L'intervento del presidente Sangalli

L'intervento del presidente Sangalli

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3 luglio 2014

 

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è intervenuto a Taranto al convegno organizzato dall'Ascom locale, "Taranto, cambiare si può! La nostra idea di futuro".  "Per far ripartire tutto il Paese, in modo strutturale - ha detto Sangalli - dobbiamo ridurre il divario tra il Nord e il Sud che è aumentato per effetto della crisi. E qui cito due dati per tutti: nel 2013 il Pil nel Meridione è crollato del 4%, esattamente il triplo del resto del Paese, e nel 2015 il livello dei consumi in quest'area risulterà inferiore a quello di vent'anni fa. Eppure le potenzialità di crescita non mancano. Penso al turismo che è una risorsa ancora tutta da sfruttare. Il Sud deve, dunque, costruire un'offerta turistica suggestiva e attraente e tutti dobbiamo lavorare per questo obiettivo. Servono, però, le infrastrutture per consentire il trasporto di merci e persone in modo più facile ed efficiente. E penso anche ai giovani, alle imprese dei giovani, che certamente hanno nel loro Dna la voglia di migliorare, di crescere e di innovare. Nell'ottica di rilancio del Mezzogiorno, Confcommercio vuole contribuire alla rivitalizzazione e alla valorizzazione del tessuto economico e sociale di Taranto. Partendo dall'analisi della situazione attuale, abbiamo ascoltato le richieste e le aspettative del territorio, e abbiamo colto negli interventi degli autorevoli relatori, che si sono alternati nel corso del dibattito, suggerimenti e indicazioni importanti per il rilancio di quest'area. Puntando sulla qualità, crediamo che le parole chiave su cui costruire un modello di sviluppo sostenibile per Taranto, ma valido anche per tutto il Mezzogiorno, siano l'accessibilità, l'accoglienza e l'attrattività dei luoghi, la fruibilità dei servizi, la tutela e la salvaguardia dell'ambiente e del territorio. Occorre, infatti, avviare nuove prassi di governo del territorio e nuove modalità di gestione del suo patrimonio, per un modello di sviluppo urbano, sociale, economico e culturale che dia risposte concrete al bisogno di cambiamento, disegnando un nuovo volto per la città. Un modello che, integrando ed equilibrando le attività industriali siderurgiche presenti nella città, e valorizzando le specificità di tutti i settori economici, sia basato sul terziario di mercato per offrire una prospettiva di futuro salubre, credibile e percorribile. Perché dal turismo, dal commercio, dai servizi, dai trasporti, dalla cultura, dalla ricerca può venire una forte spinta propulsiva al rinnovamento e alla rinascita di Taranto. Si tratta, infatti, di attività che possono rappresentare il fulcro di un nuovo sviluppo dell'economia urbana e creare condizioni di competitività, innovazione e migliore qualità della vita. In questo contesto, in una logica di sistema integrato con il territorio e con l'ambiente, assumono un rilievo fondamentale la rigenerazione di parti della città vecchia e del centro storico, la vivibilità e la riqualificazione delle aree urbane degradate, il recupero delle aree demaniali dismesse, la valorizzazione e la realizzazione di iniziative turistiche e culturali, il rilancio delle attività commerciali, il miglioramento della dotazione infrastrutturale e dell'accessibilità. Ci troviamo in un territorio dove gli "ori" del Museo Archeologico, una delle collezione più preziose del mondo, rappresentano solo un aspetto dell'enorme giacimento di risorse che una costa e un entroterra straordinari possono offrire. Proprio al turismo costiero e marittimo l'Europa sta dedicando  una particolare attenzione. Perché questo è un comparto dalle enormi potenzialità e dalle grandi capacità occupazionali per i giovani. E sempre l'Europa indica che al di là degli aspetti, per così dire, "tradizionali" del turismo costiero e marittimo, si deve puntare sul turismo archeologico, sul patrimonio marino, sul turismo subacqueo, sull'enogastronomia. Mi sembra questa la descrizione precisa delle possibilità turistiche di questa terra. E qui l'amico Andrea Babbi sa che si può fare molto. Ma anche sul rafforzamento delle infrastrutture, dei trasporti e della logistica si gioca una partita fondamentale per lo sviluppo non solo di Taranto, ma dell'intero entroterra. Un vero e proprio volano per la crescita delle attività mercantili, commerciali e turistiche. Penso, in primis, al potenziamento dello scalo portuale. A questo proposito, però, e necessaria una puntualizzazione di carattere generale. La favorevole collocazione geografica del nostro Paese – caro Ministro Lupi - non costituisce più un fattore determinante e sufficiente ad attrarre traffici commerciali. Occorre superare, con la piena implementazione dello Sportello Unico Doganale, le lentezze che condizionano negativamente le operazioni di import/export nei nostri scali.   E' necessario un disegno unico e vincolante per i sistemi di trasporto e di logistica del Paese, che scandisca funzioni e  priorità. Bisogna realizzare la riforma del settore portuale per fronteggiare con efficacia la sfida della globalizzazione. Una riforma, però, che punti ad accrescere e non a penalizzare le opportunità di sviluppo di tutto il Meridione, a partire da Taranto. Al Ministro Lupi riconosciamo l'impegno per la definizione del provvedimento, ma lo invitiamo davvero a fare presto per mettere fine ad una sorta di limbo dell'isolamento logistico a cui sono relegati attualmente i nostri porti, bloccati nella loro capacità e potenzialità di  sviluppo. E ciò vale ancor di più per gli scali portuali meridionali perchè il trasporto marittimo è centrale per la crescita del Mezzogiorno. In particolare, come ha ben evidenziato il Presidente dell'Autorità Portuale, Sergio Prete, intorno al porto di Taranto, punto di snodo centrale della rete trans-europea dei trasporti, si possono sviluppare sia attività intermodali e logistiche strategiche per attrarre investimenti e flussi di merci, sia nuovi servizi di accoglienza per turismo nautico e crocieristico. Ma questo favorevole scenario dipende anche dalla possibilità di poter utilizzare e riqualificare la banchina in disuso che la Marina Militare è pronta a mettere a disposizione per lo scalo di navi da crociera di medie dimensioni. Ci auguriamo che arrivi al più presto il via libera dal Ministero della Difesa. Il miglioramento dell'accessibilità per le merci e le persone, tramite il potenziamento del porto, l'attività della piattaforma logistica, la crescita dei servizi cargo dell'aeroporto di Grottaglie, possono, dunque, diventare il passepartout della ripresa economica e sociale non solo della città ma anche di tutti i territori circostanti. Offrire a Taranto e al suo territorio un'occasione di rilancio, una nuova vitalità, un nuovo ruolo è un obiettivo ambizioso, ma possibile. Su questo noi ci impegneremo fino in fondo, come ha bene sottolineato con passione l'amico Giangrande. Siamo sicuri che anche le Istituzioni, il Governo nazionale e regionale, e la politica tutta faranno la propria parte. E' indubbio che le scelte dovranno essere sostenute da un adeguato e certo impiego delle risorse dell'Unione Europea, con procedure semplici e tempi definiti, in stretta intesa tra Governo, Regione ed Enti locali. Vanno abbattuti i vincoli di bilancio, che sino ad oggi hanno impedito il pieno e corretto impiego di queste risorse. Nonostante l'accelerazione data dagli ultimi Governi, infatti, nelle regioni del Sud è stato impiegato solo il 51% dei fondi strutturali disponibili; la Puglia, che pure ha superato gli obiettivi previsti, non è andata oltre il 60%. E', dunque, evidente la necessità a Taranto di una nuova, efficacie e lungimirante programmazione, capace di far fruttare in tempi brevi le tante risorse di cui il territorio già dispone. E' questa la via obbligata per un futuro di crescita sostenibile, solidale e condiviso.

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