Vendite al dettaglio ferme a marzo
Vendite al dettaglio ferme a marzo
Le stime preliminari Istat indicano una variazione nulla in valore e un calo dello 0,3% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un aumento del 5,8% in valore e una diminuzione del 2,9% in volume. Confcommercio: “i consumi di beni non ripartono”.
Dopo la “frenata” di febbraio (calo dello 0,1% in valore e dello 0,9% in volume rispetto al mese precedente, aumento del 5,8% in valore e diminuzione del 3,5% in volume su base annua), a marzo per le vendite al dettaglio c’è stata una variazione nulla in valore su base congiunturale, mentre in volume le stime preliminari Istat (link ai dati completi in pdf) indicano un calo dello 0,3%. Su base tendenziale, le vendite aumentano del 5,8% in valore e calano in volume del 2,9%. Nel primo trimestre del 2023 si registra un aumento in valore (+1,9%) e una diminuzione in volume (-0,1%).
Commercio al dettaglio, indice destagionalizzato e media mobile a tre mesi, gennaio 2017-marzo 2023. Fonte: Istat
Rispetto al mese precedente le vendite in valore sono stazionarie sia per i beni alimentari che per quelli non alimentari, mentre le vendite in volume scendono per entrambi i settori (rispettivamente -0,7% e -0,1%). Su base annua, andamenti di segno analogo sia per le vendite dei beni alimentari (+7,7% in valore e -4,9% in volume) che per quelle dei non alimentari (+4,1% in valore e -1,3% in volume). Per quanto riguarda questi ultimi si registrano variazioni positive per tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di elettrodomestici, radio, tv e registratori (-2%). Gli aumenti maggiori riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+8,4%) e prodotti di profumeria, cura della persona (+8,3%).
Rispetto a marzo 2022, il valore delle vendite è in crescita per tutte le forme di vendita: la grande distribuzione (+7,8%), le imprese operanti su piccole superfici (+3,5%), le vendite al di fuori dei negozi (+4,6%) e il commercio elettronico (+10,3%).
Confcommercio: “i consumi di beni non ripartono”
“Il dato sulle vendite di marzo consolida la tendenza, in atto ormai da alcuni mesi, che vede le famiglie molto prudenti in materia di consumi di beni. I miglioramenti dal lato della domanda appaiono ormai quasi esclusivamente affidati alla componente relativa ai servizi”. Così l’Ufficio Studi Confcommercio, per il quale “è utile sottolineare, ancora una volta, che le variazioni su base annua a valore per le diverse merceologie e format distributivi sono fortemente influenzate dalle dinamiche inflazionistiche. Nel primo trimestre del 2023 per gli alimentari la variazione dei prezzi era del 13%, dato che sottintende una decisa contrazione dei volumi acquistati non solo presso le piccole superfici, ma anche presso le imprese di maggiori dimensioni. Estrema prudenza va tenuta anche nel valutare gli andamenti di alcuni segmenti di consumo, come l’abbigliamento e le calzature, per i quali i valori delle vendite erano particolarmente bassi anche nei primi mesi del 2022 e che mostrano nel confronto annuo variazioni apprezzabili”.
“In ogni caso, la variazione tendenziale a volume del complesso delle vendite al dettaglio è pari, nel primo quarto dell’anno in corso, a -3%. Il che non lascia del tutto tranquilli sulle prospettive a breve dell’economia italiana, sebbene al rallentamento del 2023 il sistema arrivi complessivamente in buona salute e, comunque, meglio di quanto poteva prevedersi qualche mese fa”, conclude l’Ufficio Studi Confcommercio.
Per altre notizie e approfondimenti puoi visitare il nostro focus sui dati Istat. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.