Riforma porti: prima "bocciatura" dalla Corte Costituzionale

Riforma porti: prima "bocciatura" dalla Corte Costituzionale

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16 dicembre 2015
La riforma dei porti del Governo Renzi non è ancora stata avviata che viene già bocciata dalla Corte Costituzionale, che ha silurato l'eccessivo centralismo del Governo Renzi. In particolare, i giudici costituzionali hanno accolto il ricordo della Regione Campania contro la parte del Decreto Sblocca Italia che esclude le regioni dalle decisioni sul Piano dei porto e della logistica. È una pronuncia importante, perché le anticipazioni mostrano che anche la riforma delle Autorità Portuali prevede una forte centralizzazione e l'esclusione delle Regioni, per esempio, dalla scelta dei vertici dei nuovi organismi che sostituiranno le attuali Autorità. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il provvedimento sulle "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive". Si tratta in particolare dell'art. 29, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164. Le modifiche riguardano la parte in cui il provvedimento non prevede che il piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia adottato in sede di Conferenza Stato-Regioni.

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