BILLÈ: "RILANCIO DEI CONSUMI E CREDITO ALLE PMI: DUE OCCASIONI PERSE"

BILLÈ: "RILANCIO DEI CONSUMI E CREDITO ALLE PMI: DUE OCCASIONI PERSE"

D:11-11-2003 P:01 T:Dal credito al consumo una spinta per l'economia

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11 novembre 2003
Billè: “rilancio dei consumi e credito alle pmi: due occasioni perse”

Billè: “rilancio dei consumi e credito alle pmi: due occasioni perse”

 

L’evoluzione del credito al consumo è importante perché “dimostra come anche le nostre strutture di mercato si stiano attivando per realizzare una politica del credito che possa maggiormente soddisfare le  nuove e più pressanti esigenze di consumo delle famiglie” e perché “il riposizionamento e il rafforzamento di buona parte del nostro sistema distributivo hanno sicuramente, anche da questo punto di vista, prodotto e continuano a produrre risultati tangibili”. Intervenendo al convegno organizzato da Nomisma, il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, ha così commentato i dati diffusi dall’istituto di ricerca.

I risultati, tuttavia, avrebbero potuto essere migliori se “fosse, nel frattempo, cambiata e nella giusta direzione anche la politica del credito nei confronti delle piccole e medie imprese”, fatto che ha costituito un “freno allo sviluppo e alla modernizzazione dell’intero nostro sistema economico”. Una diversa politica del credito – questo il pensiero di Billè -avrebbe insomma consentito alle pmi di attuare una più efficace politica di investimenti e quindi anche di realizzare, nei confronti dei consumatori, una diversa e più efficace politica, come appunto la rateizzazione dei beni durevoli offerti dal mercato.

Un’occasione persa, dunque. Così come è andata perduta l’opportunità di rilanciare il credito al consumo, con incentivi anche straordinari come la detassazione delle spese per interessi sugli acquisti di beni durevoli, dopo “lo sconquasso che è seguito agli attentati alle Torri gemelle.  Il vero e proprio crollo dei risparmi delle famiglie provocato dalla negativa turbolenza dei mercati finanziari, la caduta altrettanto rovinosa delle esportazioni, la graduale ma sempre crescente erosione del potere di acquisto delle famiglie determinata dalla coincidenza e dall’assemblaggio di molti e diversi fattori di tipo economico – ha specificato il presidente di Confcommercio - avrebbero dovuto essere affrontati con misure e terapie d’emergenza rivolte ad almeno frenare la rovinosa caduta dei consumi di beni durevoli”. Invece non si è fatto nulla e “le famiglie, falcidiate nei risparmi e schiacciate dal sempre maggior costo dei servizi, hanno cominciato a chiudere i boccaporti consumando solo quel che era loro necessario, in campo alimentare, per la sopravvivenza”. E così i magazzini delle  imprese hanno cominciato a riempirsi di merce invenduta…  “Quando si farà la vera storia di questi anni di crisi – ha commentato ancora Billè - saranno in molti a dover fare un esame di coscienza per quel che si poteva fare e, invece, non è stato fatto”.

Quanto al futuro, per il presidente di Confcommercio si dovrebbe lavorare almeno su due obiettivi: ridare al consumatore un po’ di fiducia sulle possibilità di ripresa e poi di sviluppo del mercato, oltre a vedere tutti insieme (governo, imprese, sindacati ma anche responsabili del credito e delle strutture finanziarie) che cosa si può fare in concreto per rilanciare investimenti e  consumi. “L’economia, per quanto riguarda i consumi, non si può più permettere – ha detto Billè - un 2004 che consegua risultati simili a quelli dell’anno che ora si sta concludendo”.

L’ultima riflessione è stata dedicata alla privacy, cioè all’indice di riservatezza di tutte le informazioni che, in caso di accensione di crediti anche al consumo, confluiscono nelle banche dati. Per Billè è ormai una “pia illusione”, ma “il nostro problema oggi non è quello di opporsi alla rintracciabilità dei nostri dati messi in memoria, ma piuttosto quello di finire sulle banche dati perché quella è la testimonianza certa, inequivocabile di un credito che finalmente, per imprese e famiglie, è stato erogato”.

 

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