Turismo nautico: Assoporti adriatici chiede riduzione dell'Iva sui servizi

Turismo nautico: Assoporti adriatici chiede riduzione dell'Iva sui servizi

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27 ottobre 2004
Turismo nautico: Assoporti adriatici chiede riduzione dell’Iva sui servizi

Turismo nautico: Assoporti adriatici chiede riduzione dell’Iva sui servizi

 

L’associazione italiana dei porti turistici dell’Adriatico (ASSOIPTA), che raggruppa ben 45 marine sparse lungo le coste adriatiche, dal Friuli alla Puglia, per complessivi ventiduemila posti barca più ulteriori cinquemila di prossima realizzazione, ha chiesto al Governo di inserire nella finanziaria in discussione in Parlamento, una riduzione dell’IVA sui servizi d’ormeggio, anche nell’ottica di dare maggiore competitività al sistema del turismo nautico italiano. “Questo settore  – ha detto Roberto Perocchio, presidente dell’Associazione -  avvicina l’Italia all’Europa perché genera nuovi flussi turistici che approdano nel nostro Paese per farne la testa di ponte di rotte mediterranee. In questo contesto la nascente macroregione adriatica svolge un ruolo strategico. L’utente nautico medio, armatore o noleggiatore di un’imbarcazione di una decina di metri, ha allargato il proprio raggio di crociera moltiplicando le occasioni di esplorazione delle nostre coste e richiedendo quindi una rete capillare di punti di assistenza sia per esigenze di sicurezza nella navigazione che per intrattenimenti e rifornimenti. Per rispondere a queste esigenze, l’Associazione ha realizzato il più ampio sistema integrato di porti turistici d’Italia secondo la logica di sistema turistico locale interregionale anche con presentazioni di progetti interregionali per connessioni transfrontaliere con l’altra sponda dell’Adriatico, e l'ha reso molto competitivo anche per il buon rapporto qualità-prezzo”. “Un sistema efficiente in un comparto economico in continua crescita che tuttavia – secondo Perocchio -necessita di un definitivo riconoscimento della propria identità turistica ancora negata nel nostro Paese da un’aliquota del 20% sui servizi di ormeggio che, oltretutto, contrasta col trattamento riservato alle altre realtà del settore ricettivo ed a quelle nautiche di altri paesi europei ed extracomunitari”.

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