Ruote d'Italia: "L'ecologia esasperata ci porterà solo guai"
Ruote d'Italia: "L'ecologia esasperata ci porterà solo guai"
Appare evidente che le scelte che impongono sempre più restrizioni in nome del rispetto ambientale presto ci metteranno, questo è il rischio che qualcuno inizia a paventare, in grossi guai. Molti otterranno profitti, ma il nostro Paese, e temo anche il resto d’Europa, avrà solo incrementi di costi.
Questo non vuole essere assolutamente un attacco al tema del rispetto dell’ambiente, ma voler mettere in grande evidenza alcuni aspetti incontestabili. L’ambiente o viene rispettato in tutti i Paesi, oppure qualcuno avrà la possibilità, continuando ad inquinare, di essere più competitivo degli altri.
Se per un attimo ci soffermiamo sui dati elaborati da Ispra, che non mi risulta dipendente da case costruttrici o legato al mondo dell’autotrasporto, possiamo notare come per l’inquinamento i veicoli pesanti partecipano con una percentuale relativamente bassa (il 7,1 %), mentre altri settori hanno una incidenza più elevata. La domanda da porsi allora è quale sia la recondita ragione per la quale si opera per colpire il settore del trasporto su gomma pesante. Lo studio, occorre evidenziare, non si concentra solo sulle percentuali del particolato primario, quello direttamente emesso dalle sorgenti inquinanti, (in questo caso il valore del trasporto merci si presenta addirittura con valori più contenuti, il 3,9%), ma si assomma a quelle del particolato secondario, quello direttamente emesso con quello che si forma in atmosfera, al fine di fornire un dato oggettivo e complessivo sulle fonti di inquinamento.
Ciò che occorre evidenziare è che il trasporto pesante non è il maggior responsabile dell’inquinamento. Il dato che più colpisce è invece quello del riscaldamento e dell’industria che, sommati, arrivano a quasi il 50% dei valori della fonti inquinanti.
Qui non può che sorgere una domanda: i Paesi principali produttori industriali che utilizzano fonti che in Europa sono considerate altamente inquinanti e competono con la nostra economia (mi riferisco in modo particolare agli USA, Cina e India), come mai possono continuare a produrre nel modo che ritengono più utile alla loro economia? Se vogliamo possiamo anche notare come in Europa pare sussistere un identico legame tra Germania e Francia che, con la retorica della sostenibilità, provano a ottenere vantaggi proprio da Cina e USA. Inoltre la forte scelta ecologica ( ?) di alcuni Paesi della Ue, che magari hanno fino a poco tempo fa, o magari anche in questi ultimi tempi ricorrono all’utilizzo del carbone, dovrebbe indurre ad una riflessione. Ma vi è di più: il passaggio in massa all’elettrico rende fondamentali materie prime come il litio, del quale l’Europa è priva. Agata Christie, famosa scrittrice di libri gialli, sosteneva che un indizio è un indizio; due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi formano una prova.
Una domanda che potrebbe essere posta è se non vi sia un’intesa che punti a rendere dominante per il futuro l’economia cinese. Che già è competitiva, ‘grazie’ allo scarso rispetto delle normative sociali e della libertà.
Cina che attraverso la “Via della Seta” si appresta a un’azione di penetrazione via terra e via mare che è in tutta evidenza in atto e che tra qualche anno ci renderà succubi di quel Paese.
Gli sforzi che il nostro sistema produttivo sta compiendo con innovazioni importanti e concrete vengono di fatto vanificate, ma le reazioni a livello politico mi sembrano molto inadeguate. L’inquinamento non rimane ristretto al solo Paese che le produce, ma entra nell’atmosfera e concorre alla formazione delle fonti di inquinamento dell’intero mondo.
Forse sarà il caso che alcune riflessioni inizino a compiersi in quanto, più che a una iniziativa ecologica, il ‘gioco’ pare rivolto a una sfida economica, nella quale il mondo in gran parte risulterà perdente.
Conftrasporto non defletterà di certo sulla battaglia dei principi che in un mondo libero e in un’economia regolata debbono generare scelte utili a tutti e non solo a qualcuno. In gioco vi sono valori che oltre alla salute impattano sul grande tema delle libertà.
Paolo Uggè