Rilancio dei consumi. Ora spunta la formula del "fai da te"

Rilancio dei consumi. Ora spunta la formula del "fai da te"

Negli Stati Uniti, il marchingegno funziona da tempo più o meno così: chi ha una casa di proprietà è come se avesse un'apertura di credito in banca nel senso che, su di essa, può accendere o rinegoziare continuamente varie forme di mutui...

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16 luglio 2003
Il punto quotidiano

 

… ipotecari. Risultato: soldi cash da spendere per altre cose. In Italia, una cosa del genere non è stata mai sperimentata e il fatto che il ministro Tremonti abbia, invece, deciso di vedere se è possibile metterla in pratica non è di per sé negativa. Il suo, almeno in astratto, è un ragionamento che fila: è vero o no che la grande maggioranza degli italiani dispongono di mura proprie? E allora perché mantenere improduttivo questo enorme patrimonio, l’unico che, per le famiglie, conti ancora qualcosa? Naturalmente per passare dal dire al fare e rendere praticamente un simile progetto bisogna risolvere una serie di problemi. Cominciano da quelli delle famiglie giovani quelle che hanno da poco acquistato la loro casa. Le statistiche dicono che, nel 90% dei casi, tutti questi immobili sono stati acquistati proprio con mutui ipotecari a tasso fisso o variabile a secondo del tipo di accordi stipulati con le banche. Qual è il piano “suggerito” da Tremonti? Quello di andare alla banca e rinegoziare il mutuo tenendo conto, da un lato, dell’aumento del valore dell’immobile, dall’altro, della diminuzione dei tassi di interesse che l’abbassamento dell’inflazione ha comportato. Allora tutto facile? Meno di quanto possa sembrare per almeno due ragioni. La prima che la rinegoziazione di un mutuo comporta una serie di costi che non gravano sulle banche ma tutti sull’utente. Si farà qualcosa per ridurre questi oneri? Non si sa. La seconda è che prolungando la durata del mutuo e il suo ammontare per la famiglia ci potrà essere qualche vantaggio ma anche qualche rischio, quello, ad esempio, di dover mettere in bilancio un sistema di ratei che potrebbe anche durare quasi tutta la vita. Altra incognita: le banche, sempre assai rigide nella negoziazione di mutui ipotecari, adotteranno comportamenti più elastici? Può darsi ma tocca alle banche l’onere della prova perché, se ciò avvenisse, saremmo di fronte ad una vera rivoluzione copernicana. Insomma perché questa idea possa diventare davvero praticabile bisognerà capire come reagiranno i suoi protagonisti cioè famiglie da una parte e banche dall’altro. E’ un “humus” tutto ancora da creare. E veniamo ai proprietari cosiddetti “anziani” cioè quelli che, in mancanza di figli, nipoti o altri parenti prossimi ai quali voler lasciare in eredità la loro casa, potrebbero avere l’interesse di vendere alle banche la “nuda proprietà” dell’immobile di cui, una volta passati a miglior vita, non saprebbero più che farsene. E’ anche questa un’ipotesi praticabile? Perché no, tanto è vero che essa, sia pure in minima parte, è già praticata. Ma perché possa diventare un’operazione di più largo respiro vanno superati almeno due ostacoli. Il primo è rappresentato dalla congenita diffidenza del mondo degli anziani nei confronti delle banche. La si può anche superare ma solo facendo una forte e diffusa operazione di marketing che però comincia quasi da zero. Il secondo è che un’operazione del genere potrebbe prestare il fianco a speculazioni edilizie di vario genere. E’ già accaduto su altri versanti (interi pezzi di centri storici finiti nelle mani delle banche) e potrebbe accadere anche in questo.

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