvalgono degli investor relator per presentare, ma sulla carta, il buon andamento della gestione della Spa, mentre le società di revisione dei conti si occupano di dimostrare la veridicità dei numeri presentati”. Questo sistema non sempre si dimostra affidabile, come nel caso delle grandi società americane che stanno mettendo a rischio la stabilità finanziaria americana. “Il risultato – ha rilevato Bertone- è che molto spesso investitori e creditori delle grandi società ragionano sul reddito sperato, mentre nei confronti delle Pmi si ragiona sullo storico e sulle garanzie reali. In conclusione il rischio finanziario per le banche è molto più alto verso le grandi imprese che verso le piccole e medie”. “Le piccole e medie imprese – ha concluso Daniel Hostetler, direttore generale della sede italiana della George S. May International - sono la principale risorsa economica italiana sulla quale investire ma, in concreto, è più facile ottenere crediti per i grandi gruppi industriali”.