Ruote d’Italia: “con l’autotrasporto occorre un confronto serrato”
Ruote d’Italia: “con l’autotrasporto occorre un confronto serrato”
Lungi da noi pensare che al Ministero non abbiano nulla da fare: siamo ben coscienti dei numerosi impegni che gravano sul Ministro Salvini, al quale va dato atto di aver impresso una svolta alle attività di un dicastero rimasto per troppo tempo impelagato nella ricerca della mobilità sostenibile e dolce piuttosto che delle soluzioni ai problemi pressanti dell’autotrasporto e delle imprese di logistica.
Non si vuol affermare con questo che “la mobilità sostenibile” non abbia grande importanza. Perseguire la sostenibilità ambientale è un merito, ma il discernimento di chi ha la responsabilità politica dovrebbe orientarne l’azione prima di tutto verso la soluzione di problematiche che potrebbero, se non risolte, compromettere la competitività della nostra economia. Piaccia oppure no, se le merci non si muovono in un contesto interconnesso e funzionale, la produzione ne risente e i bancali restano sui piazzali.
Per questo è stato, a nostro avviso, un grave errore quello di non inserire nelle opere del PNRR le infrastrutture, i trafori le opere necessarie alla funzionalità del sistema portuale. Oggi le iniziative poste in essere sono visibili - tranne a coloro che non le vogliono vedere - e si torna finalmente a parlare di opere che sono state ferme per anni. Purtroppo, l’unico risultato sortito dall’immobilismo degli ultimi anni, è stata la perdita quasi certa di risorse che dovevano essere impegnate secondo le indicazioni europee. E non erano per nulla irrilevanti.
Il Ministro sta provando a rimettere in moto una macchina rimasta per troppo tempo bloccata ma, come è stato più volte sottolineato, non si può attendere oltre per dare piena attuazione a quelle misure economiche (già concordate e varate) che le imprese di autotrasporto attendono da tempo e di cui sentono estrema necessità.
Nessuno si aspetta miracoli, ma i rinvii fanno montare negli operatori del comparto insofferenza e frustrazione che, se non risolte, si risolveranno in iniziative di protesta.
Ecco perché è necessario che a livello politico si avvii un confronto che dia il senso reale della volontà di ricercare e attuare soluzioni.
Nessuno intende sottovalutare il ruolo dei pur ottimi dirigenti del dicastero, ma occorre un’assunzione di responsabilità politica se non si vuole dare spazio a coloro che intendono esasperare il malcontento trasformandolo in azioni di protesta. Questa è la realtà. Nel passato, i processi di confronto hanno consentito di gestire momenti ben più critici di quelli che stiamo vivendo. Pur tuttavia le carenze nella funzionalità delle motorizzazioni sono sempre più lampanti, le ulteriori limitazioni al Brennero ed al traforo del Monte Bianco si avvicinano, la mancanza di spendibilità di risorse concordate si protrae in modo non previsto. Non voglio perdermi nell’elenco delle doglianze, ma se queste tematiche non saranno prese di petto e se le rappresentanze responsabili non avranno elementi da portare all’attenzione delle imprese, le conseguenze rischiano di divenire pesanti.
Unatras ha voluto dare un segnale in tal senso, spinta dalla volontà della categoria. Il Ministero, con senso di responsabilità, ha convocato le parti entro i prossimi quindici giorni. L’augurio è che l’incontro produca delle risposte concrete, senza scordare che esistono argomenti che dipendono solo da volontà politica. Ne cito uno per tutti: la sicurezza ed il rispetto delle regole.
Nel frattempo, vediamo che, al livello comunitario, un principio introdotto nella nostra legislazione da tempo e mai rispettato, è stato ripreso. Mi riferisco alla responsabilità condivisa del committente. Con soddisfazione prendiamo atto che anche il principio del minimo compenso per i professionisti, in questi giorni, ha trovato il consenso dei legislatori. Non si dica che questi aspetti producono costi per le casse dello Stato, al contrario, ne incrementano le entrate. Per il compenso minimo si è trovata la soluzione e allora perché non la si trova anche per riconoscere i costi della sicurezza o i tempi di pagamento? Perché non si obbligano gli accertamenti di eventuali responsabilità dei committenti, nel caso di incidenti con feriti gravi o decessi?
Non credo siano sfuggite all’attenzione pubblica alcune recenti inchieste che, stando alle notizie riportate dagli organi di stampa, avrebbero riscontrato comportamenti poco rispettosi delle norme tenuti da alcune realtà del mondo logistico verso operatori a loro collegati. Senza dubbio è doveroso sospendere il giudizio al riguardo fino al definitivo pronunciamento dei giudici e noi ci auguriamo che, all’esito del procedimento, si dimostri l’innocenza degli imputati, ma questa vicenda testimonia ancora una volta che il rispetto delle regole è un principio innegoziabile.
Spazi per un confronto serio e duraturo esistono. Pratichiamolo, allora.
Paolo Uggè