CONSUMI DI NATALE: SOTTO L'ALBERO MENO TRADIZIONE E PIU' TECNOLOGIA

CONSUMI DI NATALE: SOTTO L'ALBERO MENO TRADIZIONE E PIU' TECNOLOGIA

Secondo il Centro Studi Confcommercio, nonostante il clima d'incertezza economica e le tensioni internazionali, i consumi natalizi "tengono". Modesti aumenti per gli acquisti di cd e elettrodomestici, calano i prodotti tradizionali come torrone e salmone.

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24 novembre 2003
Natale 2003: come andranno i consumi

Un Natale all'insegna della tecnologia

 

Nonostante la difficile situazione economica che aleggia nel Paese e il conseguente clima d'incertezza nelle famiglie italiane, i consumi per il Natale 2003 dovrebbero "tenere". Secondo le stime del Centro Studi Confcommercio, infatti, 13,5 miliardi di euro saranno destinati all'acquisto di beni alimentari e non nel mese di dicembre, (300 milioni in più rispetto a Natale 2002). "L'effetto Natale" porterà dunque ogni famiglia a spendere 594 euro in più rispetto alla spesa media mensile (5 euro in più dell'anno precedente). I prodotti più venduti saranno quelli dell'elettronica, in particolare compact disc, audio-video, tv, hi-fi e informatica (a dicembre oltre il 70% l'incremento di spesa rispetto alla media mensile), e gli elettrodomestici (+65%). Bene anche le vendite di prodotti di profumeria (63%) e di giocattoli (55%), mentre per quel che riguarda il settore dei viaggi, la previsione non è semplice a causa delle continue tensioni internazionali. Tra i settori maggiormente in difficoltà c'è quello dei beni durevoli, che "paga" le difficoltà del mercato dell'auto e dei motoveicoli. Per quel che riguarda le famiglie, il reddito derivante dalla ricchezza finanziaria ha subito un brusco stop, come dimostra il disinvestimento crescente nelle quote dei fondi comuni d'investimento ed il loro deprezzamento per le forti oscillazioni negative dei mercati azionari e obbligazionari, oltre alla progressiva riduzione dei rendimenti lordi sui titoli di Stato e dei tassi di interesse bancari sui depositi. Preoccupante anche il crescente livello di indebitamento delle famiglie. Nell'anno in corso, secondo il Centro Studi Confcommercio, il credito al consumo da 1 a 5 anni e oltre i 5 anni, sta crescendo ad un tasso che sfiora il 16%, così come i prestiti per l'acquisto di un immobile, in aumento di oltre il 14% rispetto al 2002. In ogni caso, il mese di dicembre è da sempre, sotto il profilo degli acquisti, un periodo positivo: soprattutto perché le "tredicesime" influenzano pesantemente il comportamento e le scelte delle famiglie italiane. Sono circa 17 milioni e 400 mila, su un totale di 22 milioni e 700 mila, le famiglie italiane con un capofamiglia lavoratore dipendente o ritirato dal lavoro che, quest'anno, incasseranno sotto forma di tredicesima per redditi di lavoro dipendente e di pensione poco più di 40 miliardi di euro. Una stima delle spese natalizie presso negozi, grandi superfici di vendita e centri commerciali, basata sull'indagine Istat delle vendite del commercio al dettaglio, indica in circa 13,5 miliardi di euro i maggiori consumi di beni, alimentari e non, che le famiglie effettueranno nel mese di dicembre, rispetto alla media degli altri mesi dell'anno. L'importo del 2003 è imputabile per circa 10,3 miliardi di euro alle famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati e per i rimanenti 3,2 miliardi di euro alle famiglie di lavoratori autonomi e liberi professionisti che, pur non beneficiando di tredicesima mensilità, contribuiscono con una maggiore propensione al consumo legata alla tradizione delle festività natalizie. Quest'anno, peraltro, la manovra di riequilibrio dei conti pubblici per il 2004 varata dal Governo, potrebbe incidere in senso negativo, sottraendo di fatto risorse alle spese natalizie. Infatti, sia i 3,6 miliardi di euro attesi come maggiori entrate per il concordato preventivo, sia i circa 3,1 miliardi di euro di maggior gettito derivante dal condono edilizio, potrebbero indurre una parte dei lavoratori autonomi e professionisti, nonché dei lavoratori dipendenti e pensionati, ad attribuire alla sanatoria degli abusi edilizi ed ai benefici fiscali connessi al concordato una priorità rispetto alla spesa per consumi, destinandovi una parte non trascurabile del reddito disponibile. Inoltre una parte non trascurabile delle tredicesime sarà utilizzata per il pagamento dell'Ici, considerato che il blocco posto dalla Finanziaria 2003, riconfermato per il 2004, all'addizionale Irpef, ha spinto molti Comuni ad applicare l'aliquota massima del 7 per mille anche all'abitazione principale ed oltre il 22% delle amministrazioni comunali applica un'aliquota ordinaria per l'abitazione principale superiore al 6 per mille.

 

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