TREMONTI E SANGALLI "BOCCIANO" BASILEA 2

TREMONTI E SANGALLI "BOCCIANO" BASILEA 2

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15 ottobre 2003
BASILEA 2: UNIONCAMERE, PIU' DIFFICILE ACCESSO AL CREDITO =

Accesso al credito: Tremonti e Sangalli “bocciano” Basilea 2

 

Secondo uno studio Unioncamere, il nuovo accordo di Basilea sui rischi connessi all’erogazione del credito potrà rendere più difficile la vita alle imprese di minori dimensioni, anche se migliorerà le cose per molte delle aziende piccole e medie. La simulazione realizzata da Unioncamere, ipotizza che il 65% delle società di capitali, pari a oltre 107.000 imprese, si troverà con l’accordo di Basilea 2 ad avere maggiori problemi nell'accesso al credito, a causa delle modifiche ai criteri di rating rispetto alle regole di Basilea 1. “Esistono elementi di preoccupazione legati al fatto che le imprese minori – ha spiegato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli – non potranno avvalersi di un rating personalizzato, ma saranno soggette ad una analisi complessiva come parte del portafoglio crediti della banca. E per queste, il rischio di un innalzamento degli oneri bancari o di una marginalizzazione dal mercato del credito potrebbe sussistere”. Nelle classi di rating a maggiore “vulnerabilità”, le condizioni del credito peggiorano prima di tutto per le imprese a fatturato più alto. Lo studio di Unioncamere distingue tre classi di aziende più vulnerabili: BB, BB-, B+. Per le imprese della classe BB, già un fatturato di 25 milioni di euro comporta un aumento del costo del credito superiore dell’11% rispetto a quello attuale, del +25% se il fatturato è almeno di 50 milioni. Le cose peggiorano nella classe BB-, con aumenti generalizzati di costo che raggiungono il +47% se il fatturato è di almeno 50 milioni di euro. In coda la classe di rating B+, in cui il peggioramento per un fatturato da 50 milioni raggiunge il 70%. Si collocano all’opposto, con un miglioramento delle condizioni, le classi che ottengono un rating di sicurezza secondo i parametri fissati dal Comitato Basilea 2. Se si guarda ai settori di attività, beneficeranno dei nuovi parametri di credito soprattutto le aziende dei settori chimica, prodotti metallici, meccanici e moda. Nelle classi meno favorevoli, spiccano invece le aziende del largo consumo ed il comparto edile. La ricerca è stata condotta su un campione di 7.860 piccole e medie imprese, rappresentativo delle 166.000 società di capitali attive al 31 dicembre 2000. Con un numero di dipendenti compreso tra uno e 99 e operanti in quindici settori produttivi. Le classi di rating utilizzate sono quelle di Standard & Poor’s, basate sulla “potenziale sofferenza” del credito erogato dalle banche. Secondo il ministro dell’economia Tremonti, “la proroga di sei mesi dell’applicazione delle regole di Basilea 2 dovrà essere utilizzata per una fase intensa di riflessione e riconsiderazione di tutti i fattori complessi che stanno dietro un progetto di questo tipo”. Per Tremonti, l’accordo “va definito e tarato sulle esigenze dell’economia del Continente e di quella del nostro Paese”. Il ministro dell’Economia ha nuovamente manifestato critiche sul metodo e sul merito del nuovo accordo di Basilea. Sul metodo, perché “ha privilegiato la sede tecnocratica rispetto a quella politica, mettendo in secondo piano il ruolo dei parlamenti, quasi che la loro successiva ratifica fosse solo un fastidioso passaggio”. Sul merito, il ministro ha sollevato perplessità relative a tre punti: la scarsa chiarezza del campo di applicazione dell’accordo, soprattutto per l’incertezza del trattamento che riguarderà le banche del sistema americano e quelle di Paesi come la Cina. “Mi sembra che sapere chi applica, dove e come -ha detto Tremonti - meriti un’intensa riflessione da parte dei parlamenti soprattutto europei”. Il secondo punto è relativo alla “prociclicità” dell’accordo, soprattutto qualora l’economia vada male e il rischio di una “stretta” sarebbe troppo intenso. Al terzo punto, Tremonti colloca “l’eccesso di costi, che non si limiteranno alle banche poiché il sistema è tutto integrato; le nuove regole di Basilea si sovrapporranno alle nuove regole contabili e questa somma rappresenta dei costi”.

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