Ruote d'Italia: "Sì alla collaborazione per gestire i nodi che verranno, ma il Governo deve ascoltare""
Ruote d'Italia: "Sì alla collaborazione per gestire i nodi che verranno, ma il Governo deve ascoltare""
Non possiamo accusare l’Esecutivo di inattività. Sarebbe incoerente e scorretto. Tuttavia, a chi cerca di rappresentare al meglio il mondo della logistica e dei trasporti, corre l’obbligo di evidenziare come sia necessario che il confronto a livello politico diventi costante e produttivo.
Siamo consapevoli delle molteplici urgenze che deve affrontare chi ricopre ruoli istituzionali e di governo, ma occorre evitare a tutti i costi che si aprano spazi a dei contestatori di mestiere che, sfruttando evidenti malcontenti, generino stati di tensione.
Rimettere in moto le infrastrutture decisive per migliorare l’accessibilità e le connessioni tra le modalità di trasporto che consentono alla nostra economia di competere sui mercati mondiali, è un’esigenza che solo gli ambientalisti di mestiere o le forze politiche aprioristicamente “contro” non riescono (o forse non hanno interesse?) a comprendere.
Trovo francamente assurde le critiche mosse ad alcune infrastrutture essenziali come il Ponte sullo Stretto, la variante di Genova o la Tav, soprattutto se vengono da chi non ha trovato alcunché da eccepire su opere non propriamente rispondenti agli obiettivi del PNRR come le piste ciclabili, i campi da golf, o i treni ad idrogeno (le cui gare sono andate deserte, forse perché ci si è scordati che gli interventi prioritari erano quelli diretti al potenziamento delle ferrovie locali o della mobilità urbana). Tutto questo è autolesionismo avvolto nella carta dell’ideologia preconcetta.
Le risorse messe a disposizione per il piano di ripresa e resilienza, ormai dovrebbe essere chiaro, non sono tutte a fondo perduto. Dovremo restituire la maggior parte delle somme con i relativi interessi. Stanziare cinque milioni di euro per una pista ciclabile e non considerare l’utilità di un intervento per collegare due valli montane con un traforo che ne richiederebbe otto, è l’evidente dimostrazione o di qualche interesse particolare o di disinteresse totale.
È comunque innegabile che, o il pressapochismo o gli interessi di qualcuno, hanno avuto la meglio in una congiuntura densa di opportunità. Purtuttavia, non dimentichiamo mai che il PNRR non è farina del sacco dell’attuale Esecutivo, bensì di chi governava prima. Chi contesta oggi dimentica di averne prima condiviso i contenuti.
La situazione non è pertanto delle più semplici. Ecco perché il mondo dei trasporti, fondamentale per lo sviluppo di un Paese come quello in cui viviamo, eppure minacciato dall’ondata demagogico-ambientalista, si aspetta che il governo intavoli un confronto serrato con le parti sociali. Passi in avanti sui motori endotermici pare si stiano realizzando, per questo occorre non demordere e noi siamo pronti a tenere il punto.
Esistono protocolli – vedi quello che riguarda l’autotrasporto - che devono essere ancora pienamente attuati. Le intese raggiunte prevedono misure a costo zero per lo Stato e che, tra l’altro, darebbero risposte al tema della sicurezza. Inoltre, non è più rinviabile l’eliminazione degli ostacoli che impediscono la mobilità delle merci, come i divieti di circolazione al Brennero: una violazione palese al trattato costitutivo dell’Unione Europea che produce danni economici al sistema produttivo nazionale. Non intendiamo dimenticarci delle altre modalità (il sistema portuale e ferroviario i servizi tecnico nautici, la digitalizzazione, etc) ci soffermiamo però su un settore, l’autotrasporto, che se non dovesse trovare le soluzioni concrete che attende, potrebbe innescare momenti di forte tensione, difficili da gestire.
È giusto riconoscere le difficoltà nelle quali il Governo si muove. Per questo, nell’interesse di tutti, si deve favorire il dialogo e la comprensione reciproca attraverso una concertazione responsabile. Il cambio di passo evidente non può correre il rischio di essere smorzato da iniziative di protesta scaturite dalla mancanza di risposte a problemi di vecchia data. Così diventa veramente difficile evitare che si generino incomprensioni.
La gestione dei rapporti tra le parti sociali può essere la chiave di volta che aiuta ad uscire dall’impasse. Occorrono comprensione e senso di responsabilità. Conftrasporto c’è!
Paolo Uggè