Nuvole nere sul turismo congressuale

Nuvole nere sul turismo congressuale

Secondo il presidente dell'Aimp, Carlo Gaeta, che ha aperto i lavori del convegno dedicato al futuro del turismo congressuale, "da tre anni il settore è entrato in un tunnel che sembra senza uscita".

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28 maggio 2004
FISCO: TURISMO; URSO, PER ALBERGHIERO PORTARE IVA A 6-7% RIDUZIONI ANCHE PER IL CONGRESSUALE

Nuvole grigie sul turismo congressuale

 

Dopo anni felici, il turismo congressuale è entrato, da un triennio, in un tunnel che sembra senza uscita. Pochi incentivi al sistema, mancata richiesta di nuove professionalità, una immagine complessivamente scarsa dovuta ad una promozione non strutturata: questi i mali individuati dal presidente dell’Aimp, l’Associazione Italiana Meeting Planners, Carlo Gaeta, nella relazione con la quale ha aperto i lavori del seminario “turismo congressuale: quale politica europea per una nuova competizione globale”, nella sede della Confcommercio, a Roma. “Dopo decenni di imperdonabile silenzio - ha detto Gaeta - avvertiamo una generale presa di coscienza e incoraggianti segnali positivi nei confronti del settore se è vero che, a partire dal 2001, si sono finalmente scritte importanti normative, prima fra tutte la legge quadro sul turismo”. Gaeta si è soffermato anche sulle legislazioni regionali per il settore, tra le quali, in particolare, quelle adottate in Friuli Venezia Giulia, in Toscana e in Lombardia. Il presidente dell’Aimp ha poi reso noti una serie di dati estrapolati dall’ultima indagine dall’osservatorio congressuale italiano dai quali emerge che in Italia gli eventi con oltre 50 partecipanti nel 2003 sono sensibilmente calati: è stata registrata, infatti, una flessione di circa il 5%, passando dagli oltre 98 mila eventi del 2002 ai poco più dei 94 mila dello scorso anno. E’ diminuito anche il numero totale dei partecipanti per una percentuale pari al 3,7% così com’è stato registrato un calo delle giornate di presenza congressuali pari a -5,44%, dei pernottamenti pari a -8,50% e soprattutto dei fatturati passati da oltre 5 milioni di euro a 4 milioni e 315 mila euro, con un segno negativo pari al 16,5%. “Eppure per ogni euro speso per un convegno - ha osservato Gaeta - almeno altri 4 ricadono sulla località ospitante”. Della necessità sempre più urgente di una politica europea sul settore ha parlato anche Giorgio Lisi, membro del Parlamento europeo. “Il turismo in Europa - ha detto Lisi – è un grande paradosso: pur essendo un settore virtuoso non ha una politica unitaria ma è delegato alle sovranità nazionali. Vi sono resistenze anche perché i paesi europei sono in competizione tra loro in questo settore. Tuttavia la competizione esterna è così forte che bisogna metterci in sinergia per dare vita ad una linea d’azione comune”. “Vi è una platea di nuovo competitori - ha concluso Lisi - che non riusciremo a fronteggiare da soli: bisogna quindi iniziare a creare una politica comune, una sorta di “marchio europeo”. Anche altri operatori del settore hanno richiesto un processo di armonizzazione delle politiche fiscali, a partire dalle aliquote iva.

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