Mini-rottamazione auto: Unrae soddisfatta, ma servono misure strutturali

Mini-rottamazione auto: Unrae soddisfatta, ma servono misure strutturali

L'associazione dei distributori di vetture estere accoglie con favore le misure previste nel decreto di rilancio del mercato automobilistico approvato dal CdM. Ora, però, bisogna proseguire agendo sull'Ipt per l'usato e sull'Iva per le auto aziendali.

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8 luglio 2002
Mini-rottamazione auto: Unrae soddisfatta, ma servono misure strutturali

Mini-rottamazione auto: Unrae soddisfatta, ma servono misure strutturali   

 

Niente bollo e spesa di messa su strada per tre anni sulle auto nuove catalizzate, abolizione del passaggio di proprietà in caso di vendita di un automobile e di acquisto di un’usata catalitica. Le misure previste nel decreto per il rilancio del mercato  automobilistico, approvato il 5 luglio scorso dal Consiglio dei Ministri, riscuotono l’approvazione dell’Unrae. Anche se l’associazione che rappresenta i distributori di vetture estere si augura che il provvedimento, valido sino alla fine del 2002, sia un primo passo concreto verso misure strutturali.

In particolare, si ritiene necessario rivedere l’Ipt sull’usato, misura fiscale che sino ad oggi ha frenato la vendita delle auto catalizzate di seconda mano, dando vita ad un  rapporto di vendita nuovo-usato vicino all’1 a 1, decisamente inferiore rispetto a quello degli altri Paesi europei.

“La decisione presa dal Governo - ha detto il Presidente Salvatore Pistola - pone fine all’incertezza che aveva tenuto i consumatori lontani dalle concessionarie e agevola coloro che avevano in mente di liberarsi dell’auto non catalizzata, cosa che riguarda in  particolare il Centro-sud Italia, dove è in circolazione gran parte delle auto più inquinanti”. “Si tratta - ha continuato  Pistola - di proseguire, intervenendo in favore del mercato delle auto aziendali, con l’intera deducibilità dell’Iva e con l’accrescimento della quota deducibile, oggi limitata al 50% di 18.000 euro”. In questo modo, secondo l’Unrae, si consentirebbe al nostro Paese di allinearsi con le misure fiscali che regolano le auto aziendali negli altri Paesi europei, favorendo lo sviluppo di un settore in crescita e contribuendo anche alla competitività delle imprese italiane nel contesto dei mercati continentali”.

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